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A Gioia del Colle si discute sull’esodo giuliano dalmata in terra jonica. Un tema delicato, importante, irrinunciabile su cui la luce della verità non è piena e illuminante. Un tema su cui

si dice da molte parti, da sempre più storici per perpetua viva, attenta e giusta memoria. Come si dice ricordare fa bene , non dimenticare altrettando. L’abbandono forzato, da parte della quasi totalità del gruppo nazionale italiano, del suo territorio d’insediamento storico in Istria, a Fiume ed a Zara, passate dopo la seconda guerra mondiale dalla sovranità italiana a quella jugoslava è ancora, nella nostra contemporaneità, oggetto di approfondimenti. Utile per meglio capire la lettura di una monografia del professore di Martina Franca Vito Fumarola “Dall’Istria a Taranto per restare italiani”, dove, con la collaborazione Alessandra Coletta , esperta archivista è riuscito a coinvolgere gli alunni del Tito Livio di Martina Franca per la ricerca di carattere storico relative all’esodo di profughi istriani in terra jonica  riuscendo nell’impresa di un coinvolgimento con la scuola superiore di lingua italiana di Fiume ( oggi Rijeka, in Croazia) . Un gemellaggio celebrato in un incontro svoltosi a Roma nel palazzo di Montecitorio con la partecipazione di alunni e insegnanti dei rispettivi scuole. Il volume si apre con l’inquadramento storico del periodo bellico e postbellico nella regione della Venezia Giulia: sono ripercorse brevemente le controverse vicende militari, politiche e ideologiche di quei difficili anni. L’esodo di popolazioni dall’Istria e dalla Dalmazia verso altre regioni italiane. Tra queste regioni ci fu anche la Puglia, ove ne giunsero circa quattromila suddivisi tra Bari e provincia, Brindisi, la zona garganica, in particolare Vieste e infine Taranto, città scelta da molti perché sede, come la natia Pola, di un grande Arsenale militare :989 nomi per il capoluogo e 123 per i Comuni della provincia. Martina fu interessata con esuli temporaneamente residenti nel Convento dei Cappuccini. “E’ una pagina di storia rimasta disattesa per un lungo periodo storico a seguito di calcoli politici, di scelte politiche nazionali ed internazionali. Meglio ricordare, senza forme di strumentalizzazioni, come senza espressioni vittimistiche, quanti drammaticamente persero la loro esistenza nelle foibe vittime della violenza titina”. Cosi le parole dell’autore Vito Fumarola. Nella sala Javarone. dopo i saluti istituzionali del sindaco di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo e l’assessore alla cultura Lucio Romano, l’autore Vito Fumarola approfondirà il tema dialogando con il giornalista bitontino Marino Pagano. Inizio ore 18,30

 

Oreste Roberto Lanza

 

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.