Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – "Senza contare le vittime della tragedia di oggi, in cui c'è ancora un bilancio non definitivo, siamo già 49 vittime sul lavoro nei primi 15 giorni di febbraio, con una media di 3 vittime al giorno, e a un totale di 128 da inizio anno. Il problema che è che si parla del tema solo quando avvengono tragedie come questa, quando in realtà già il 2 e 3 febbraio scorsi sono morte 6 persone sul lavoro. E' un caos in cui nessuno vuole mettere mano. E le persone continuano a morire come avvenuto oggi a Firenze". A parlare ad Adnkronos/Labitalia è Piero Santonastaso, per 30 anni cronista al Messaggero e oggi ideatore e curatore di 'Morti di lavoro', progetto partito su Facebook e in cui racconta, e da conto, del fenomeno degli incidenti sul lavoro al di là dei dati ufficiali.  Per Santonastaso, "oggi al di là delle dichiarazioni ufficiali poco si fa per contrastare il fenomeno. Chi dovrebbe vigilare sulle imprese è l'Ispettorato nazionale del lavoro ma ha un numero di ispettori insufficiente. E poi le aziende vedono la sicurezza sul lavoro come un costo", sottolinea. E in più, sottolinea, "in cui alcuni settori come l'edilizia, in cui si è consumata la tragedia di oggi, vige la logica del subappalto e del massimo ribasso con le aziende che cercano di risparmiare il più possibile sul costo dei lavoratori, anche applicando contratti diversi da quello edile".  E, dramma nel dramma, dai dati sui morti sul lavoro da inizio anno, spiega Santonastaso, emerge un aspetto, se possibile, ancora più doloroso. "Su 128 vittime -spiega- 76 erano over 50, e ho monitorato tra questi anche casi di over 70 e over 80. Questo vuol dire che si resta al lavoro sempre più in là con l'età perché altrimenti non si riesce a vivere, o purtroppo, a sopravvivere".  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.