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Uno spettacolo nello spettacolo. Può definirsi così “La storia bandita”, che viene offerto in estate nel Parco della Grancia, a Brindisi di Montagna, a un tiro di schioppo da Potenza. Sì, perché lo spettatore quasi non distingue lo spettacolo teatrale da quello naturale. In altri termini, il palco, costituito da una vallata sormontata dal magnifico castello di Brindisi, è di per sé uno spettacolo con la S maiuscola. Ma cos’altro potrebbe volersi? Le poiane scrutano il cielo con un movimento dolce e nel contempo minaccioso, le ginestre tingono di giallo il verde intenso delle querce che, a loro volta, regalano aria pura e tranquillità. Si respira aria di sacralità data dal tempo. Il visitatore, muovendo i primi passi nel parco, pensa inevitabilmente di essere entrato in un luogo pieno di storia: gli alberi sembrano volerla sussurrare. Sì, sussurrare, perché è bandita, sembra quasi oscurata nei libri scolastici. Non ha trovato riscatto per tanto, troppo tempo. Finalmente ci pensa la Grancia.

Al timone della squadra virtuosa che rende possibile gli spettacoli in questo splendido Parco, Nicola Manfredelli, giornalista, presidente del Consorzio Eccellenze Turistiche Italiane, che gestisce il Parco Storico Rurale e Ambientale della Grancia; presidente del movimento Lucania Viva, promotore del Comitato Referendum Basilicata che si sta costituendo contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata.

Dopo una pausa un po’ dilatata (quattro anni per colpa del Covid e dei difficili rapporti con alcuni enti) è ripartito – e verrà proposto fino a tutto settembre – il cinespettacolo tra i più grandi d’Europa, che vede impegnati quasi 300 figuranti. La voce narrante è di Michele Placido, che prende le vesti di Carmine Crocco, celebre brigante, e garantisce, con la sua profondità, emozioni forti.
Si narra la storia dei briganti, troppo spesso dimenticata, che versarono fiumi di sangue per regalare la libertà ai lucani. A capo Carmine Crocco, affiancato da Ninco Nanco, uomo disposto a tutto pur di assicurare autonomia al suo popolo. E’ difficile – se non impossibile – non commuoversi di fronte alle emozioni forti narrate ne “la storia bandita”, storia di libertà, di amore per la propria terra, di ingiustizie, di tradimenti.

La rappresentazione fa sfoggio di effetti speciali all’avanguardia: si pensi alla proiezione di immagini sul pelo dell’acqua spruzzata ad altissima pressione. C’è lo zampino di Rambaldi, padre di E.T., vincitore di due Oscar per gli effetti speciali in Alien di Ridley Scott e del già nominato capolavoro di Spielberg.

La ripresa del cinespettacolo, dopo la dolorosa pausa imposta dalla pandemia, merita ogni apprezzamento anche perché ha dimostrato che le professionalità lucane (iperspecializzazione necessaria per gli effetti speciali) godono di piena autonomia e non necessitano di importare figure dal nord e perfino oltreconfine, come accadeva nei primi anni di attività. “In momenti di crisi occupazionale come quello che viviamo, è senz’altro confortante constatare che la Grancia è riuscita a creare occupazione, a dare speranza alla gente del posto che si è specializzata per garantire l’esperienza migliore possibile allo spettatore”, afferma Manfredelli, che non manca di esaltare il ruolo turistico che svolge il Parco.

In questo luogo incantevole risiedono la gentilezza e l’ospitalità della gente perbene che popola la Lucania, “terra della luce”. Gente che vuole ad ogni costo – a ragione – scrollarsi di dosso l’etichetta di una regione depressa.

Lo spettacolo si realizza grazie a sforzi privatistici. E gli aiuti pubblici, erogati con grande facilità in molte occasioni, paradossalmente non hanno fra i destinatari la Grancia.

Manfredelli ha un chiodo fisso: recuperare a qualsiasi prezzo il tempo perso.
“In inverno – annuncia – intendiamo anche proporre “Il Bosco di Babbo Natale””.

Pare che la slitta di Babbo Natale fosse stata ideata e realizzata a Castelmezzano.

Ma quello messo in piedi nel Parco della Grancia è un gigantesco contenitore di iniziative che non si esauriscono in alcun modo nel cinespettacolo (regia di Gianpiero Francese).
I visitatori possono ammirare, con il naso all’insù, i rapaci (falchi, poiane, gufi e persino aquile) mentre si librano nel cielo durante lo spettacolo di falconeria. Grandi e piccini restano ammaliati di fronte allo spettacolo dei burattini, messo in scena dai Fratelli Ferraiolo, storica famiglia napoletana di burattinai. E possono anche assistere a pignoli laboratori per la produzione di miele e valorizzazione delle erbe officinali, tutto all’insegna della valorizzazione del territorio.

Questa è la Basilicata. Qui Cristo non si è fermato, direbbe l’incommensurabile Carlo Levi.

Date delle prossime rappresentazioni del cinespettacolo:

8, 15, 22, 29 luglio

4, 5, 11, 12, 15, 18, 19, 25, 26 agosto

2, 9, 16, 23 settembre

Foto di Giorgia Mangano (riproduzione riservata)

Giorgia Mangano

Giorgia Mangano, classe ’99, studentessa di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Nutre un sentimento viscerale verso la natura e in special modo verso gli animali, tutti, fin dalla tenera età. Amazzone, appassionata di equitazione. “Mamma” di Oscar (detto Osko), cavallo palomino. Particolarmente attenta alla salvaguardia dei diritti degli animali e dell’ambiente. Segue le orme dell’amato nonno, il celebre Tonino Mangano, giornalista professionista.