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Ha esordito con ben quattro repliche, da Giovedì 8 a Domenica 11 Febbraio, al Teatro Piccinni di Bari, “ Perfetti Sconosciuti”, con la regia di Paolo Genovese.

Genovese, portando in scena l’adattamento del suo omonimo film “Perfetti sconosciuti” del 2016,ha debuttato come regista.

Una commedia brillante grazie all’esilarante interpretazione del cast, ma dall’amaro risvolto visti i segreti sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere appunto “perfetti sconosciuti”.
La scena si svolge quasi esclusivamente nell’elegante interno di una casa borghese: tre coppie di amici: due sposate da tempo, una fresca di nozze e un amico con una quasi fantomatica fidanzata riunitisi, per assistere ad un’eclissi lunare, a casa di Eva e Rocco (Valeria Solarino e Paolo Calabresi nei ruoli che al cinema furono di Kasia Smutniak e Marco Giallini ). I padroni di casa, sposati da anni, ma in crisi, e alle prese con l’educazione della figlia adolescente, decidono di organizzare una cena a casa loro, invitando alcuni loro amici di vecchia data. E così una alla volta giungono le singole coppie: Lele e Carlotta (Dino Abbrescia e Lorenza Indovina, sposati da dieci anni e con due figli). Entusiastico , scrosciante e generoso l’applauso del pubblico quando ad entrare in scena Dino Abbrescia, noto attore barese, che non si è risparmiato, durante lo svolgimento della commedia, battute in dialetto locale. E’ poi la volta di Cosimo e Bianca(Alice Bertini e Marco Bonini),novelli sposi , lui tassista e lei veterinaria che desiderano fortemente avere un figlio. A completare il cast Massimo De Lorenzo, pronto a calarsi nella parte del single incompreso che nel film fu di Giuseppe Battiston.

Andiamo al nocciolo della commedia: fra una battuta e l’altra (“ se paragoniamo il genere umano ad un Pc l’uomo è come un Windows, sa fare una cosa alla volta, la donna è come un Mac elegante, costa molto e comunica solo con simili”, commentano gli ospiti), a tavola, il gruppo si ritrova a discutere di una coppia di amici comuni che si è recentemente separata dopo che la moglie ha scoperto sul cellulare del marito i messaggi che quest’ultimo si scambiava con l’amante. Ispirata da questa vicenda, Eva, la padrona di casa, decide di proporre un “esperimento sociale”: mettere i propri cellulari sul tavolo e far sapere a tutti il contenuto di ogni messaggio o telefonata ricevuti nell’arco della serata. Inizialmente tutti sono riluttanti. Solo Bianca sempre ingenua e “senza peccato” pone il cellulare in bella vista senza esitare (“mio marito se lo ingoierebbe piuttosto”, dice ironicamente), gli altri vorrebbero evitare ma alla fine tutti cedono costretti a partecipare. Quello che doveva essere un semplice gioco, però, si trasforma ben presto in un paradossale tour de force di equivoci e segreti inconfessabili che vengono alla luce, scatenando il caos all’interno della casa. Indescrivibile l’ansia ogniqualvolta il cellulare, quel mostruoso aggeggio, squilla. Questo brutto gioco della verità però finirà per mettere gli amici l’uno a conoscenza dei segreti dell’altra, segreti non necessariamente peccaminosi, ma talora non detti semplicemente per pudore: Eva, per esempio, l’organizzatrice della cena, scopre che il marito sta affrontando una terapia psicologica con l’aiuto di un analista che non è lei e, viceversa, Rocco, chirurgo plastico di professione, viene a scoprire che la moglie intende rifarsi il seno servendosi dell’intervento di un altro professionista. Carlotta e Lele hanno entrambi relazioni adulterine (“ti sei messa le mutande ?”,è il messaggino che riceve Carlotta, di fronte all’incredulo Lele).

Gli sposi novelli, Bianca e Cosimo infrangeranno il loro idillio d’amore a causa della scoperta dei tradimenti di entrambi : “ E’ solo il mio ex si giustifica Carlotta e gli ex sono come i giapponesi non si arrendono mai”.

E infine il caro Beppe, single incallito, si rivela omosessuale.

Insomma un guazzabuglio di emozioni, tensioni, un gioco al massacro che, facendo cadere una ad una tutte le maschere indossate dai personaggi e rivelandone le bugie creerà rotture incolmabili fra questi perfetti sconosciuti.

Ma..così non è. Sorprendente il finale. Conclusasi l’eclissi, si scopre che in realtà il gioco proposto da Eva non è mai avvenuto, poiché Rocco si è categoricamente rifiutato di farlo, avendo intuito quanto potesse essere pericoloso scherzare con i propri segreti e la privacy. Tutti i segreti sono al sicuro e solo allo spettatore è stata data l’opportunità di vederli rivelati.

Il finale prosegue, così come le normali (ma insincere) vite dei protagonisti. I segreti che nascondono, però, sono stati ormai svelati da quella che si può definire la proiezione di ciò che sarebbe successo se avessero partecipato al gioco. .

Come Sliding Doors, il film  di Peter Wowitt, “ Perfetti Sconosciuti” propone  due facce della stessa realtà. La commedia ci mostra infatti cosa sarebbe successo se il gioco fosse stato fatto, ma la realtà del finale, è ben diversa. Il gioco è stato difatti sì proposto da Eva, ma nessuno dei partecipanti ha dato la propria adesione. Le bugie, i tradimenti e le slealtà compiute dai protagonisti sono reali, ma non sono mai state svelate. Ognuno deve infatti convivere con la propria coscienza, continuando a mentire e a vivere una doppia vita.

Un vero e proprio monito quello di Genovese: il cellulare, una scatola nera, ci si è messo tutto dentro quella sim ed è sbagliato giocarci. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?

Foto di Marcella Squeo (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.