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La jazzista messinese, domenica scorsa, accompagnata da Vito Di Modugno (basso) e Mimmo Campanale (batteria) ha condotto il pubblico in un viaggio musicale emotivo in cui ognuno dei componenti il trio è stato leader e guida sonora. Ringrazia il pubblico Cettina e precisa: – vengo da dieci anni a Bari e non avevo mai fatto un concerto in questo jazz club, se non per qualche jam session-.

E ha dato inizio all’evento suonando due preludi, uno dedicato a Ennio Morricone, per la sua morte, un altro composto in Sicilia proprio mentre un’alluvione inondava la sua stanza, -si sa, da noi, le alluvioni sono frequentidice Cettina Donato Un viaggio tra i miti greci e le tradizioni siciliane quello in cui si è esibito il trio. I SICILIANI è infatti il titolo del disco da cui sono stati estratti alcuni dei brani eseguiti. Si tratta di un progetto-ha precisato Cettina, in un’intervista a fine serata, a Lsd Magazine- che nasce nel 2021, con la collaborazione di Ninni Bruschetta, attore siciliano (era il Ministro del Lavoro nel film Quo vado per chi non lo ricordasse).

I Siciliani sono un omaggio al grande poeta siciliano Antonio Caldarella, ed alla sicilianità, in assoluto. Un progetto inizialmente proposto in duo per poi arrivare ad essere accompagnato da un quartetto jazz e gli archi della BIM OrchestraUn giusto equilibrio tra recitazione e canto, le cui suggestive composizioni sono oggi nominations per i Grammy.

Il disco composto da otto brani e tre preludi è frutto della vena compositiva di Cettina Donato, pianista e direttrice d’orchestra.

Al Duke il trio ha eseguito il singolo “I Siciliani”, caratterizzato da una gustosa apertura melodica nel ritornello, sostenuto dall’abilità e maestria delle percussioni di Mimmo Campanale e dinamizzato dal basso di Vito Di Modugno.

A seguire “Danza dei suoni” più che un’esecuzione un vero e proprio librare nell’aria di suoni che danno energia e fanno bene al cuore perché, come giustamente ha asserito la musicista, la musica fa bene a tutti.

E poi ancora brani musicali ispirati a miti greci, in quanto i miti, in cui s’incontrano figure leggendarie, divinità, semidei, uomini e donne che sfidano il fato, sono alla base della cultura mediterranea, specie in Sicilia. Miti come “Medusa”, a cui la pianista ha dato un’interpretazione diversa: da sempre Medusa è stata per la mitologia, un mostro cattivo che passava il tempo a pietrificare le persone. Invece Cettina la riscatta, esaltandone il coraggio di donna che si fa uccidere per la libertà di un’altra donna, la madre di Perseo, e ne è derivato un pezzo dove le note si stagliano a sprazzi, espresse con un bel jazz orecchiabile, dall’impianto ritmo-armonico.

In «Lettera di Nausicaa ad Ulisse», la compositrice immagina che la giovane quindicenne innamoratasi di Ulisse, durante il suo naufragio nell’isola di Scheria, gli scriva una lettera dopo la sua partenza dall’isola. Si sviluppa come una narrazione a passo di danza, fatta di gestualità e ritualità precise e studiate.

Emozionanti i due brani “The Sweetest love” e “John”, dedicati rispettivamente alla madre, venuta a mancare troppo presto, e a un giovane amico autistico e cieco, dalle grandi virtù pianistiche, le cui note Cettina ha recepito nel brano a lui dedicato.

Interessanti e dense di curiosità queste dolci e continue introduzioni che Cettina ha fatto ad ogni singolo brano che ci hanno fatto entrare nel profondo sentire di ogni canzone

Con “Take it easy” la pianista jazzista compositrice esorta a suon di jazz a prendere con allegria le cose brutte che ci accadono.

Bluesy Prayer” la canzone ultima in scaletta.

E poi i ringraziamenti a Guido Di Leone creatore di questa strepitosa realtà musicale del Duke Jazz Club.

A Guido Di Leone vanno i ringraziamenti da parte del pubblico e di chiunque apprezzi il buon Jazz, grazie per aver dato luogo a questo locale garbato ed elegante. Il Duke locale accattivante e ben strutturato, per ascoltare non solo del buon jazz ma anche qualche pezzo americano degli anni 90 e un richiamo a Sinatra. Ideale per una serata diversa!

 Situato all’ultimo piano della palazzina, Guido Di Leone ha fondato il suo jazz club, dove gli allievi del Pentagramma (la scuola di musica facente parte dell’associazione Duke Ellington) possono esibirsi e dove sono accolti artisti di tutto il mondo in un club dedicato a Duke Ellington, compositore americano fra i numi tutelari del jazz del 900.

Dai concerti alle jam session, l’atmosfera del jazz club è una questione di rigore che si avverte dalla scelta dell’arredo in velluto, con le immagini di Elis Regina e di Antônio Carlos Jobim (i rivoluzionari della bossa nova brasiliana) alle pareti e nell’attenzione rivolta agli artisti accompagnati sempre da un tecnico del suono. E in pieno stile americano, durante il concerto si può mangiare un club sandwich.

L’esibizione di Cettina Donato Trio è terminata con i versi di di “Amuri miu”, sorretto dal pastoso rincorrersi di piano e contrabasso, recitando lei stessa la splendida poesia omonima, “Amuri miu beddu, comu ‘a luna ca mi ‘ncanta, beddu comu l’acqua ca mi vagna, beddu comu ‘a terra ca fa ‘u granu. Amuri luntanu, ma vicinu, granni assai, ma macari nicu”.

Cettina Donato, personaggio dalla spiccata versatilità, grazie anche alla sua articolata formazione che vanta un diploma in pianoforte classico e solidi studi jazzistici, mettendo a punto un suono che può a ragion veduta definirsi internazionale, con elementi della nostra tradizione europea accanto ad un lessico che guarda all’America, territorio ben noto alla nostra artista che le ha fruttato una laurea in Jazz Composition proprio al Berklee College di Boston, si prepara ad altri tour prossimamente a Genova con lo spettacolo “Il mio nome è Caino” , testo di Claudio Favia sicario di mafia e poi ancora in California a Grammy come parte della giuria

Foto di Marcella Squeo (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.