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Un grande dolore sublimato in arte e che diventa lo stimolo per regalare bellezza nel ricordo di un figlio perso troppo presto e tragicamente.
Visibilmente commesso Gianni D’ Accolti papà di Davide, giovane musicista morto in un incidente stradale a causa di un guidatore senza scrupoli che gli ha tolto la vita.
È stato proprio lui a presentare la Tosca e ad illustrare il motivo di portare in scena questa grande opera che ha nella sua storia alcuni elementi che si rifanno alla storia del ragazzo: l’odio e Il papà ha voluto poi ringraziare il sindaco e il vescovo presenti all’anfiteatro, proprio per l’alto significato della messa in scena che ha coinvolto diverse realtà musicali ed artistiche, locali e non.
Una realizzazione veramente curata nei minimi dettagli dagli interpreti al coro, dalla direzione all’ orchestra, dai costumi alla scenografia. L’anfiteatro gremito ha seguito con grande partecipazione ed interesse l’opera veramente coinvolgente e di grande impatto emotivo, date anche le parole del papà che lanciato più di un messaggio sull’ importanza dei valori.
È stata celebrata la vita con l’arte, la musica, valori immortali che travalicano la morte.
L’anfiteatro di Ponente di Molfetta ha ospitato un appuntamento d’eccezione: quello con la Tosca,organizzato e promosso dalle associazioni Musica d’Incanto Davide Gaetano D’Accolti e Operamia. A dirigere l’orchestra il maestro Rinaldi che ha sostituito il direttore Fratta, impossibilitato.
In scena Maria Luisa Lattante nel ruolo della protagonista, Enrico Guerra in quello del suo amato Cavaradossi, Gianfranco Cappellutti a impersonare l’antagonista Scarpia, insieme a tutto il prestigioso cast, nel quale compaiono anche i vincitori del Concorso Lirico Internazionale Davide Gaetano D’Accolti Yuan Zhao e Petr Tsehanovich, che hanno condotto gli spettatori alla riscoperta di uno dei titoli più amati dal pubblico per la sua aura drammatica e le memorabili melodie.
Sul palco, anche orchestra e coro: l’Orchestra Filarmonica Pugliese e l’Alter Chorus diretto dal M° Antonio Allegretta hanno accompagnato i solisti nella performance che ha previsto la messa in scena integrale dell’opera in tre atti.
L’evento si inserisce nella stagione Diversamente Musica 2023 della Filarmonica Pugliese e nasce dall’idea di Gianni D’Accolti con un fine nobile: quello di portare avanti il sogno di suo figlio Davide , lo studente dall’animo gentile di ingegneria e di pianoforte al Conservatorio di Bari che amava Wagner e Don Tonino Bello, ucciso nel 2016, a 23 anni, da un’auto che viaggiava contromano sulla statale 16 alla cui guida vi era un giovane sotto l’effetto di alcool e droga, condannato, poi, a tre anni e otto mesi.
Ma non un concerto ‘alla memoria di Davide’, spiega papà Gianni, bensì un ‘ inno alla vita. Ricordata durante la serata la molfettese Gabriella Cipriani, vittima della stessa tragica fine.
Dal 2016, D’Accolti oltre a cercare che sia fatta pienamente giustizia sul caso, insieme alla moglie e alla figlia, ha sempre promosso iniziative culturali coinvolgendo soprattutto i giovani, sostenendo con l’associazione che ha creato tutti i costi organizzativi e di gestione di modo che la fruizione risulti sempre gratuita e aperta a tutti, “perché tutti devono poter sperimentare la meraviglia della lirica in versione teatrale anche una sola volta nella vita”. Lo scopo è quello di partire dalla storia di Davide per lanciare un messaggio: celebrare la vita, ricordando che essa è anche responsabilità e attenzione per chi incontriamo: “Per un atto di egoismo, si possono rovinare moltissime
esistenze, un gesto di attenzione come non mettersi alla guida se non si è nelle condizioni per farlo, può salvare se stessi e gli altri”.
La produzione, resa possibile grazie al sostegno del Comune di Molfetta, è stata impreziosita dalle scene curate da Giuseppe Grasso , dalle luci di Giovanni Pirandello dall’utilizzo dei costumi realizzati da Angela Gassi insieme agli studenti dell’Istituto Professionale ‘Domenico Modugno’ di Polignano a Mare e della sartoria Shangrillà.
E ora ascoltiamo le parole di papà Gianni prima della messa in scena della Tosca.
Grazie per la sensibilità al direttore Michele Traversa