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Caparezza incanta il pubblico del Locus festival nella suggestiva cornice del Parco Archeologico di Egnazia. La tappa del nuovo album Exuvia del rapper, cantautore e produttore molfettese registra il tutto esaurito. Non solo un concerto, ma un’esperienza immersiva a tutto tondo: coniuga infatti il territorio al teatro. Exuvia, attraverso il tour, regala allo spettatore la sensazione di trovarsi in una “foresta”, vista come il luogo in cui si attuano i cambiamenti. Michele Salvemini, così all’anagrafe Caparezza, ne è convinto: “E’ nella foresta che si tengono i riti di passaggio”, spiega aprendo il concerto, che tiene gli spettatori in visibilio per quasi tre ore. L’evento non rispetta i soliti stereotipi, ma riesce a creare un binomio fatto di messaggi lanciati dal palco e di uno dei prodotti cardini del territorio: il vino. Tormaresca, casa vinicola del gruppo Antinori, sponsor e organizzatore dell’evento, intende generare un circuito virtuoso che abbia come denominatore comune la Puglia. Ed ecco che a calcare il palco è un pugliese verace, nei calici c’è il vino regionale e il sipario naturale è uno dei luoghi più interessanti sul piano archeologico, gli scavi di Egnazia, vicino a Fasano. Il Locus festival, che terminerà il 3 settembre, è ambizioso negli obiettivi. La scommessa di esaltare il territorio e i suoi tesori appare una scelta obbligata all’indomani di uno dei periodi più drammatici che la gente abbia vissuto con la pandemia.  

Il pubblico pare recepire il messaggio apprezzando non solo il concerto, ma facendo suoi i messaggi che lo stesso Caparezza lancia. Insomma, la banalità non trova spazio in questo evento. Innegabile l’atmosfera mistica, che accompagna gli spettatori facendo leva sull’elevato spessore culturale del luogo in cui il concerto si tiene. La scenografia viene apprezzata dal pubblico che resta impressionato dalle opere di cartapesta realizzate dai maestri di Putignano. Prima fra tutte la cicala gigante che campeggia sul palco. L’insetto simboleggia la transizione: l’esuvia è, infatti, l’involucro ninfale lasciato in estate dalle cicale, che da quel momento sono munite di ali e possono così spiccare il volo. 

Al Locus festival quest’anno, fra gli altri, i Kings of Convenience, Venerus, e tanti altri, ma anche, e soprattutto, grazie al format tutto nuovo nato dalla collaborazione tra il Locus e Tormaresca. Cresce l’attesa per i partenopei Nu Genea, che suoneranno il 14 agosto nella Masseria Ferragnano a Locorotondo assieme ai brasiliani Azymuth e al dj Quantic.

Il festival si fa portatore di un messaggio innovativo: conciliare musica e vino,  bevuto responsabilmente, all’insegna della qualità. “Il nostro obiettivo principale è unire in un legame indissolubile cultura e vino. Vogliamo avvicinare il giovane pubblico del Locus al consumo ragionato del vino, volto ad apprezzare la qualità indiscutibile dei vini pugliesi”, afferma Vito Palumbo, brand manager di Tormaresca. 

La rassegna è alla diciottesima edizione. “La crescita è tangibile e auspichiamo che il prossimo anno possa ospitare artisti del calibro di Robert Plant, ex Led Zeppelin e Peter Gabriel”, dice ancora.

“Attraverso il Locus – conclude Palumbo – intendiamo indirizzare i ragazzi al consumo ragionato del vino. Normalmente i festival in Italia hanno sempre avuto come protagonisti la birra e i cocktail, raramente il vino. Puntiamo su un’offerta culturale, che possa legare saldamente la cultura al vino e al territorio”. 

Giorgia Mangano

Giorgia Mangano, classe ’99, studentessa di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Nutre un sentimento viscerale verso la natura e in special modo verso gli animali, tutti, fin dalla tenera età. Amazzone, appassionata di equitazione. “Mamma” di Oscar (detto Osko), cavallo palomino. Particolarmente attenta alla salvaguardia dei diritti degli animali e dell’ambiente. Segue le orme dell’amato nonno, il celebre Tonino Mangano, giornalista professionista.