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“La dolcezza dell’eclissi” di Matteo Pugliares è la nuova raccolta poetica di un autore prolifico e apprezzato artista visivo; egli è inoltre un frate francescano cappuccino, molto attivo in ambito sociale e culturale. Matteo Pugliares presenta dei delicati e suggestivi componimenti in cui omaggia la vita, l’amore e la spiritualità ma in cui descrive anche le storture dell’esistenza, per permettere al lettore di riflettere sia su ciò che di luminoso e di positivo c’è al mondo ma anche su quell’oscurità che prima o poi può ammantare tutto e tutti – «Impazziti di dolore giocavamo a fare la guerra coprendo di fiori esplosivi il nemico di turno, senza curarci della profanazione dei cimiteri che, muti, accoglievano i corpi sfracellati. Impazziti di dolore piangevamo i nostri figli, non accorgendoci che erano uguali ai loro». Compito delle liriche è quindi quello di gettare un seme di speranza anche nei terreni più aridi, e di ricordare che l’amore è la più potente forza di cui disponiamo, ed è l’unico antidoto all’insensatezza e alla meschinità di questo mondo – «Bruciavamo d’amore per non essere colti dal nulla insaziabile». L’amore, sia materiale che spirituale, diventa quindi lo scudo con il quale l’autore si getta nella mischia per difendere i valori più importanti che dovrebbero guidare il cammino dell’essere umano – «Luci ed ombre in quell’orrenda vita che non aveva misteri. Esplose un amore, limpido ed euforico. Ed ogni attimo mi sembrò eterno». L’amore è inteso anche come consolazione per una vita che spesso fa sentire soli e abbandonati – «Fedele alla linea, mi ritrovo alla ricerca di anime inquiete, di anime tormentate da questo groviglio che continuiamo, imperterriti, a chiamare mondo. Alzati amica mia e cogli l’opportunità di angeli che sorvegliano le tue stanchezze». E anche quando ci sono poesie che toccano temi come il dolore e la violenza, si notano nelle parole dell’autore la fermezza e la fiducia che ci possa essere una fine anche al male più oscuro: attraverso la fede, soprattutto, si possono affrontare le prove più dure, facendo in modo che le tenebre che avvolgono l’anima possano essere dissipate – «Volevi volare più in alto, raggiungere il cielo ma un cretino, travestito da pilota, ti ha spezzato le ali. Il tuo volto rigato di lacrime guarda ancora quel cielo azzurro e le ali, ricostruite, adesso le ha la tua carrozzina. Ed io ti vedo volare più in alto, più in alto di me che so solamente camminare».

Redazione

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