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“Riccardo va all’inferno”, il fim al Bif&st al Petruzzelli  stamane.  Un film del 2017, diretto da Roberta Torre, presentato al 35° Torino Film Festival nella sezione After Hours. Attori: Massimo Ranieri, Sonia Bergamasco, e tra gli altri Drusilla. Il film è tratto da un opera di William Shakeaspeare. Un musical un po’ splatter, alla Quentin Tarantino con tanti personaggi surreali alla ricerca di denaro e potere. A prima vista poteva sembrare una serie Netflix.

Ed ecco la storia: in un Fantastico Regno alle porte di una città di nome Roma, vive in un decadente Castello la Nobile Famiglia Mancini, stirpe di alto lignaggio che gestisce un florido traffico di droga e di malaffare. Qui, Riccardo Mancini (Massimo Ranieri) è da sempre in lotta con i fratelli per la supremazia e il comando della famiglia, dominata dagli uomini ma retta nell’ombra dalla potente Regina Madre (Sonia Bergamasco), grande tessitrice di equilibri perversi: un tragico e oscuro incidente l’ha reso zoppo e storpio fin dalla tenera età, minando fortemente la sua salute mentale e obbligandolo a trascorrere anni in un ospedale psichiatrico. Tornato a casa, apparentemente guarito, Riccardo inizia a tramare nell’ombra per assicurarsi attivamente il possesso della corona, assassinando chiunque ostacoli la sua scalata al potere… Ma quando diventa Re, perde tutto… Riccardo va all’inferno e lo fa sorridendo.

A seguire la Masterclass con Sonia Bergamasco, interprete del film, che non ha fatto riferimento al film, ma al libro che ha pubblicato “Un corpo per tutti”. Elegantissima è salita sul palco e con la sua voce suadente ha raccontato i suoi esordi: il suo passaggio dalla musica alla recitazione. Diplomata al Conservatorio, frequenta la scuola Teatro di Milano ed esordisce nel film “ La meglio Gioventù”. E’ il caso di dire che chi ben comincia è a metà dell’opera. Dunque Sonia dalla personalità eclettica, attrice, musicista e scrittrice.

Il libro ”Un corpo per tutti” si rivolge al lettore comune, ma a chi  ha paura di non farcela. L’idea di scrivere un libro, nasce da una richiesta ben precisa :” Ernesto Franco mi chiese se avessi voglia di pensare ad una sorta di manualetto femminile, che nel panorama italiano non esiste, una sorta di guida del mestiere dell’attore per far capire ad un pubblico ampio quale è lo spazio in cui un attore si muove. All’inizio la cosa mi ha spaventata perché faccio fatica  a parlare di me, ma poi mi sono resa conto dell’importanza della richiesta perché era necessario parlare della mia esperienza e porgerla agli altri.”

Il libro consta di 3 capitoli e racconta attraverso tanti esempi e riflessioni l’esperienza di Sonia. Innanzitutto la  ricerca della sua identità: dopo il diploma al conservatorio, la passione di fare teatro, alla quale si dedica completamente. La musica tuttavia è rimasta fondamentale nella sua figura di attrice, quel linguaggio formato dalla esperienza musicale, l’avrebbe sempre e definita e delineata rispetto agli altri.

Interessante il suo rapporto con Carmelo Bene, con il quale ha avuto  un rapporto di lavoro molto duro, perché lui esigeva non il massimo, ma l’impossibile.

Il  duro lavoro con Carmelo Bene  ha avuto il suo apice con l’ultima rappresentazione dell’opera teatrale  “Pinocchio”  che è il culto nella letteratura italiana. E’ stata una occasione unica .

Ad ascoltare Sonia si prova una sorta di tranquillità, pacata, racconta di tutto ed infatti come lei stessa dice :”Sono stata un po’ lumaca mi sarebbe piaciuto arrivare prima al punto, non ho pentimento per questo e non sono una che rincorre i sogni, ma sono una che i sogni li pratica ogni giorno studiando e perfezionando il mio lavoro, non sono secchiona, non ho fatto l’università, ma studio quello che mi interessa e ascolto, anzi mi metto in ascolto.”

Nell’ultima parte del libro, Sonia definisce il suo rapporto con il corpo. A vederla elegante, glamour, bionda alta si direbbe che dovrebbe esserne fiera, invece per lei non è facile mettersi a nudo.

Una attrice poliedrica, se pensiamo a come passa facilmente da ruoli drammatici come in “Chi ha paura di Virginia Woolf” (presentato a bari a febbraio scorso), a Livia la fidanzata un po’ strega del “Commissario Montalbano”, fino alla dottoressa comica Sironi con Checco Zalone in “Quo vado”.

Ha concluso: “Mi fanno fare sempre la parte della cattiva, forse perché sono bionda, occhi azzurri… e milanese” e di qua le risate del pubblico che hanno salutato l’attrice che gentilmente si è offerta a posare per selfie, e autografare il testo che ha scritto.

Foto di Marcella Squeo (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.