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Uno straordinario evento espositivo di abiti dei più grandi stilisti di moda, inaugurato ieri, a Bari, nella sala Giuseppina del teatro Kursaal Santalucia (e sarà visitabile fino al 26 aprile dal martedì al venerdì dalle 16 alle 20, sabato, domenica e 25 aprile dalle10 alle 13 e dalle 16 alle 20), organizzato dalla Comunità Terapeutica Lorusso Cipparoli della Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano Bitonto Onlus, Ente Accreditato della Regione, che da oltre 40 anni opera sul nostro territorio per la cura delle dipendenze patologiche, con il patrocinio di Regione Puglia e Comune di Bari.

Il vernissage dell’evento si è tenuto ieri venerdì 19 aprile alle 18:30.

A condurlo Barbara Mangini che ha spiegato il perché di questa iniziativa: la raccolta fondi “Io entro in campo” che vuole riqualificare il campetto polifunzionale, fondamentale per il benessere dei ragazzi e delle ragazze ospiti della Comunità Terapeutica Lorusso Cipparoli.

Sul palco, guidati dalla presentatrice, una lunga serie di personaggi, a partire da Aldo Patruno, Direttore Dipartimento Turismo, Economia della cultura e Valorizzazione del Territorio, Ines Pierucci Assessore comunale alla Cultura che Paola Romano che hanno espresso l’importanza e il valore dell’iniziativa, un fiore all’occhiello della realtà della nostra Bari.

E non potevano mancare i rappresentanti della comunità, fondata da Mariellina Lorusso Cipparoli, imprenditrice, filantropa e maestra di gusto scomparsa nel 2021, comunità nella quale molti ragazzi e non con problemi di dipendenza riescono insieme grazie ad un percorso di cambiamento a guarire da sé stessi.

Quindi a salutare e ringraziare il pubblico, sono intervenuti Pino Mele responsabile amministrativo della comunità, la dottoressa Annamaria Ruggeri, della Fondazione Opera Santi Medici, che ha riassunto l’attività svolta, il numero di persone guarite, la missione per cui la comunità agisce: ogni persona merita ascolto, accoglienza e accompagnamento verso una condizione migliore al fine dell’affermazione della propria dignità.

E con la frase “non sempre le persone fortunate sono generose”, Barbara Mangini ha ringraziato pubblicamente la creatrice di tutto questo sistema, Simonetta Lorusso, che avrebbe preferito non essere menzionata, ma che si merita un grazie di cuore per tutto quello che fa come assessore, come imprenditrice, come presidente del Circolo della Vela.

E finalmente il tanto atteso incontro della serata: conformemente al tema dell’evento , sul palco la giornalista e scrittrice Mariella Milani, autorevole esperta del giornalismo di moda.

Giornalista professionista dal 1976. Per 33 anni alla RAI come conduttrice, inviato speciale in cronaca, caporedattore, autrice di reportage, rubriche e programmi. Dal 1994 è stata volto e voce del TG2 raccontando da tutte le capitali della moda (New York, Parigi, Londra, Milano, Firenze e Roma), in modo ironico e tagliente il fashion system visto sotto tutti gli aspetti: economici, sociologici e di costume. 

Chiedo ai lettori, anzi alle lettrici boomer, chi non ricorda i servizi di moda tanto attesi alla fine del tg2?

Nella sfarzosa cornice del Kursaal, mentre sullo schermo scorrevano le immagini delle sfilate anni ’70,’80,’90, Mariella Milani ,fashion con i capelli sfumati di colore verde, in una elegante tailleur nero dai bordi fantasia dorati, è stata intervistata da Tania Sette direttore didattico di Italian Design Institute, sede a Milano, e con una sede operativa a Bari.

Un’intervista ricca di aneddoti ma anche densa di riferimenti socioeconomici del nostro paese.

Mariella Milani ha introdotto la sua chiacchierata ricordando al pubblico di essere nata a Bari e che non ha dimenticato le sue radici.

Sono andata via quando ero adolescente e chissà come sarebbe stata la mia vita se non fossi andata via”.

Alle sue spalle le immagini di sfilate alle quali ha partecipato lei stessa, immagini “che raccontano la bellezza ma anche l’esplosione che ha avuto la moda in quel determinato momento storico, alcuni degli abiti esposti appartengono alle signore baresi che avevano il culto della bellezza, abiti che raccontano la forza dell’artigianato, la forza che rappresenta il settore della moda, denominato l’impero dell’effimero ma che di effimero vi è ben poco essendo stato il petrolio per il nostro paese, per molti anni”

Una donna che non nasconde le emozioni Mariella, proprio per la bellezza che esprimono, quando sono autentiche.

Mi sono trasformata in giornalista digitale quando sono andata in pensione e ho pensato: non sono una donna che sarà mai capace di cucinare questo meraviglioso riso patate e cozze che avete voi baresi, non sarò mai una casalinga.

E così prima ho scritto un libro “Fashion Confidential. Quello che mai nessuno vi ha raccontata sul mondo della moda”.

Un mondo che non potrà più tornare, come si vede dalle immagini dello schermo, la moda in quegli anni era di opulenza straordinaria, in cui i budget erano di svariate migliaia di euro: un abito da sposa di Valentino poteva costare 400mila euro”.

Non erano sfilate, quelle a cui assisteva Mariella Milani, bensì erano kolossal cinematografici.

Oggi gli stilisti sono come dei birilli che saltano da un marchio all’altro perché quello che conta oggi è vendere, se si vende si va avanti altrimenti si cambia”.

Invece la Milani si è trovata a lavorare nel mondo della moda in un altro contesto e cioè quando a decidere e ad influire non era il mercato ma la bellezza.

L’abito è una forma di linguaggio essenziale per esprimere la nostra personalità, il vestito parla di noi e ci descrive”.

Una professionista Mariella Milani che durante la sua carriera ha conosciuto tutti gli stilisti e ricorda con affetto Alexander Macqueen, suicidatosi all’apice della sua carriera, un uomo dall’inconscio di una vita tormentata che ha raccontano attraverso i suoi vestiti.

Al contrario “penso all’opulenza della moda di Yves Saint Laurent, il più grande artista della moda, il vero profeta della bellezza. Quando celebrò l’addio alla sua carriera, poco prima di morire, c’erano 5mila persone comprese celebrità (Catherine Deneuve e Laetitia Casta) e soprattutto mondo politico.

In Italia non c’è questo attaccamento a chi tiene alta la bandiera, non è casuale che abbiamo ceduto ai francesi tanti gioielli di famiglia: marchi come Fendi, Gucci, Valentino, Pucci sono stati venduti all’estero. Noi italiani non siamo capaci di difendere il nostro petrolio e ora stanno sottraendoci anche gli atelier artigianali in Veneto e in Piemonte, tra un po’ saremo comandati dai cinesi.

Dovremmo riscoprire l’artigianato, i marchi di nicchia. Nelle strade di lusso di Roma e Milano, da via Condotti a via Montenapoleone, le vetrine pullulano di capi i cui marchi che appartengono alle multinazionali e tutti molto simili tra loro, c’è un’omologazione di fondo e noi italiani dovremmo esaltare la nostra artigianalità e per questo mi impegno a sostenere i giovani con il mio lavoro. Ci vorrebbe comunque l’ausilio del Governo, delle istituzioni.

Chi non ha le relazioni giuste, in Italia, non va da nessuna parte, purtroppo in Italia è ancora così e anche la professione di giornalista è decaduta.”

Non resta che prendere atto delle parole e dei consigli di Mariella Milani : rimboccarci le maniche e scendere in campo, per difendere il patrimonio culturale italiano dalla moda al giornalismo. E ce lo dice la giornalista di moda più nota in Italia, una modaiola per la quale non è tanto importante avere un vestito di Prada o Gucci, quanto il saper distinguerci.

Una donna senza peli sulla lingua, a volte anche dal tono tagliente che ha rappresentato il mondo della moda come un mondo di lustrini e pugnali, raccontandone tutte le sfaccettature, sempre con gentilezza, l’altra forma della bellezza.

E concludendo l’intervista ha ricordato ancora Roberto Cavalli, scomparso da poco, un toscanaccio innovatore “con il quale ho fatto grandi litigate” dice sorridendo, ma un grande stilista che ha sperimentato tecniche completamente nuove. E ancora Valentino con la sua mitica frase “dopo i 18 anni le donne non dovrebbero più indossare la minigonna”, ahimè frase poco ascoltata da donne.

E alla domanda “come vedi il futuro della moda “, Mariella ha risposto che non bisogna mollare, puntare sui giovani, anche con l’ausilio dei social, Instagram in particolar modo (e, se lo dice la Milani, il consiglio è assolutamente da seguire!).

E dopo questo curioso ed entusiasmante excursus sulla moda , la giornalista ha invitato a visitare la mostra .

Al secondo piano del Kursaal gli abiti, compreso un vestito da sposa, in un tripudio di stoffe pregiate e colori, incorniciati dalla preziosa mostra fotografica con gli scatti di Enzo Lattanzio, abiti sfoggiati dalle signore baresi che hanno sempre avuto un gran gusto in fatto di moda, protagoniste indiscusse del glamour cittadino. Tra i quali alcuni più di tutti hanno catturato la mia attenzione un abito in pizzo di Valentino, appartenuto alla mitica Mariellina Cipparoli e un abito rosa glicine con ampie maniche ad ala, secondo i canoni della moda dell’epoca, indossato in occasione del suo matrimonio dalla signora Rosanna Avila Tamma, come riporta il cartellino esplicativo e come la stessa proprietaria mi ha piacevolmente precisato, durante il mio tour tra questi sfavillanti vestiti. Le firme sono quelle degli stilisti più amati, che hanno reso grande la moda italiana nel mondo e anche i più in auge a livello internazionale: Roberto Capucci, Christian Dior, Valentino Chanel, Yves Saint Laurent, Krizia, Fausto Sarli e John Galliano.

Un’atmosfera davvero da fashion week anche per la nostra Bari sempre più di moda. Di moda negli spot televisivi, nelle fiction, nelle guide turistiche e …nei giornali di cronaca.

Per sostenere la campagna raccolta fondi è possibile effettuare una donazione a Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano Bitonto Onlus tramite bonifico bancario all’IBAN IT62B0306909606100000002983 inserendo la causale “Campagna raccolta fondi Io Entro in campo” .

Foto di Marcella Squeo (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.