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Chi ha polvere spara” è un antico modo di dire usato anche nella parte interna della Lucania. Un modo di dire che diventa titolo di un libro. Quello dello scrittore tricaricese Donato Montesano, in piccoli capitoli, ben sessanta, vuol mostrare ciò che si è, a cercare quel che si vuole. Pancrazio Chiruzzi, detto Pan, nasce in un paese della Basilicata, e cresce tra i vicoli, il mare, e i fuochi d’artificio. La sua vita cambia radicalmente quando è costretto a emigrare al nord, dove si scontra con l’odio e tutte le discriminazioni riservate ai meridionali in quegli anni. La sua rabbia cresce in fabbrica, per condizioni di lavoro disumane, ed esplode fino alla decisione di puntare tutto sul crimine. Insieme a un gruppo di coetanei imparerà che il colpo perfetto è quello in cui non si spara mai, e si può fare solo con amici veri, pronti a mettere sul tavolo la propria vita per difendere quella dei compagni.
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Donato Montesano
Poi bisogna leggerlo con attenzione e pagina dopo pagina per comprendere, capire fino in fondo l’obiettivo primario di questo scritto. Cambi di passi, emozione, circostanze su cui riflettere attentamente, conducono il lettore a dover camminare con l’autore fino all’ultima pagina. Dopo “I Grandi scrittori non mangiano” (vincitore del premio Giovane Holden) quest’ultimo impegno letterario appare quello della maturità. Sapete perché? L’autore con questo scritto invoglia il lettore a cercare e meglio capire, il senso dell’esistenza aprendo semplicemente un libro, questo libro. In fondo i libri migliori sono quelli che dicono quel che sappiamo ma che non conosciamo fino in fondo. Il libro di Montesano ha tutte queste caratteristiche. Si dice sempre che c’è chi passa la vita a legger senza mai riuscire ad andare al di là della lettura restando legati ad una pagina. Questo libro è uno strumento per andare oltre il tempo e il pensiero vecchio e rituale.