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Due Paesi, Italia e Tunisia; due Città, Taranto e Gabes; due destini incrociati: l’industria che diventa il fattore economico portante, ma l’ambizione di invertire la tendenza della propria comunicazione. Una visione comune: valorizzare le proprie eccellenze attraverso un progetto di contaminazione gastronomica.

Nell’ambito della manifestazione enogastronomica Ego Festival, Cozza e Granchio blu, un connubio ideale, sono diventati un piatto unico grazie al lavoro del cuoco tarantino Agostino Bartoli, resident chef de “Al Gatto Rosso”, e di quello Tunisino Mounir El Arem, executive del ristorante “Le Baroque” a Tunisi e da ben otto anni membro attivo della National Academy of Cuisine France. Il risultato del loro lavoro a quattro mani è stata una fregola sarda con bisque di Granchio blu rimasta sul fuoco 8 ore e costantemente raffreddata, con una cozza aperta sul fuoco con la sua acqua, e adagiata sulla pasta per rilasciare tutto il suo sapore umami.

“Con lo chef Mounir abbiamo svolto un complesso lavoro di ricerca – le parole di chef Agostino Bartoli – e abbiamo convenuto di non stravolgere le proprietà organolettiche dei due ingredienti, per mantenere intatto il loro gusto”. A fargli eco lo chef El Arem: “È stata un’ottima occasione per valorizzare entrambe le nostre cucine, l’incontro con chef Bartoli è stato proficuo e arricchente”.

Taranto e Gabes sono due città che hanno dato vita a una sinergia importante, il progetto “Best Tag”, un acronimo che, come ha sottolineato anche il dottor Massimo Lupis di ASSET, vuol dire anche “migliore etichetta dell’economia del mare, da apporre sui temi dello sviluppo sostenibile e della blue economy, per la creazione di un’agenzia che promuova l’utilizzo mirato della Cozza Nera e del Granchio Blu”.

Intervenuto in videoconferenza da Terra Madre, il salone di Slow Food a Torino, il vicesindaco di Taranto Fabrizio Manzulli ha rimarcato l’obiettivo del progetto, quello di “cambiare la narrazione di due città marittime che nel tempo sono divenute città industriali. Questi due prodotti eccellenti – ha proseguito Manzulli – attraverso una promozione congiunta e oculata, potranno diventare ingredienti imprescindibili nei menù di tutti i Paesi del Mediterraneo”.

“Abbiamo voluto fortemente inserire questo appuntamento nell’ambito della settimana di Ego Festival – ha dichiarato la giornalista e fondatrice della manifestazione, Monica Caradonna – perché crediamo che il processo di rinascita di queste due città possa passare anche dal cibo. In questo progetto di contaminazione culturale è stato importante lo scambio di conoscenze tra i due chef, qui è racchiusa la vera essenza del Mediterraneo, un mare che unisce mondi diversi e che permette loro di compenetrarsi a vicenda”.

Redazione

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