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Il collegamento storico viene spontaneo. Come oggi, negli anni della pandemia da Covid-19, Opel presenta innovative versioni elettriche dei suoi modelli, novanta anni fa, nel 1931, negli anni della Grande Depressione conseguente al Crollo di Wall Street, Opel presentava la 1.8 Liter, una berlina di fascia medio-alta prodotta dalla Casa automobilistica tedesca Opel che si segnalava tra le altre cose per la silenziosità del suo motore a 6 cilindri in linea. Un po’ come le attuali Opel a propulsione 100% elettrica.

La grave crisi economica aveva coinvolto anche la Germania dove le banche americane avevano distribuito crediti generosamente per lo sviluppo degli affari. Naturalmente anche a Rüsselsheim si dovette stringere la cinghia, ma, mentre altre aziende dichiararono fallimento, alla Opel le catene di montaggio rimasero in funzione, sia pure a ritmo ridotto. Mentre, in Germania, il numero dei disoccupati saliva dai 3.050.000 del 1929 ai 6.128.000 del febbraio 1932 e la produzione nazionale scendeva dalle 101.701 unità del 1928 alle 41.727 del 1931, Opel costruiva ancora 20.982 autoveicoli all’anno e rappresentava sempre oltre il 50% del mercato.

La recessione portò però con sé anche qualche opportunità: i controlli di qualità, ad esempio, migliorarono sensibilmente e furono effettuati utilizzando un maggior numero di persone. L’inizio dell’orario di lavoro fu anticipato per permettere ai dipendenti di occuparsi, dopo il lavoro in fabbrica, dei loro orti e campi che allora erano determinanti per il mantenimento delle famiglie. A partire dall’Estate 1930 furono inoltre organizzate delle visite guidate alla fabbrica che contribuirono anch’esse, sia pure in minima parte, al fatturato dell’azienda.

La nuova 1.8 Liter suscita immediati consensi

Quando nel novembre 1930 i concessionari Opel ebbero modo di vedere in anteprima i modelli della gamma 1931 furono davvero soddisfatti. La 4/20 HP era sempre il modello più economico della gamma, ma al posto dell’ormai datata 8/40 HP c’era la nuova 1.8 Liter equipaggiata con un propulsore da 32 CV con distribuzione a valvole laterali ed alimentazione a carburatore Solex che si faceva apprezzare per la buona erogazione di coppia motrice fino dai bassi regimi ed era abbinato a un cambio a 3 marce. Sul telaio in acciaio stampato erano fissate sospensioni ad assale rigido con balestre semiellittiche ed ammortizzatori idraulici. L’impianto frenante era a tamburo sulle quattro ruote.

La più piccola 6 cilindri del suo tempo non aveva però solo una carrozzeria elegante – disponibile in diverse varianti di carrozzeria, e precisamente come torpedo a 4 posti, coupé, cabriolet o in tre varianti di berlina – ma poteva anche essere venduta ad un prezzo che entusiasmava concessionari e clienti. Dove si poteva trovare per soli 2.700 Marchi un’automobile che facesse i 90 km/h e aveva un motore altrettanto silenzioso? Fra il 1931 ed il 1933, la Opel ne costruì 32.285 esemplari: un bel risultato in quei tempi di magra.

La versione Regent cambia il modo di chiamare i modelli

Le cose andavano abbastanza bene per Opel che cercava di rendere sempre attraente la sua gamma presentando novità ogni anno. Nel 1932, ad esempio, propose la 1.8 Liter in una nuova versione di lusso – chiamata Regent – riprendendo il nome di un modello di lusso della fine degli Anni Venti, che, nonostante il prezzo più alto, incontrò subito il favore della clientela. In pratica, la nuova 1.8 Regent aveva il compito di tenere vivo il ricordo della tradizione Opel e di conservare un po’ del fascino delle 8 cilindri. Questo fu anche il primo tentativo di cambiare la denominazione delle automobili passando dalle definizioni tecniche basate sulla potenza a nomi veri e propri.

Nel 1933, ultimo anno di produzione della Opel 1.8 Liter, la potenza fu leggermente aumentata a 33,5 CV a vantaggio delle prestazioni. Ma ormai era arrivato il momento di lasciare il posto alla nuova 2.0 Liter.

Redazione

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