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«Il ragazzo avrebbe pagato tutto l’oro del mondo pur di conoscere tutta la verità sul piano di Azrael, così da sventarlo e tornare sano e salvo in Paradiso. Eppure, nel profondo, egli sapeva di desiderare anche la Corona: bramava il Regno tanto quanto desiderava andarsene via. “Se fossi io il Re non ci sarebbe più alcun debole sopraffatto”»: Jacob Nub è il giovane protagonista del romanzo fantasy “Angeli & Demoni” di Valentino Bonu, il quale dovrà scegliere se abbracciare il suo destino o ribellarsi ad esso, se tradire il suo retaggio o accettarlo come parte di sé. Per diciassette anni Jacob è stato convinto di essere un orfano; un giorno, però, dopo aver ricevuto la visita di un Demone e di un Angelo, scopre di essere figlio di un’umana e del Demonio stesso: Azrael, sovrano del regno degli Inferi. Jacob è quindi un mezzo-demone, e come tale dovrebbe raggiungere suo padre nei reami infernali per rivestire il ruolo di Principe degli Inferi; l’Arcangelo Gabriele lo sottrae però dalle grinfie del demone che era stato mandato sulla Terra per rapirlo, e lo conduce in Paradiso. In questo luogo viene data una scelta a Jacob: servire il male o aiutare il bene a vincere la millenaria guerra che si combatte tra le schiere angeliche e quelle demoniache; è stato infatti profetizzato che il ragazzo sia il predestinato a porvi fine. Ma a quale fazione Jacob deciderà di appartenere alla fine? Valentino Bonu racconta una storia di crescita e di presa di consapevolezza in cui il suo giovane protagonista si troverà di fronte a un arduo compito: diventare un infiltrato degli Angeli in terra nemica; Jacob si reca infatti all’Inferno, conosce suo padre e comincia a spiarlo, per svelare i suoi diabolici piani. Allo stesso tempo inizia ad esplorare i suoi poteri, che crescono giorno dopo giorno, e a incontrare mezzi-demoni come lui, con i quali riesce ad instaurare anche dei legami di amicizia. Più Jacob trascorre del tempo all’Inferno, però, e più le tentazioni del male influiscono su di lui: suo padre vorrebbe lasciargli la gestione del regno e farlo quindi diventare Re ma ciò vorrebbe dire rinunciare alla luce, rinunciare al bene. Non è una scelta facile e la pressione comincia a spezzarlo – «Un sentimento di nostalgia prese il sopravvento sull’animo del giovane, in quel momento perfettamente a metà tra il Paradiso e l’Inferno»; ci vorrà coraggio e determinazione per non lasciarsi corrompere, e per fare la cosa giusta.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.