Tempo di lettura: 2 minuti

Al Teatro nuovo di Martina Franca  continuano i grandi appuntamenti con la musica d’autore. Il prossimo 17 febbraio a salire sul palcoscenico sarà  la volta di Sergio Cammariere, cugino del grande Rino Gaetano,  interprete tra i  più raffinati ed eclettici della musica italiana. Un grande spettacolo con una  combinazione tra intensi momenti di poesia, intrisi di suadenti atmosfere jazz e coinvolgenti ritmi latini, com’è nello stile del cantante di Crotone. Accompagnato da una formazione di straordinari musicisti, Cammarieri rivisiterà i suoi grandi successi e presenterà gli inediti del suo ultimo album: “Una sola giornata“, 13 canzoni nate dal felice sodalizio che si consolida anche in questo ultimo lavoro discografico con il poeta Roberto Kunstler.  Una  produzione curata da Cammariere  insieme a Giandomenico Ciaramella e Aldo Mercurio. La realizzazione è avvenuta in un arco compreso di circa otto anni come spiegato dallo stesso musicista. Una sola giornata”, brano che dà il titolo all’album e racconta gli incontri di una vita, le speranze e i sogni a volte infranti dall’incedere del tempo. Ma anche di come, in realtà, tutta l’esistenza sia riconducibile ad una sola giornata: il susseguirsi di quell’eterno attimo che è il presente. I rintocchi del tempo e il significato profondo dell’amore si ritrovano anche nella dolce melodia di “Acqua nell’acqua”, una delle canzoni più suggestive della raccolta, che lascia il passo alla tenera dedica di “Qualcosa poi verrà” con la sua storia che non teme l’eternità, alla poesia malinconica di “E tu diventi più vera”, fino all’aria sognante di “Di te che ho bisogno”. Ma se la passione muove e dà un senso alla vita di ognuno di noi, è anche vero che può duramente ferirci. Così Cammariere mette in musica lo smarrimento di un abbandono, il dolore di una separazione in “E puoi chiamarmi amore” e “Se tu non mi amerai”, nelle atmosfere saudade di “Una carezza assente”, nei versi inquieti di “Valzer di Chimere”, nella speranza mai sopita di “Come un fuoco mai spento”. È invece frutto del lockdown “I fiori parlano”, un tango scritto nei mesi della pandemia: nel silenzio surreale di quei giorni è la natura a far sentire la sua voce mentre l’uomo sembra soltanto una nota stonata nell’universo, responsabile tra guerre e distruzione di aver dimenticato la sua unione con la Terra e quel fondamentale senso di appartenenza ad essa. A trascinare l’ascolto verso atmosfere più lievi ci pensa lo swing di “Colorado” con i suoi versi allegri e surreali, e ancora “Regina del mio mondo”, un divertissement alla Buena vista social club che è accompagnata dal videoclip scritto e diretto da Cosimo Damiano Damato.

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.