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Il suo nome era Vladimiro. Alla ricerca del lupo cerviero” dello scrittore e divulgatore scientifico Flavio Lucibello è un emozionante romanzo narrato in prima persona dal protagonista, Giulio, un giovane ricercatore universitario ed etologo, incaricato di fare uno studio sulla possibile reintroduzione della lince nell’Appennino abruzzese, da tempo scomparsa in quei luoghi; il suo studio è fondamentale per valutare l’impatto che la lince potrebbe avere sull’ecosistema, e per appurare la possibilità di sopravvivenza della specie. Giulio comincia la sua ricerca nei pressi di un paesino, Fosso Ombroso, in cui incontra l’unico abitante rimasto, il sessantaduenne Vladimiro – «Il suo nome era Vladimiro, era nato nel 1928 e suo padre, macchinista ferroviere, folgorato dalla Rivoluzione Russa, esplosa pochi anni prima, aveva voluto fare un omaggio a Vladimir Il’ič Ul’janov, detto Lenin». Fosso Ombroso era stato abbandonato nel dopo guerra: gli abitanti lo avevano lasciato per trasferirsi più in basso, dove c’erano migliori collegamenti con la via provinciale; Vladimiro non era voluto andare via e si era ritirato in solitudine insieme al suo amato pastore abruzzese, che aveva chiamato Annibale. Quando Giulio incontra per la prima volta l’uomo non ne ha una buona impressione; Vladimiro è molto scostante e brusco, e anche la sua apparenza lascia a desiderare: porta lunghi capelli bianchi fino alle spalle e ha una folta barba, indossa pantaloni da lavoro un po’ rattoppati tenuti su da bretelle con il bottone e una maglia di lana grezza di un colore indefinito. Sembra uscito da una di quelle storie di montagna in cui c’è il folle del paese che non ama avere rapporti umani; in realtà, però, Vladimiro cela la sua vera personalità, che Giulio potrà apprezzare solo dopo diversi incontri con lui. Il giovane scopre infatti un animo sensibile e un grande intenditore della natura e della montagna: insieme a Vladimiro comincia a esplorare la zona e a conoscere i meravigliosi animali che vi abitano, e allo stesso tempo instaura un’amicizia sempre più forte con quel complicato uomo dei boschi. Flavio Lucibello narra una delicata vicenda in cui sottolinea l’importanza dei rapporti umani e la necessità di proteggere i doni che Madre Natura continua ad offrirci, nonostante i nostri comportamenti scellerati. Tra aneddoti sul lupo cerviero – lo spirito dei boschi – e commoventi atti d’amicizia, conosciamo le storie di due uomini che non sono poi tanto diversi: entrambi con un cuore sofferente, alla ricerca di comprensione e d’amore.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.