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Il corteo dei sostenitori di Trump verso l’università dove si sarebbe di lì a poco svolto il dibattito, i milioni di americani incollati alla televisione, molti dei quali anche riuniti in presenza (soprattutto gruppi repubblicani a Long Island, dove Trump ottenne la maggioranza dei voti dello Stato di New York nel 2016 nonostante NY fosse e sia tuttora una roccaforte democratica) ed il fiato sospeso di tutto il mondo sono solo alcune delle immagini più significative di questo ultimo dibattito presidenziale, l’ultimo face to face TrumpBiden e probabilmente l’ultima comparsa politica del candidato che uscirà sconfitto dal duello finale, alle urne.
Al voto mancano ormai 10 giorni, e l’America è al bivio.
Quello andato in scena a Nashville è stato un dibattito intenso, serrato, ma profondamente significativo per indirizzare gli indecisi verso l’uno o altro candidato.
A microfoni disattivati per domande poste individualmente, entrambi i concorrenti alla White House hanno risposto argomentando, presentando le proprie visioni ed il progetto degli Stati Uniti che nasceranno dopo il 3 novembre.
La moderatrice di NBC News Kristen Welker ( profondamente sicura e che ha tenuto le fila del dibattito in maniera concreta ed unitaria a differenza del predecessore Wallace in Ohio) comincia immediatamente dalla questione Covid-19.
Trump afferma che l’emergenza è globale, egli stesso ha contratto il virus ed è guarito grazie all’intervento dei medici e dei trattamenti che stanno salvando vite umane. Aggiunge che il vaccino è in fase di preparazione e che gli States sono stati elogiati nella gestione per la questione distribuzione di risorse individuali per affrontare l’emergenza (mascherine, respiratori e ventilatori).-
Biden ricorda il numero dei morti, afferma che Trump non ha un piano e la differenza Usa-Europa è abissale. Promuove inoltre una via di sperimentazione di test rapidi e risposte innovative al virus.
Incalzato dalla moderatrice Trump afferma che diverse case farmaceutiche stanno lavorando al vaccino e che le garanzie sono che arrivino massicce dosi entro fine anno. Il presidente in carica accusa Biden di voler favorire il drastico lockdown in diverse zone d’America, ricordando che gli stati democratici che avevano sperimentato la misura estrema di contenimento condividono contagi e morti delle altre zone restie al contenimento del contagio con queste misure.
Trump lapidario ricorda le mancanze di Fauci e dello stesso Biden, che criticò il presidente per la decisione di sospendere i voli con la Cina. Sul paese da cui si è diffuso il morbo Trump afferma: “sono stati bravi a non infettarsi tra loro, ma ad infettare il mondo”.
La situazione diventa incandescente sul tema “sicurezza nazionale”
Alcune potenze minacciano la regolarità delle elezioni. Biden condanna fermamente Iran e Russia e ricorda l’amicizia tra Trump e Putin. Il faccia a faccia tra i due tocca questioni delicate. La dichiarazione dei redditi di Trump e le transizioni economiche della famiglia Biden in Ucraina e Russia. Trump risponde alle domande riguardo il misterioso conto in banca in Cina, affermando di averlo aperto per motivi di business ed averlo chiuso nel 2015 (dal 2013) per incompatibilità e soprattutto prima della campagna elettorale.
Gli attacchi tra le due visioni sfociano in una accesa diatriba riguardo la Corea del Nord e la politica estera. Trump rivendica che l’assenza di un conflitto con Kim è dovuta ad ottimi rapporti diplomatici e ciò che conta con un leader di questa caratura e carattere è mantenere la pace. Alle accuse di una politica estera disastrosa con Obama, Biden ribatte che Trump abbia “legittimato” un vero e proprio regime criminale.
Il dibattito prosegue toccando la tematica economia, punto di forza di Trump che sulla base delle domande riguardo l’assistenza sanitaria parla della sostituzione dell’Obamacare con un sistema più innovativo e che non cancelli i contratti assicurativi privati.
Biden si propone come un prosecutore dell’Obamacare, ribattezzandolo “Bidencare”, un passo verso la “socializzazione dell’assistenza sanitaria”.
Scintille e argomentazioni di spessore quando si trattano le questioni di razzismo e immigrazione, con Trump che prevale dialetticamente sull’avversario ricordando come l’entrata illegale negli Usa dei Coyotes siano il motivo delle relative separazioni dei bambini alle frontiere del celebre muro e che le foto che imputavano all’amministrazione Trump la disumanità di aver riunito questi giovani ammassandoli in gabbie come animali, risalgono in realtà a scatti del 2014, sotto l’amministrazione BidenObama. Trump afferma che la politica del rilascio immediato sia stata linfa vitale per la criminalità proveniente dai flussi migratori.
Sul capitolo razzismo e BLM, Trump racconta di avere ottimi rapporti con le minoranze afroamericane ed ispaniche e di aver fatto per loro quando aveva fatto Abramo Lincoln.
Biden lapidario ribatte “Se sei Lincoln, Lincoln è un razzista”. Una frase che farà discutere e che potrebbe far storcere il naso a più di un nostalgico patriota americano.
Sul capitolo cambiamento climatico Biden prevale con una visione progressista ed ecosostenibile, vuole gli USA nuovamente negli accordi di Parigi, Trump scettico dei costi di certe azioni politiche si limita a ricordare gli ottimi risultati in fatto di emissioni di CO2 profondamente ridotti durante gli ultimi anni di amministrazione. Biden inoltre rivendica l’uso dell’energia pulita, come quella eolica.
Il dibattito finisce con un appello dei due candidati. Trump afferma che Biden sarebbe la causa di una profonda recessione, e che con lui l’America sprofonderebbe all’inferno. The Donald invita gli elettori a ricordare la prosperità del periodo pre-Covid e ricorda che la nazione sta ripartendo per prosperare nuovamente.
Biden incita alla speranza di un cambiamento e si eleva a presidente di una nazione che bisogno di moderazione, unione e stabilità.
Un dibattito che chiude una stagione atipica, segnata dal virus e da eventi che hanno reso le elezioni USA 2020 un’altalena di emozioni.
Alle urne mancano meno di 10 giorni, Trump rincorre nei sondaggi ma colma il gap addirittura scavalcando l’avversario in Ohio, riprendendo vantaggio in Texas e colmando il gap negli Swing States per eccellenza.
La situazione ad oggi, è più incerta che mai…

Alarico Lazzaro

Alarico Lazzaro, classe 2001, studente di scienze politiche presso l’Università degli studi Aldo Moro di Bari. Scrittore ed autore di narrativa e saggistica. Ha all’attivo la pubblicazione del saggio classico “Il Lato oscuro del mondo greco” e della raccolta di storie “Sangue in Cambio di piume nere”. Ha numerose esperienze nel mondo della scrittura, dei blog e del giornalismo online (tra cui la “Fenice del Flacco” di cui è stato caporedattore ai tempi della sua rappresentanza d’istituto al liceo classico quinto Orazio Flacco di Bari, il blog “Il Controverso” ed “Emergo” , progetto che unisce tutte le redazioni più lette e conosciute della stampa liceale sul territorio nazionale). Collabora con LSD Magazine in cui cura rubriche di attualità, cultura, politica internazionale e cinema. Sogna un futuro nel mondo della diplomazia e delle relazioni internazionali