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Questione di cuore, ma soprattutto di amicizia. Forte, intensa, inaspettata. Che nasce in un reparto di terapia intensiva tra due infartuati, due uomini diametralmente opposti. Eppure è proprio la malattia che finisce per azzerare tutto e dà l’input da cui ripartire per riprendere a vivere in tutti i sensi. Con uno sguardo diverso, rinnovato. Facendo scoprire nuovi lati, bellissimi. E’ il tema su cui la regista e sceneggiatrice Francesca Archibugi ha lavorato per quest’ultimo film (tratto dal romanzo di Umberto Contarello) da pochi giorni nelle sale di tutt’Italia. Protagonisti Antonio Albanese, Alberto nel film, sceneggiatore in crisi, e Kim Rossi Stuart, Angelo, giovane carrozziere borgataro. Al loro fianco due figure femminili importanti, ottime attrici, Francesca Inaudi, fidanzata “maltrattata” da Albanese e la moglie di Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti.

Kim Rossi Stuart, nel film si respira una grande atmosfera di umanità

Per me il film è straordinario, ma d’altronde in tutte le storie in cui sono presenti rapporti interpersonali, si cerca inevitabilmente di scavare fino in fondo nei sentimenti.

L’amicizia punto fermo su cui ruota la storia, lei pensa sia possibile nella realtà?

Assolutamente sì, è più complicata di sicuro con persone lontane dal personale modo di vivere, ma nulla impedisce che l’amicizia possa nascere tra persone diverse, se non ci sono preconcetti.

"FrancescaOltre a lei ed Albanese, hanno un ruolo incisivo anche le vostre donne. Come si inseriscono?

La prima parte del film è come un atto unico tra due persone, più avanti si inserisce anche la figura di mia moglie, decisamente importante, trasformando il rapporto tra Angelo e Alberto a tre. Angelo infatti arriva ad un certo punto – rendendosi conto che non si riprenderà del tutto dall’infarto- a spingere la moglie tra le braccia dell’amico. Mette in atto davvero un piano folle.

Il suo rapporto sul set con Albanese? Si nota grande sintonia tra voi.

Sono dell’idea che se la coppia funziona, la sintonia c’è anche se non scaturisce necessariamente da un lato umano del rapporto. Ma con ciò non voglio dire che con Antonio non siamo andati d’accordo, anzi, abbiamo lavorato insieme con grande armonia.

Lei, invece, Francesca Inaudi finalmente la rivediamo dopo due anni di assenza.

Sì, per me è stato un grande piacere partecipare a questo film. E devo ammettere che sono stata bene nonostante le difficoltà del mio personaggio. Insomma ho fatto un po’ “a pugni” con il ruolo datomi.

Come mai?

E’ un personaggio antipatico, che mi ha messo alla prova. Perché si esprime un modo teatrale, un po’ sulle righe. Per questo ho dovuto trovare con me stessa un punto d’accordo.

Un ruolo diverso dal suo carattere?

Certo, in tante cose che potrei essere io. Cose su cui lotto, in cui preferisco essere contro. Un esempio, il disordine. Nel film sono ordinatissima e vengo trattata malissimo dal mio fidanzato. Se fosse stato per me l’avrei lasciato prima. Ma solo per amore, enorme che c’è tra loro, in “Questione di cuore” tollero tutto: una compostezza che mi appartiene, ma presente in altre cose.

Francesca Archibugi, il tema del film è molto amato da lei. Come ha scritto la sceneggiatura?

Lavoro da sempre su questi temi. In tutti mi occupo di rapporti umani, di ogni tipo di relazione. Questo è il secondo che tratta la malattia; la malattia che ti induce ad un bivio e può scatenare nella persona un cambiamento, in meglio. Sceneggiatura scritta da sola, ispirandomi in tutta libertà al romanzo di Umberto Contarello, secondo le mie emozioni. Volevo raccontare dell’amicizia, e questo ho fatto: la ritengo importante.

I due attori scelti, le loro differenze?

Sono diversi: Antonio Albanese è più istintivo, Kim Rossi Stuart molto preciso, meticoloso, sul set arrivava con un quaderno di appunti. Nessuno dei due, però, ha avuto difficoltà nell’interpretazione, il clima sul set ha dato vita a un ottimo rapporto. E loro come attori hanno dato moltissimo.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.