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È una storia di disagio. Dolore in tutte le versioni che si manifesta in diverse maniere e sotto tanti aspetti. Un dolore che si attenua, si trasforma, si addolcisce, si nasconde e alla fine esce allo scoperto e porta via quello che il destino aveva fin dall’inizio pattuito. Un racconto di ricordi, di lontananza, ma di amore, di grandi battiti di cuore, bagnate da continue lacrime nascoste da sorrisi di circostanza. Il palcoscenico è la Lucania con due protagoniste femminili, la prima del luogo, con il suo tuppo e la cittadina con il suo chignon. Mariannina e Nanà, all’anagrafe Annette, in mezzo il vero protagonista, Antonio. Stiamo parlando dell’ultima fatica letteraria della scrittrice lucana Elisa Conte Colangelo, che a breve sarà in tutte le librerie: “Il Tuppo e lo Chignon” edito da Kimerik. Un lavoro autentico di un viaggio meraviglioso lungo le rive del fiume Sinni per raccontare il passato al nostro presente e per indicare quali sono i valori autentici di una vita essenziale che purtroppo la lontananza fa assaporare troppo tardi. Una donna senza il suo Luigi perso in guerra affronta il suo tempo con la forza del proprio coraggio, stimolata quotidianamente dalla presenza del proprio figlio Antonio, che le permette di agire con l’obiettivo primario di donarle un destino diverso e migliore. Un lungo camminare tra gli usi, le tradizioni e le forti identità presenti nei piccoli paesi della terra di Lucania, dove le notizie venivano da subito condivise con mezzi di comunicazioni ben differenti da quelli attuali. Dove il postino aveva il compito di leggere e spiegare il contenuto di una lettera e non solo consegnarla. Scritto in maniera semplice, come da sempre ha abituato la scrittrice di Episcopia i propri lettori, il saggio permette a tutti di poter entrare nel racconto, viverlo viaggiando con i tre protagonisti dove, nel finale, se ne aggiunge un quarto, quello che potrebbe apparire il fato in persona che colpisce nel momento di massima felicità. Un finale tutto da leggere che lascia sorpresi, ma che contiene un messaggio ben preciso ascoltato e vissuto da chi veramente è nato in questi luoghi, dove anche le pietre sanno vedere e parlare. Ci sono emozioni vere che si riescono a toccare e vivere mentre si legge. Una di questa è l’abbraccio, che in molte nostre famiglie non se ne conosce il valore del verbo né la forza che può dare per vivere una vita serena. Un libro da leggere tutto d’un fiato, alla fine il racconto lascerà una traccia autentica nel nostro cuore. Provare per credere.

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.