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Prende sempre più piede nel nostro Paese la «finanza alternativa green»sostenuta e rappresentata dalla sempre più grande comunità di «investitori etici» che si ritrovano su Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico.

«Lo scopo è quello precipuo di finanziare progetti finalizzati alla riduzione delle emissioni di CO2» puntualizza Niccolò Sovicoceo, ideatore e co-fondatore della piattaforma.

In Italia, la crescita di questa «finanza etica» a favore dell’ambiente su base annua è del +138%. Insomma nell’ultimo anno la «raccolta green» è più che raddoppiata.

«Grazie anche ad un numero crescente di persone che vogliono differenziare il loro portafoglio di investimenti, integrandolo con opportunità dal rendimento medio-alto e nel contempo stabili e resilienti rispetto —ad esempio— all’andamento del mercato azionario» spiega Giorgio Mottironicso e co-fondatore di Ener2Crowd nonché chief analyst del GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde.

Attraverso le opportunità di investimento disponibili sulla piattaforma, è infatti possibile “vivere” la riduzione delle emissioni di CO2 come un’opportunità. Secondo l’Indicatore di Intensità Sostenibile di Investimento (ISI) —aggiornato costantemente dagli analisti di Ener2Crowd.com—, ogni euro investito produce una riduzione di emissioni di CO2 pari a 0,52 kg.

«È un dato molto importante perché —ad esempio— nella nostra economia ogni euro di PIL produce 0,25 kg di CO2» puntualizza Giorgio Mottironi.

E se nel modello economico basato sulle fonti fossili una tonnellata di CO2 produce danni per un controvalore di circa 100 euro, nel mondo della finanza alternativa green ogni tonnellata di CO2 abbattuta produce un rendimento annuo di 100 euro.

Ener2Crowd.com, che è l’unica dimensione finanziaria a tenere sotto controllo e a dichiarare gli impatti legati agli investimenti, ha creato una classifica delle regioni per distribuzione di capitali destinati alla costruzione di un futuro sostenibile

A guidare la classifica con la maggiore percentuale di spesa capex è la Lombardia (36,33%), seguita da Veneto con il 14,56%, Emilia-Romagna con l’11,09% e Piemonte con l’8,83%, confermando dunque una partecipazione a trazione prevalentemente legata alle regioni del Nord Italia.

Per il Centro, il Lazio compare invece al 5° posto con il 5,73%. Seguono poi in graduatoria Liguria (3,08%), Toscana (2,81%) —che però si distingue per quantità di partecipanti rispetto ai volumi, rappresentando così la regione a maggiore partecipazione dal basso—, Campania (2,45%), Sicilia (2,28%), Friuli-Venezia Giulia (1,83%), Marche (1,52%), Abruzzo (1,47%) e Puglia (1,09%). E, poi ancora, il resto delle regioni è invece sotto all’1%.

«Ottimi segnali provengono anche dalla Campania e dalla Sicilia. In quest’ultima regione si è concentrata l’attenzione di grandi utility che hanno sperimentato per la prima volta modelli di coinvolgimento delle comunità locali nella condivisione dei benefici prodotti dalla presenza di impianti agrivoltaici» commenta il ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

«Ma —in termini di euro-procapite— ad investire di più, con circa 7-10 mila euro a testa, sono ancora una volta i residenti delle regioni del Nord Italia e gli investitori provenienti dall’estero» conclude Niccolò Sovico.

Redazione

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