Tempo di lettura: 4 minuti

Al via il 22 luglio 2023, alle ore 19.00, la II Edizione di NUCRÉ, Rassegna di arte contemporanea nel comune di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.

Il progetto, nato su iniziativa di Rita Urso e Arechi Invernizzi (Artopiagallery, Milano), in collaborazione con il Comune di Ceglie Messapica e la Pinacoteca Emilio Notte, con il patrocinio della Regione Puglia e del Museo Arecheologico F. Ribezzo, Brindisi, si sviluppa quest’anno in due sedi: il Castello Ducale – nella Sala dei Sindaci e nelle Scuderie, riaperte per la prima volta al pubblico dopo oltre quarant’anni – sarà la sede della mostra collettiva “The Court Ballet” a cura di Roberto Lacarbonara; il Trullo Rubina, in contrada Menzella, sempre nell’agro di Ceglie Messapica, ospiterà la mostra “Leggere gravità”,  progetto a cura di Arechi Invernizzi, dedicato a Rubina Ciracì.

Nucré, è una parola composta dai termini dialettali “nu” + “cré” e rappresenta una ricorrente formula vernacolare del territorio con cui si indica generalmente “un domani”, allusione e suggestione usata in forma di speranza, di promessa, di destino. Il termine fa riferimento a una delle più celebri poesie di Pietro Gatti, autore cegliese tra i più influenti poeti regionali del Novecento, cui è dedicata la Biblioteca civica.

Attraverso un omaggio alla celebre personalità di Aurelia Sanseverino (1498-1562), “utile signora e padrona antica” del feudo di Ceglie, NUCRÉ apre al pubblico le sale del Castello Ducale per ospitare la mostra THE COURT BALLET dedicata al tema della danza e della musica: questo singolare “invito a corte” intende rievocare gli usi di una nobildonna illuminata e munifica che, oltre a dotare la città di opere sociali come il nosocomio e il convento di San Giovanni Evangelista, provvide allo sviluppo architettonico del maniero e del centro storico, lasciando ai cittadini la possibilità di varcare le soglie del Castello in occasione di rappresentazioni musicali e per la visione delle opere d’arte della collezione baronale. La storia del Palazzo nobiliare, luogo della cultura e della partecipazione civica, raduna oggi suggestioni e dialoghi tra l’arte contemporanea e alcuni fenomeni arcaici e antropologici legati al culto della danza, fortemente connessi ai luoghi della rassegna. Gli artisti in mostra, radunati nelle Scuderie del Castello, saranno Dina Danish, Angelo Filomeno, Angelica Mesiti, Marzena Nowak e Luca Trevisani.

Inoltre, sarà presentato un lavoro fotografico inedito di Giulia Parlato dedicato al “Capitello della Danza”, conservato nel Museo Archeologico Regionale “Francesco Ribezzo” di Brindisi, diretto dall’architetto Emilia Mannozzi. Autentico gioiello medievale – oggetto di un recentissimo restauro da parte della ditta Artistica Pirro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP delle province Brindisi e Lecce – è considerato tra le più rilevanti e significative testimonianze della presenza dei Normanni in terra brindisina (così come a medesima epoca appartiene il nucleo centrale del Castello di Ceglie) soprattutto per la sua inconsueta scelta tematica riguardante i dodici personaggi, maschili e femminili, partecipi a una scena di danza.

Ulteriore aspetto d’indagine della Rassegna sarà il tema della “Pizzica Serpentata Cegliese”, una arcaica forma di espressività musicale e canora della tradizione locale dal carattere magico-rituale, utilizzata per curare le persone che si credevano possedute da un animale-simbolo come il serpente. A questa forma di malessere e alla relativa cura tradizionale è dedicato il lavoro di Elena Mazzi.

SEDE: Castello Ducale di Ceglie Messapica, Via Chiesa 11

Inaugurazione: sabato 22 luglio 2023, dalle 19 alle 21

Apertura: Lun-Ven 9.30-12.30, 18.00-21.00; Sab e Dom: 18.00-21.00. Ingresso gratuito

Il Trullo Rubina in contrada Menzella a Ceglie Messapica sarà la sede della mostra collettiva Leggere Gravità, un progetto dedicato a Rubina Ciracì, a cura di Arechi Invernizzi.

Il Trullo, con la sua particolare forma architettonica e la sua storia, costituisce il motivo ispiratore del tema dell’esposizione, la leggerezza nell’intima e paradossale relazione con il suo contrario, la gravità, intesa come fisicità e compattezza delle cose.

La semplicità del metodo costruttivo rende queste abitazioni “leggere” e in qualche modo provvisorie. Le lastre di pietra calcarea incastonate a gradino senza malta e cemento sfidano la forza di gravità nella loro tensione verso il cielo e sono facilmente smontabili, come accadeva durante il periodo borbonico, quando gli esattori spagnoli inviati dal Regno di Napoli arrivavano per riscuotere le tasse sugli immobili.

Nel contempo la massiccia base quadrangolare dalle pareti spesse conferisce al trullo un’immagine non solo di solidità e sicurezza, ma anche di resistenza alle avversità del tempo e di ancoraggio alla terra.

Ognuno dei lavori esposti rispecchia la suggestione dell’ossimoro da cui prende il titolo la mostra e si muove in un territorio di mezzo e sospeso, da cui trae consistenza per contrappunto e dove la leggerezza può rovesciarsi nel suo contrario.

Il mondo effimero delineato dalle ombre nelle opere di Maddalozzo, Pignatelli e Uncini, rimanda ad una composizione plastica e trasforma un elemento labile e ambiguo in qualcosa di stabile e visibilmente concreto. Allo stesso modo le forme severe e rigorose della scultura in acciaio di Gilioli giocano con i molteplici riflessi della luce, mentre nei quadri di Catelani l’instabilità del colore annulla la distinzione tra materia e immagine.

I collage surreali di Tomašević e le stampe digitali di Pizzolante aprono ad un universo inspiegabile e metafisico in cui l’uomo è infinitamente piccolo e la memoria diviene palpabile. Infine, nella rielaborazione di due tradizionali ex voto boemi di Štětinová, si avverte come una discrepanza tra la leggera, fluida, e fragile aggregazione del soggetto e la materia più rigida con cui è realizzato, il legno di tiglio.

SEDE: Trullo Rubina, Contrada Menzella, Ceglie Messapica

Inaugurazione: sabato 22 luglio 2023, dalle 21 alle 23

Apertura: Su prenotazione (39) 348 31 37 994; Lun-Ven 18.00-20.00

Entrambe le mostre saranno accompagnate da un catalogo bilingue, con testi di Francesca Di Giorgio, Arechi Invernizzi e Roberto Lacarbonara.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.