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Pensate che il nome del nostro paese appartenga al Risorgimento, nato al Nord, o ai Romani. Sbagliato! L’Italia era il Sud della penisola e più esattamente la Calabria. Infatti, pur tra opinioni diverse, in antichità unico punto incontroverso fu il riferimento alla CALABRIA.

Per Varrone il nome Italia deriverebbe dal vocabolo Italói, termine con il quale i greci designavano i Vituli (o Viteli), una popolazione che abitava nella punta estrema della nostra penisola, nei pressi dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello (vitulus, in latino).

Ma poi vi era anche chi faceva derivare il nome “Italia” dal greco Aithàleia (Αιθαλεια), che sta per “ardente, fumosa”, la cui radice ben descrive una terra con imponenti manifestazioni vulcaniche, l’Etna e le Eolie, ben visibili dai siti di approdo dei primi migranti dal Mediterraneo orientale.

Strabone cita questa radice nel nome del fiume Νέαιδος, oggi il Neto, che si traduce in “navi bruciate”, a sostegno del mito che racconta come le donne dei migranti, giunte alla foce del fiume, impedissero ai loro uomini di riprendere il mare bruciando le navi. Anche Linosa, isola vulcanica, nel nome Aethusa, riportato nelle carte del ‘500, mostra la stessa radice. Con molta probabilità le coste più meridionali della Calabria, nel 3° o 4° millennio a.C. molto più verdi di oggi, hanno ospitato i primi bovini podolici importati dal Ponto Eusino. La memoria dei grandi vitelli bianchi potrebbe spiegare la connessione con vituli, voce latina per vitelli, ma la “i” iniziale di “vituli” è breve, non lunga come in “Italia”, e ciò avvalora l’ipotesi della derivazione da Aithàleia.

Sebastiano Tafaro

Il professor Sebastiano Tafaro classe 1936 è nato a Minervino Murge in provincia di Bari ed è Onorario dell'Università degli Studi di Bari. Animatore e co-conduttore di una serie di dibattiti politici storici e filosofici.