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E’ costume che i tempi di crisi portino l’essere umano alla ricerca di soluzioni più svariate per sbarcare il lunario, chi non ci riesce legalmente si produce in azioni illegali, dunque vediamo fiorire i più svariati reati e soprattutto le frodi.
Giunti da poco sono i dati dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Crif, sull’attività "frenetica" degli haker del credito. Il bilancio del 2008 registra danni per 145 milioni di euro, in pratica un +29% rispetto all’anno precedente e, udite uditie, tra i maggiori responsabili di tali reati sono i datori di lavoro (7%), precedenti o ancora in corso, e in alcuni casi sedicenti tali. Gli esercenti continuano comunque a rappresentare quasi un terzo dei presunti autori (31%), seguiti dai parenti delle vittime (27%).
Benché il mondo del credito si trinceri a causa della crisi, benché i risparmiatori si facciano più guardinghi ed informati, il trucco delle false identità funziona sempre e si fa sempre più raffinato: i reati avvengono nella maggior parte dei casi con l’utilizzo di documenti originali, ma rubati o smarriti; oppure attraverso la presentazione di copie o di documenti falsificati. Segni evidenti della preoccupante disattenzione con cui alcuni centri commerciali e società finanziarie verificano i dati dei clienti.
Settori più colpiti anche nel 2008, nell’universo dei finanziamenti, i prestiti finalizzati (con una quota di oltre il 74% dei casi). Scendendo nel dettaglio, se si analizza la tipologia di beni oggetto di frodi si registra uno spostamento verso il settore auto e moto, mentre negli anni precedenti finivano nel mirino degli "hacker del credito" in prevalenza gli acquisti a rate di prodotti di elettronica di consumo. Allo stesso tempo, anche il settore dell’arredamento registra una rilevante crescita delle frodi creditizie, che passano dal 7% nel 2007 all’11% del totale nel 2008. Questo dato dimostra – si apprende dal rapporto – come i frodatori, pur rimanendo sempre nell’ambito di prodotti facilmente rivendibili, puntino maggiormente a beni di importo più elevato.