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Tra le bellezze di Roma (a cui le delegazioni hanno dedicato numerosi appuntamenti culturali con il classicista Boris Johnson a fare da capofila tra visite mattutine al Colosseo e ritardi dovuti ad intense passeggiate tra le rovine imperiali delle terme di Diocleziano) si riuniscono i grandi del Mondo. Il G20 a cadenza annuale dal 2010 arriva in Italia per la prima volta, in un momento storico in cui, complice l’eccellente operato e l’autorevolezza del Premier Mario Draghi, il “Belpaese” ritrova una centralità geopolitica persa da tempi immemori.

Alla Nuvola di Roma sfilano (in ordine di comparsa nella foto di rito da sinistra a destra) il neo Presidente americano Joe Biden, Felix Tshisekedi dal Congo, Emmanuel Macron, il “sultano” turco Recep Erdogan e quello del Brunei Bolkiah, Widodo Presidente indonesiano, il Presidente italiano Mario Draghi, Bin Farhan ministro dell’Arabia Saudita, Paul Kagame Presidente del Rwanda, Moon Jae-In Presidente della Corea del Sud,  Jair Bolsonaro Presidente del Brasile (accolto da un bagno di folla di sostenitori e curiosi che lo ha accompagnato nelle lunghe passeggiate ed assaggi di tipicità nostrane, tra San Pietro ed il centro cittadino, tra foto e strette di mano),  Alberto Fernandez Presidente argentino, Loong Premier di Singapore, Marcelo Ebrad Presidente messicano, la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, il Premier conservatore Boris Johnson, Pedro Sanchez dalla Spagna, Modi dall’India, la Cancelliera Merkel al suo ultimo appuntamento e seguita da Olaf Scholz, il Presidente UE Charles Michel, Wang Yi ministro cinese (che ha sostituito e fatto le veci del leader Xi Jinping che a distanza minaccia l’Occidente di reagire in caso di supporto a Taiwan ed ostruzionismi economici), Pandor dal Sudafrica, Randal Quarles della Federal Reserve, Iweala dell’OMC, il Direttore Generale dell’OMS Ghebreyesus, Mark Rutte premier olandese, Justin Trudeau dal Canada, Scott Morrison Presidente australiano,  Malpass della Banca Mondiale, Suzuki e Morì ministri del Giappone, Siluanov dalla Russia e per conto di Putin ed il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres affiancato dall’elegante Regina Maxima olandese che ha ribadito in apertura l’importanza del rilancio a livello globale delle piccole e medie imprese a fronte di una tassazione minima globale del 15% sulle grandi Multinazionali, le uniche a non risentire della crisi economica post-pandemica. Tra i leader anche i vertici della Croce Rossa Italiana e dell’Istituto Lazzaro Spallanzani, fra i primi a fronteggiare il morbo ancor prima che la proliferazione fosse capillare in tutta la penisola. Un momento emozionante che vale un maiuscolo ringraziamento a coloro che hanno dato la vita e che continuano a dedicarsi instancabilmente alla cura dei malati in trincea ed in prima fila. 

Oltre allo storico accordo legato alla tassazione minima globale, che i Governi dei partecipanti hanno rivendicato come un successo storico nelle conferenze stampa finali, da segnalare anche l’istituzione di una nuova task-force congiunta Finanza-Salute che possa rafforzare la prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie, con quella del Covid-19 che ha evidenziato gravi mancanze di comunicazione a livello globale sia tra le grandi potenze, ma ancor di più fra queste ultime e l’OMS. In tema di pandemia e ripresa i leader hanno ribadito la necessità di continuare ad insistere sulla campagna vaccinale, rimpinguando la disponibilità di dosi anche per i Paesi meno sviluppati, più poveri e maggiormente in difficoltà nel fronteggiare il morbo. La ripresa del globo passa anche attraverso una collaborazione trasversale e multilaterale per abbattere differenze “moralmente inaccetabili” (come specificato dal Premier Draghi). Un clima di cooperazione che ha spinto perfino i più scettici sul vaccino a rivendicarne i successi come Bolsonaro, che ,nonostante una gestione passiva e negazionista sul Covid (che lo ha colpito più volte e che ha costretto alcuni membri del suo entourage a non partire per Roma), ha postato nella giornata del 31 ottobre ,sulle proprie pagine social, i dati relativi alle vaccinazioni in Brasile (come non aveva mai fatto).

Tema centrale, banco di prova decisivo e trampolino per il COP26 che comincerà a Glasgow il 1° novembre, l’emergenza climatica. L’obiettivo è evitare un tracollo previsto per gli anni successivi al 2100 e che mette in pericolo le generazioni del futuro. Lo ha ricordato con una metafora dal sapore antico il Premier britannico Boris, ricordando come perfino l’Impero Romano, il più grande e glorioso della storia, fosse decaduto per proprie responsabilità nel giro di pochi secoli. Le emissioni del 75% dei gas serra e l’inquinamento ambientale provengono proprio dai Paesi che partecipano al G20, che si sono ripromessi di riportare le emissioni sotto la soglia critica, con l’obiettivo di attuare strategie green mirate e razionali, tra cui la volontà di piantare la cifra simbolica di cento miliardi di alberi entro il 2030 negli ecosistemi più degradati del globo.

Piani e strategie geopolitiche che hanno stizzito i grandi assenti Putin e Xi Jinping, sempre più orientati verso un fronte autonomo ed orientale che fa presagire contesti da “nuova Guerra Fredda”.

Momenti di disgelo sono invece andati in scena tra i banchi di Roma, con Erdogan, e la centralità della sua Turchia post-crisi Afghana, che ha incontrato Ursula Von der Leyen dopo i dissidi del “divanogate” ed il Premier Draghi dopo aver ricevuto dallo stesso l’appellativo di “dittatore” solo pochi mesi fa (dicitura che potrebbe averlo probabilmente inorgoglito). Incontri e fitte corrispondenze anche tra Biden, Johnson, Macron e Morrison, dopo i dissidi di natura economica legati all’acquisto di sommergibili nucleari che hanno isolato economicamente l’Australia ed umiliato la Francia.

Sanità, Economia, Cultura, trasversalismo e multilateralismo politico. Un summit di successo che mantiene vivi i sogni di un grande futuro, e come specificato da Draghi, che possa garantire un impegno collettivo continuativo quanto concreto nelle azioni intraprese per il futuro stesso.

I Grandi 20 di Roma si lasciano con la consapevolezza che il tempo delle parole è terminato e non agire in maniera tempestiva potrebbe essere decisivo.

“Senza la collaborazione e la cooperazione si va verso un binario morto”- Mario Draghi, l’uomo del “Whatever it takes”

A cura di Alarico Lazzaro

 

 

 

Il Presidente Mario Draghi durante la Conferenza stampa finale del G20 a Roma
Alarico Lazzaro

Alarico Lazzaro, classe 2001, studente di scienze politiche presso l’Università degli studi Aldo Moro di Bari. Scrittore ed autore di narrativa e saggistica. Ha all’attivo la pubblicazione del saggio classico “Il Lato oscuro del mondo greco” e della raccolta di storie “Sangue in Cambio di piume nere”. Ha numerose esperienze nel mondo della scrittura, dei blog e del giornalismo online (tra cui la “Fenice del Flacco” di cui è stato caporedattore ai tempi della sua rappresentanza d’istituto al liceo classico quinto Orazio Flacco di Bari, il blog “Il Controverso” ed “Emergo” , progetto che unisce tutte le redazioni più lette e conosciute della stampa liceale sul territorio nazionale). Collabora con LSD Magazine in cui cura rubriche di attualità, cultura, politica internazionale e cinema. Sogna un futuro nel mondo della diplomazia e delle relazioni internazionali