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"t"Mentre la Francia strapazzava la generosa Islanda negli Europei 2016, più volte è comparso a bordo del verdissimo campo di Saint-Denis il marchio rosso della Turkish Airlines, con l’oca bianca di profilo che vola verso l’alto.

Se la nostra memoria non ci fa dichiarare una bugia, questa è la prima volta che una prestigiosa società aerea sponsorizza l’ambitissimo Campionato di calcio del Vecchio Continente, da quando fu creato nel 1960. Per la compagnia di bandiera della Turchia fondata nel 1933, collocare il logo dove c’era la maggiore accessibilità televisiva internazionale è stato un modo intelligente di confermare la propria sostanziosa presenza sul mercato, visto che la THY (Türk Hava Yollari) ha attualmente 292 destinazioni da Istanbul verso 117 paesi nel mondo. Questi sono numeri da capogiro che può vantare solamente un’azienda diretta da mani esperte, in cammino (anzi in volo) verso il futuro, che si prende cura di decine di milioni di viaggiatori con un’organizzazione esemplare. Possiamo testimoniarlo direttamente e proviamo a persuadere voi lettori con il nostro resoconto: dopo aver formato un gruppo giornalistico armato di penne, telecamere, ipod e tanta curiosità il 29 giugno siamo stati ospitati nel quartier generale della Turkish Airlines, che si trova nel quartiere Yeşilköy del distretto di Bakırköy, più semplicemente nei pressi dell’Aeroporto di Istanbul “Atatürk”.

Avevamo raggiunto, il giorno prima, l’immensa e superba capitale asiatica che si svena nel"t2" mare del Bosforo viaggiando (una tantum) nella business class, dove gli ospiti più facoltosi ricevono per tutto il tempo, le coccole delle hostess; in realtà, oltre che la vicinanza alla cabina dei piloti, il privilegio in più rispetto alle classi economiche è un servizio di ristorazione audacemente gestito dai “flying chef”, ovvero i selezionatissimi cuochi con la toque blanche (il tipico cappello bianco) e le ali in dotazione.

Non avendo l’obbligo del Ramadan abbiamo assapodivorato i pasti del freschissimo catering e tutto il tempo della navigazione lo abbiamo impegnato non a studiare storia e geografia, ma a scoprire come vengono preparate quelle sconosciute creme di melanzane o speziate le tenere carni e quali erbe aromatizzano i fantastici dolci inventati secoli fa per i golosi sultani del vecchio impero ottomano. Insomma a bordo della flotta turca, dall’imbarco allo sbarco, si avanza nella direzione voluta gustando le delizie di una cucina che prepara ortaggi, legumi, kebab ecc. con ricette originali, sconosciute a MasterChef Italia e Antonella Clerici.

Ordunque, quando ci hanno aperto le porte nel quartier generale, in un normale giorno di lavoro, i dirigenti della Turkish ci hanno permesso di visitare ogni reparto, esclusi quelli nei quali riesce a penetrare solamente James Bond. Ebbene, osservando da vicino come lì si addestra il personale di bordo, abbiamo conosciuto le maniacali tecniche con le quali si devono garantire la massima sicurezza in volo e la tempestiva capacità di reagire a una "t5"situazione di pericolo imprevisto. In un salone gigantesco, come se fossimo in un luna park americano, abbiamo visto un aereo vero mosso da potenti pistoni che stava simulando un atterraggio di emergenza sia sulla terraferma che su una superficie d’acqua. Lì vicino erano in evidenza tutti gli strumenti di ultima generazione che servono per soccorrere, assistere, curare chi si sente male a 10 mila metri d’altezza e qualche arma che serve a uomini e donne del capitano per dare risposte adeguate ai grandi guai prodotti da attacchi terroristici.

Ogni assistente di volo ha un compito specifico e non deve muoversi a caso. Il comportamento pratico è studiato e provato ripetutamente, per evitare confusione e sovrapposizione di ruoli, quando il pericolo diventa reale. Proseguendo, in un altro reparto abbiamo visto i simulatori di volo che abituano i piloti novelli a gestire nel modo migliore tutti i tipi di aereo della flotta Turkish. Ne abbiamo contati 3 e ogni simulatore costa più di 300 milioni di dollari. Pazzesco! Ma la cosa più spettacolare della Turkish è come provvede al nutrimento dei propri clienti. Con il lavoro di una azienda affiliata, la Do&Co, si preparano 65 milioni di pasti all’anno; 200 mila pasti al giorno che vengono confezionati, sigillati e portati a bordo in più di 1000 voli giornalieri. I cibi sono fatti per ogni palato, per ogni religione, per ogni dieta. Decine di chef cucinano i piatti freddi, i piatti caldi, i pani e i dolci.

Noi giornalisti increduli, dopo aver indossato ridicolmente cuffiette, grembiuli e scarpette sterilizzate, abbiamo assistito alla preparazione di centinaia di pasti che vengono cucinati e imbarcati non più di due ore prima del volo. Addirittura la Turkish ha una torre di controllo che riceve da tutto il mondo le ordinazioni di menu particolari, perché gli islamici non mangiano le stesse cose dei cattolici, i vegani non sono onnivori, i celiaci non devono avvelenarsi con il glutine e chi è allergico a certi alimenti non deve rischiare di morire per disattenzione o menefreghismo. Infine, per un vezzo stilistico, tutte le stoviglie"t3" non sono comprate alla Ikea, ma rigorosamente fatte con design firmato Do&Co e non conviene ‘collezionarle’ perché non passerebbero mai dai metal detector del gigantesco aeroporto. Concludiamo: volare con la Turkish Airlines è un piacere, anzi se siete non avari è un quadruplo piacere, perché non ci bastano le parole per descrivere la piacevolissima sala Lounge di Istanbul.

Lo slogan della compagnia, grazie a Dio, non è in Turco, ma in inglese. Esso dice: “WIDEN YOUR WORLD”. Cosa significa? Lo chiediamo a Anna Lisi che gestisce il marketing della Turkish come nessun’altra dirigente saprebbe fare. Ma dov’è la splendida ospite? È già ripartita per un’altra meta. Non abbiamo avuto il tempo di ringraziarla, ma ora conosciamo per davvero quale straordinaria azienda rappresenta e con quale serietà. Viva la Turkish Airlines! E speriamo di poter dire molto presto alla Turchia: Benvenuta in Europa!

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.