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Domenica 16 aprile, alle 20, prosegue il cartellone di eventi di Digressione Music, l’etichetta indipendente fondata a Molfetta da Girolamo Samarelli. Nello studio di Digressione Music di via Santa Colomba 6, a Molfetta (ingresso libero), sarà presentato il disco «Bohemian Stories», dal duo formato dalla violinista Eleonora Turtur e dalla pianista Sara Costa. Le musiciste hanno inciso per l’etichetta molfettese un prezioso scrigno di alcuni «racconti musicali» del repertorio romantico boemo cameristico, per violino e pianoforte. Con musiche di Antonin Dvořák (Romantic Pieces op. 75), Leoš Janáček (Romance e Dumka), Josef Suk (Four Pieces op. 17) e Bedřich Smetana (Z domoviny – From the Homeland).

Nel XIX secolo siamo spettatori di un risveglio della coscienza nazionale che si propaga nei salotti letterari e nei teatri attraverso la tendenza dei musicisti a volersi emancipare dai modi dell’arte musicale egemone, attraverso una rivalutazione del patrimonio popolare, evidenziando caratteri di diverse tradizioni storico-musicali. Libertà, indipendenza, autonomia politica, l’amore verso la patria e la sicurezza della propria identità sono le principali forze motrici di questa epoca. L’intento dei musicisti è quello di creare uno stile che innalzi la lingua musicale del Paese a lingua musicale d’arte, infondendovi elementi nuovi e un autentico «carattere» nazionale. Nella Boemia, allora inclusa nell’impero asburgico, questo movimento nazionalista ha una particolare intensità, e da Ottocento inoltrato si può parlare di un vero e proprio «stile ceco».

Sara Costa pianista e Eleonora Turtur violinista

Tra i primi compositori che si dedicano all’esaltazione della particolare intonazione della melodia ceca vi è Bedřich Smetana (1824-1884): il suo è uno stile di scrittura musicale descrittivo, in cui racconta storie ispirate a leggende nazionali, vicende storiche molto remote, paesaggi naturali, motivi popolareschi, ritmi di danze paesane. L’altro insigne rappresentante della musica cèca del secondo Ottocento è Antonín Dvořák (1841-1904), il quale arricchisce la sua vasta produzione musicale con elementi tratti dal patrimonio popolare non solo del suo Paese, ma anche di altri popoli slavi (Slovacchia, Moravia, Ucraina, Russia).

Leoš Janáček (1854-1928) è un umile professore di musica della provincia morava, con una vita senza grandi avventure o illustri frequentazioni, senza troppi viaggi o riconoscimenti. Fino ai sessant’anni di vita, dove si identifica totalmente con la sua interiorità e con la sua visione del mondo. E la lunga storia di questa vita di lotte artistiche è raccontata da lui stesso attraverso la sua opera musicale.
Principe ereditario di Dvořák, Josef Suk (1874-1935), che nel 1898 sposò la figlia maggiore del grande compositore boemo, è fautore di una particolare sfumatura di tardo romanticismo del suo territorio, spiccatamente coloristica, estendendo al massimo l’armonia per creare uno stile più creativo e personale. Diversamente dai suoi compatrioti, non inserisce troppi riferimenti alla musica tradizionale ceca nelle sue composizioni.
Emilio Gagliano Candela