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Robin Hood, l’eroe popolare inglese, generoso giustiziere, che rubava ai ricchi per dare ai poveri, che restituiva ai cittadini le ingenti tasse incassate ingiustamente  dallo sceriffo di Nottingham, sabato 20 e domenica 21 Maggio al Teatro Petruzzelli. E poi ancora repliche  fino al 26 maggio, fra matinée e recite pomeridiane.  Robin Hood è il titolo dell’Opera per ragazzi, promossa dalla Fondazione Petruzzelli. Regia Marcel Sjm, musica del compositore Michele Dall’Ongaro e libretto Vincenzo DeVivo. A dirigere l’orchestra e il coro, Pietro  Mianiti.

Un’edizione divertente, allegra, ironica, a detta degli addetti ma che ha  tutti i messaggi morali che il mito di Robin Hood contiene. La rappresentazione si rivolge a un pubblico giovane, distinto in  fasce d’età. C’è una programmazione per bambini dai 5 ai 9 anni, poi da 9 fino a 14 anni, e poi quella per i giovani.

LSDmagazine, questa volta, è andata dietro le quinte, per conoscere meglio  il lavoro legato alla produzione dello spettacolo, quella preparazione che non è visibile direttamente al pubblico. In modo particolare c’è una categoria di persone sul set, dalle mani  magiche che allestiscono la scena che hanno la capacità di realizzare, rendere tangibile quello che sta nella testa di chi scrive o di chi dirige. Sono le mani dello scenografo. Un lavoro davvero impegnativo sia che si tratti di creare oggetti di scena sia che si tratti di ricercare esattamente ciò di cui il set ha bisogno per trasmettere perfettamente il tema.

Per questo, ritengo, sia  importante  divulgare il processo creativo che sta alla base di un’opera: per realizzare una scenografia teatrale, infatti,  serve un accurato studio della prospettiva e delle diverse tipologie di palcoscenico. Un lavoro minuzioso e meticoloso, basti pensare che la preparazione scenografica di Robin Hood é incominciata il 22 Aprile.

Scenografa di Robin Hood al Petruzzelli di Bari è Sanne Danz.

Sanne Danz (classe 1961) si è laureata all’Accademia d’arte Minerva di Groningen, nel 1986 presso il Dipartimento  di progettazione spaziale e progettazione ambientale. Dopo un anno opta per la scenografia e progetta scenografie per spettacoli di teatro, mimo e danza, spesso in esterni: oltre che in sale grandi e piccole, anche in fienili, capannoni di fabbriche, roulotte e tendoni da circo. Progetta anche mostre e insegna scenografia alla Theatre School di Amsterdam.

Negli Stati Uniti, nel 2003, ha disegnato la scenografia per lo spettacolo Once Upon a Forest della Children’s Theatre Company, che ha vinto un Tony Award regionale. La sua performance teatrale più interessante è stata la scenografia per Alice in Wonderland che le ha fatto vincere il premio Silver Cricket nel 2016, e via dicendo tanti altri innumerevoli premi. Per non parlare delle numerose  produzioni per la scenografia: oltre 171.

Ho incontrato Sanne Danz all’ingresso degli  artisti del Teatro Petruzzelli e a guardarla capisci già che è una vera “artista” che ama a dismisura il suo lavoro. Aspetto elegante, essenziale, creativo, Sanne  mi accoglie con un sorriso caloroso e passando attraverso il palcoscenico, ci accomodiamo per una chiacchierata (tutta rigorosamente in inglese!!).

Mi parli di lei, come nasce la sua carriera di scenografo. E quali sono stati i suoi lavori più noti prima di Robin Hood.

Ho iniziato 35 anni fa,  con  piccole esperienze in teatro fino ad arrivare a grandi teatri, come questo del Petruzzelli. Ho lavorato molto in Olanda, America, Germania, Austria. Il teatro per i bambini è la  mia specialità, mi rivolgo ad un pubblico di giovanissimi, perché mi piace come i bimbi vivono la vita, come entrano nello spettacolo, dai loro occhi traspare  gioia,  felicità. In Olanda si svolgono molte attività per loro, con la scuola, con il teatro, mostrando loro cosa si può fare con l’immaginazione e penso che questa sia una cosa davvero bella.

Una passione per il mondo il mondo infantile che l’ha indotta a creare una scenografia davvero straordinaria, di cui il pubblico si renderà conto andando a guardare Robin Hood nelle suddette date.

Come ha realizzato l’ambientazione  di questo Robin Hood?

Innanzitutto ho lavorato a stretto contatto con il Direttore delle scene e con lo staff. La storia è ambientata in un villaggio e in un bosco (la nota foresta di Sherwood). Penso che la Foresta che abbiamo creato sia davvero incantevole e speciale. Con la collaborazione del balloon artist Timnotsimon, il bosco è stato realizzato con materiale non riutilizzabile: palloncini che conferiscono agli alberi una forma completamente diversa da quella che conosciamo.

La desiderio di lavorare con questo materiale è stata rafforzata dalla collaborazione con i professionisti del reparto Allestimento del Petruzzelli. L’idea di utilizzare per Robin Hood un insolito materiale nasce dal desiderio di creare qualcosa di unico che non ho mai fatto finora, qualcosa di extra. La leggerezza dei palloncini consente di  dare forma affusolata alle foglie e colore al l’ambiente. Il mio modo di lavorare è renderlo quanto mai personale e mio e dare alla rappresentazione la giusta atmosfera.-

Quanto influenzano le nuove tecnologie sul  lavoro dello scenografo?

Per quanto mi riguarda, io lavoro con disegni fatti al pc (e mi mostra i bozzetti che ha creato per la scenografia di Robin Hood). La tecnologia avanzata, però, consente ai progettisti più giovani di realizzare molte più cose rispetto a me. In questo periodo ho lavorato con molti giovani che montano video e mi sono accorta che molte cose erano per me nuove. In realtà preferisco più la tecnica antica che la nuova tecnologia, perché mi piace toccare, tastare le cose che creo e anche perché sono antica (e ride).

Intanto durante la nostra chiacchierata, il palcoscenico ha assunto l’aspetto di un fitto e suggestivo bosco di palloncini, uno spettacolo a dir poco magico, sicuramente fonte di gioia per i bimbi che assisteranno allo spettacolo.

Al termine dell’intervista con Sanne Danz, ripercorrendo il palco, il  Direttore Tecnico della Produzione e Allestimenti della Fondazione Petruzzelli , Emanuele Pastoressa, ha fornito ulteriori informazioni circa luci e videoproiezioni. Osservando le tecniche di lavorazione, si capisce come la scenografia  ha avuto negli ultimi tempi un’accelerazione enorme in termini di sofisticazione e impiego di tecnologie d’avanguardia. Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie video permettono sicuramente di creare spazialità fantastiche: praticamente non ci sono più limiti alla realizzazione artistica. Quello che conta tuttavia è il risultato finale, quel momento magico dello spettacolo creato dalla scenografia in cui si è catturati quando si assiste ad una rappresentazione e Robin Hood stavolta stupirà.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.