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Cassandra, la mitica sacerdotessa greca che prevedeva futuro e sventure senza mai essere creduta, rievocata nel Libro del libro di poesie “Cassandra: La mia patria fu il vento”, autrice Stefania Lupelli, edito da La Matrice.

La presentazione si è tenuta presso l’Auditorium dell’IISS “Marco Polo” di Bari in via Bartolo.

Presenti l’Assessora alle Politiche giovanili e Pubblica Istruzione, Paola Romano, il Presidente del II Municipio, Gianlucio Smaldone, la consigliera del 2° Municipio, Loredana Battista, delegata del Sindaco.

A moderare l’evento Sandro Marano, poeta e critico letterario, che ha curato la postfazione del testo e Manlio Triggiani, giornalista, che invece si è occupato della Prefazione.

La Dirigente dell’IISS “Marco Polo”, Rosa Scarcia ha introdotto l’evento, e dopo aver accennato al messaggio della scrittrice, vale a dire l’incertezza che governa il nostro tempo, ha ceduto la parola all’Assessora Romano.

Non è la prima volta che la Dirigente ospita nel suo Istituto scrittori e poeti disposti a dialogare con gli alunni.  – Ritengo che la lettura rappresenti ancora oggi un’importante leva per la crescita culturale dei giovani – ha infatti affermato la Prof.ssa Scarcia.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Progetto d’istituto “Del Leggere” e delle iniziative promosse dalla Rete di biblioteche scolastiche della Puglia, per di più finanziato dal Comune  al quale hanno aderito diverse classi dell’istituto Marco Polo, guidate nell’esplorazione e comprensione dei contenuti dalle docenti Ada Carabba, Francesca Longo, Giovanna De Gennaro e Angelarita De Canio che hanno affrontato le tematiche del libro secondo differenti punti di vista.

L’assessora alle Politiche giovanili, Paola Romano ha presentato il progetto, sottolineando l’importanza dell’arte dello scrivere, specialmente se si tratta di scrittrici, e ha informato della recente inaugurazione di un a Biblioteca nel Municipio 4 , a Carbonara.

Ho intervistato la giovane autrice, Stefania Lupelli di soli 27 anni, diplomata al Liceo Classico e laureata in Lettere classiche.

– Come nasce l’idea di scrivere un libro e per giunta su Cassandra?

Stefania ha risposto che scrive da quando era piccolissima-inizialmente mi piaceva il romanzo fantasy. Poi grazie agli studi classici, ho scoperto il mito dell’epica e dei valori che sono sicuramente ancora attuali. Il libro” La mia patria fu il vento” parte da Cassandra però poi prende una strada diversa, una strada moderna con cui si sottolinea la difficoltà di comunicare e con cui si esprime il sentimento della morte e del dolore. Il libro -aggiunge Stefania- va alla ricerca di una risposta, un contatto con l’altro che non ha mai un esito positivo e l’opera si conclude in maniera pessimistica.

Un contenuto abbastanza forte e impegnativo, dunque, soprattutto se lo rapportiamo alla giovane età della scrittrice.

-Una tragedia? –chiedo.

-No, non tragedia: è una visione tragica, negativa della vita perché basata su una solitudine esistenziale, in quanto la comunicazione non funziona mai.

E se Cassandra è la musa ispiratrice del libro, dulcis in fundo, Leopardi è il poeta che più l’ha ispirata. Insomma un pessimismo a 360 gradi quello di Stefania e di cui la scrittrice sembra ne vada fiera.

Durante la presentazione, sono stati letti alcuni versi del poemetto dall’attrice teatrale Enrica Aglaia Milella, intervallati da canzoni eseguite alla chitarra da una giovane studentessa Nicolaia.

Ci si rende subito conto, come sottolinea il presidente del municipio Smaldone, che siamo di fronte a una giovane scrittrice che a differenza di altri giovani sui social, affronta un tema insolito: un mito classico.

Non solo, io aggiungerei che si tratta di un personaggio complesso: Cassandra, la donna, per antonomasia, dalle verità assolute che nessuno vuole condividere. Ecco allora il punto in cui il mito si attualizza e modernizza, l’incomunicabilità. Incomunicabilità che caratterizza i giovani del nostro tempo, quasi a dispetto di quell’apparente e generale edonismo che li caratterizza. Molti giovani – precisa Stefania – sono afflitti dalla Sindrome di Cassandra, cioè di non essere ascoltati.

-Ancora-secondo un’interpretazione di una delle docenti partecipanti al Progetto-Cassandra può essere intesa come tutte le donne che gridano aiuto e non sono mai ascoltate e credute.

Sin dal primo poemetto La mia patria fu il vento Cassandra appare sfiduciata e senza fede.

E’ un monologo molto femminile –ha precisato il giornalista Manlio Triggiani – che intercetta uno dei sentire di questa epoca, se da un lato infatti si percepisce il mito, dall’altro si sente il riflesso dei pensieri e interrogazioni ricorrenti che ci poniamo da sempre. “Il titolo stesso-spiega il giornalista- e cioè il vento allude tanto all’imperscrutabilità dello spirito che soffia dovunque vuole, quanto alla precarietà di un’esistenza senza radici”.

Stefania è una docente di materie classiche e utilizza i concetti classici con i quali si rivolge al lettore ed esprime il suo vivere in difficoltà. Un pessimismo particolare perché non è solo il suo sentire ma proprio una sua visione del mondo. Stefania si sofferma sul concetto della morte che l’uomo generalmente non percepisce come lineare: l’uomo pensa che il tempo sia eterno, invece il tempo ha un inizio e una fine.

Alla domanda che consiglio vuole dare ai giovani che hanno il sogno di scrivere, Stefania ha risposto – chi vuole scrivere deve dire quello che pensa e non pensare ad accattivarsi il pubblico. E si capisce che è proprio quello che fa lei, noncurante dell’effetto che il suo libro possa avere sui lettori.  Molto altro ancora resta da scoprire della Lupelli/Cassandra nella lettura dei suoi versi.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.