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Un pieno di Emergency, questi giorni a Bari e in Puglia, grazie alla presenza di Simonetta Gola, responsabile della Comunicazione e moglie del fondatore di Emergency, Gino Strada, morto nell’agosto 2021.

Alle 11 di stamattina, alla presenza del vice Sindaco Eugenio Di Sciascio, ex pro Rettore del Politecnico (nelle veci del sindaco Antonio Decaro), del Consigliere Domenico Scaramuzzi, Presidente della Commissione Welfare, dell’Assessore Francesca Bottalico, dell’avvocato Gianlucio Smaldone Presidente del II Municipio e il Presidente del Consiglio Comunale Michelangelo Cavone, si è tenuta l’inaugurazione di una strada intitolata al fondatore di Emergency.

Si tratta della traversa 184 di Via Amendola, di fronte all’Ospedale Pediatrico Giovanni XIII. A scoprire la targa ricoperta dal telo biancorosso i colori della nostra Bari, Simonetta Gola, che ha ringraziato le istituzioni baresi e ha ricordato come in meno di 2 anni tante strutture sono state dedicate alla memoria di Gino, segno che si vuole continuare ad agire per raggiungere l’obiettivo di pace di cui Gino Strada era fervente sostenitore. A promuovere l’iniziativa è stato il gruppo cittadino di Emergency, sostenuto dal Comune, in modo particolare dall’Assessore Scaramuzzi. Con questo bellissimo e sensibile gesto del Comune di Bari – scrive la direzione di Emergency – viene consegnata alle generazioni future la memoria di una persona che ha donato la propria intera esistenza agli ultimi.

Dunque un sentito ringraziamento da parte di noi cittadini baresi che ci fa sentire fieri della sensibilità dimostrata.

Il Vice sindaco Di Sciascio ha detto che in uno scenario in cui la vita umana ha poco valore vogliamo lasciare un monito per i giovani e questa targa è il segno di chi come Gino aborriva la guerra. Guerra che oggi le giovani generazioni stanno vivendo in Europa.

E a concludere l’evento, la lettura da parte di una volontaria Emergency, Manuela Zivacudis di una citazione di Gino Strada :..non fa per me dividere il mondo tra chi ha diritto a qualche antidolorifico e chi può accedere a qualsiasi trattamento medico avanzato…uguaglianza, qualità e responsabilità sociale possono essere le basi di una medicina rispettosa.

Sempre nel segno della cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, ieri primo marzo, alle 18.30, nella libreria Laterza è stato presentato l’ultimo libro di Gino Strada “Una persona alla volta”, con la partecipazione di Simonetta Gola, curatrice del libro. A moderare il dibattito Vito Marinelli giornalista di La Repubblica Bari.

Una persona alla volta è il racconto in prima persona dell’ impegno di Gino, durato tutta la vita, il cui obiettivo di pace risuona così urgente come in questi giorni in cui un nuovo conflitto porta la distruzione alle porte dell’Europa.

Simonetta, intervistata da Vito Marinelli ha tenuto una conferenza con i presenti, raccontando e commentando gli effetti della guerra, dei diritti civili umani, senza tralasciare aneddoti e bizze di Gino Strada.

Gino, il medico di Sesto San Giovanni, Milano, che insieme a un’ottima squadra di amici diede vita a Emergency – Life Support for Civilian War Victims, meglio nota con la denominazione breve Emergency, un’associazione umanitaria italiana, fondata il 15 maggio 1994 a Milano da lui, dalla prima moglie Teresa Sarti,  Carlo Garbagnati e Giulio Cristoffanini.

Una squadra essenziale, ha detto Simonetta, senza la quale Emergency non sarebbe nata.

Gli obiettivi dichiarati di Emergency sono offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà; anche grazie al coordinamento e all’attività dei volontari sul territorio, l’associazione promuove attivamente i valori di pace, solidarietà e rispetto, offre cure alle vittime della povertà in paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite. Dal 2005 Emergency opera anche in Italia, per garantire a tutti il rispetto del diritto a essere curati sancito anche dalla Costituzione.

Emergency dichiara di essere intervenuta, dal 1994, in 17 paesi, curando oltre 11 milioni di persone. Nel territorio italiano, sono presenti circa 160 gruppi locali legati a Emergency, per un totale di circa 4.000 volontari che con iniziative varie sensibilizzano l’opinione pubblica sui temi della pace e della solidarietà e rispetto dei diritti umani.

Davanti ad una numerosa platea, presenti molti giovani studenti provenienti da “ Liceo Scientifico Fermi” di Bari, Simonetta ha sottolineato l’ideale di Gino e della sua contrarietà alla guerra , guerra in tutti i sensi, anche quando la si appella guerra giusta, in quanto umanitaria o per i diritti umani. Perché la pace, ha sempre ripetuto Strada, appartiene all’uomo, non è né di destra né di sinistra.

Oltre la relazione di tipo pacifista , il dibattito ha preso una svolta leggera, domande curiose sono state poste sia da parte del pubblico, sia dal moderatore, il quale ad un certo punto ha detto:-ho scoperto che Gino amava stare con gli amici, relazionarsi e conviviare, atteggiamenti non conformi a chi si occupa di problemi seri e importanti. Simonetta ha risposto:- Gino respingeva l’idea del sacrificio, a lui piaceva i suo lavoro e si dedicava al 100 per cento, ma quando aveva tempo libero faceva tutt’altro, se lo godeva il tempo libero. Il venerdì, per dirne una, giorno di festa nei paesi arabi, Gino preparava la pasta fresca che poi condivideva con il suo staff e il giovedì sera giocava a poker. Faceva questo perché teneva unito il gruppo sia quando lavorava sia quando no.

Lui diceva c’è il tempo per ogni cosa non è che bisogna essere sempre votati alla missione.

Ne emerge una figura bella , il carisma di un uomo che pur risolvendo le sorti del mondo, non si atteggiava ad Atlante sulle cui spalle si poggia il mondo.

Simonetta ha poi proseguito nella descrizione delle passioni di Gino. Una era per la Normandia, e più in generale, di tutti i posti che ricordavano la seconda guerra mondiale, come Hiroshima . Durante la sua permanenza in Giappone, Gino era venuto a conoscenza di tante gru fatte con origami da parte di bambini.

C’è una leggenda in Giappone che se fai 1000 origami puoi esprimere un desiderio. Una bimba aveva espresso io desiderio di vivere , ma dopo la millesima gru è morta. A Hiroshima sono morte 250 mila persone, ma sono solo una frazione , perché nel tempo sono morte altre migliaia, a causa degli effetti perduranti dell’atomica. Il pericolo , ha sottolineato Simonetta Gola è quello di un’escalation nucleare che è sottovalutato in modo incosciente.
Noi continuiamo a parlare di nucleare liberamente quasi fosse una cosa naturale.

Infine Simonetta ha aggiunto un’altra nota di rammarico per Gino.

L’esperienza di una collaborazione sanitaria in Calabria. Gli era stato chiesto dal Commissario sanitario Cotticelli della Calabria se volesse assumere questo incarico. A Gino piaceva l’idea perché la Calabria è un fanalino di coda e sperava di iniziare una collaborazione sanitaria, ma siccome nessuno lo ascoltava, mollò: non esiste persona peggiore di chi non vuole essere aiutato, disse Gino.

Alla domanda come è attualmente lo stato di Emergency, dopo la morte del fondatore –Emergency è orfana -risponde Simonetta- non c’è ancora una persona come Gino, d’altra parte occorre una persona non solo capace, ma che abbia la sua stessa determinazione.

E già, aggiungo io che scrivo occorre quel quid in più, una lungimiranza che nonostante lo scetticismo iniziale di molti, ha creato qualcosa su cui nessuno avrebbe mai scommesso.

Tuttavia aggiunge Simonetta , la strada lui l’ha tracciata e noi la seguiamo.

Bellissimo incontro, parole scevre da ogni forma di mitizzazione.

Ritratto bellissimo e conforme e reale.

Nel racconto Simonetta ha avuto un distacco, quasi da cronaca.

Sono partite poi le domande dal pubblico, un ragazzo del liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ chiede se è possibile nascere con i valori di solidarietà di Gino.

All’ epoca di Gino si rivendicavano questi valori ma la scelta di battersi per farli valere dipende da una scelta personale e vale in ogni epoca..

Quanto all’accusa rivolta a Gino di essere comunista e radical chic, e di avere privilegi e lussi, come l’orologio Rolex che esibiva senza vergognarsene, Simonetta ha risposto che tutte le persone dovrebbero avere privilegi e che il suo obiettivo è proprio quello di elevare lo standard umanitario dei privilegi, -anch’io li ho- ha detto Simonetta Gola e di qui l’applauso sentito e spontaneo del pubblico.

Gino aveva un Rolex regalatogli da Gino Paoli , ma lui era molto libero e non si nascondeva di indossarlo.

Dopo la sua morte è stato scritto di tutto, che era cittadino svizzero e aveva capitali in Svizzera, che viveva in un attico con piscina quando invece la loro casa è in un seminterrato.

Alla domanda -Vede una persona che può sostituire e cambiare le sorti nel mondo?

-In questo momento non la vedo, Gino incideva sulla realtà aveva un talento ed una determinazione tale, ma tutti potremmo avercela-.

Presente l’oncologo Geni Palmiotti che ha auspicato una facoltà medica intestata a Gino.

L’ultimo auspicio, quello di Leo Palmisano, scrittore e autore d’inchieste, che ha sottolineato da un lato la necessità dell’apertura dei porti nel Mediterraneo (e il riferimento agli episodi degli ultimi giorni è inevitabile) e dall’altro l’apprezzamento ad Emergency che presta aiuti in mare .

Simonetta a quest’ ultimo proposito ha accennato a un problema politico e sociale, l’accordo dell’Italia con la Libia.

La Libia è un paese in guerra e l’Italia ha fatto accordo che si tenga gli

immigranti , costi quel che costi. Le persone vengono trattenute, incarcerate, abusate e pure vendute.

L’accordo non riguarda solo Governo Italiano ma l’Europa.

E per farci comprendere il dramma dei migranti che rischiano la vita e sfidano le insidie del mare pur di salvarsi è per non vivere più le brutture dei loro paesi in guerra e a tal proposito ha citato una frase famosa-se uno non si butta dalla finestra è perché ha talmente il fuoco dentro che non ha paura del vuoto-.

La piacevole ma altrettanto sensibilizzante chiacchierata della Responsabile della comunicazione Emergency si è conclusa con una dedica sul libro “Una persona alla volta” ed è sfociata in una passeggiata nella città vecchia di Bari, in compagnia del gruppo di volontari Emergency e con l’assaggio della nostra cucina barese.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.