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Al Petruzzelli, ieri pomeriggio “Winners”, il film che racconta le peripezie di un “OSCAR”, sì proprio l’OSCAR, la statuetta tanto ambita nel mondo del Cinema, ma che in Iran è proibito riceverla.

Il film, del regista Hassan Nazer, segue il percorso della Statuetta, che dimenticata sul sedile di un taxi, finisce fra mucchi di rifiuti, in una zona remota dell’Iran, per poi finire miracolosamente nelle mani di un ragazzino, Yahya (interpretato dal piccolo Parsa Magari), afghano rifugiato con la giovane madre in un’area arida nel nord dell’ Iran, Padeh per la precisione.

Si tratta dell’Oscar, che nella realtà il regista iraniano Asghar Farhadi ha ricevuto nel 2017 per il film il Cliente e a cui era stato negato il diritto di partecipare alla cerimonia quell’anno, dopo che Trump aveva istituito il suo “Muslim ban”.

L’odissea dell’Oscar, che Yahya e la sua amica Layla (Helia Mohammadkhani)  non riconoscono come tale, sfiora talvolta il sorriso dello spettatore che si intenerisce di fronte al candore di quel ragazzino che, pur appassionato di cinema non ha mai visto quella statuina e la ricopre con un vestitino di Barbie per nasconderne le nudità. La custodisce ad ogni costo rischiando le botte degli amichetti che vogliono portargliela via e le autorità che quando scoprono che è lui a possederla lo cercano, ma Yahia è già fuggito a Teheran con l’aiuto di altri due personaggi Nasser Khan (Reza Naji) e dell suo assistente, Saber (Hossein Abedini ), commercianti di rottami che usano i bambini delle scuole locali per rovistare in una discarica vicina.

Il film girato nella città natale del regista, Garmsar, con attori locali – ritrae un Iran sia rurale che urbano e allo stesso tempo appassionato di cinema, ma incapace mostrarlo senza paura, in quanto in Iran la passione e la cultura per il cinema sono sempre in contrasto.

Nel film i trofei cinematografici, come l’Oscar e l’Orso d’argento di Berlino, passano di mano in mano, diventando talora oggetti di baratto in cambio di pochi denari. E rappresentano una metafora perfetta di ciò che i registi iraniani devono sopportare dopo essere stati venerati nei festival internazionali, l’oblio e la clandestinità nel loro paese.

L’avventura della oscar si concluderà con il viaggio di Yahya che scappa con l’Oscar a Teheran per consegnarlo personalmente al destinatario e sul taxi, ironia della sorte si imbatte nel tassista assolutamente ripreso di spalle e che si lascia intendere che sia il regista vincitore, costretto a fare il tassista per campare.

Hassan Nazer, ieri al Petruzzelli ha presentato il film. Il regista fuggito da Teheran, venti anni fa, quando ha capito di essere in pericolo. Ora vive nel Regno Unito che ha candidato la sua pellicola “Winners” al premio Oscar. Il film, presentato al nostro Bif&st nel giorno dedicato ai cineasti iraniani, è un omaggio Al cinema iraniano.

Foto di Raffaella Fasano (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.