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Il dissacrante e ironico “Comincium”, lo spettacolo di Ale e Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, arriva sul palcoscenico del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi giovedì 23 febbraio con sipario alle ore 20.30, per la regia di Alberto Ferrari. «Abbiamo voglia di leggerezza – esordisce il duo milanese – di divertirci e far ridere. Desideriamo goderci sorrisi e applausi adesso più che mai». Biglietti disponibili in botteghino, dal lunedì al venerdì ore 16.30-18.30 (il giorno dello spettacolo, ore 11-13 e 19-20.30), e online alla pagina rebrand.ly/Comincium. Info T. 0831 562 554 botteghino@nuovoteatroverdi.com.

Uno spettacolo a misura di risata, diviso in quattro momenti comici dai ritmi serrati: «Portiamo in scena la satira di costume – ha spiegato Franz –, giochiamo con l’attualità e parliamo di politicamente corretto, di ecologia e problemi ambientali con lo stile che ci appartiene». Una messinscena animata anche dalla musica eseguita dal vivo da Luigi Schiavone alla chitarra, Fabrizio Palermo al basso, Francesco Luppi alle tastiere, Marco Orsi alla batteria e Alice Grasso alla voce. «È uno show rock con una band d’eccezione – ha aggiunto Ale –. Sulle note affrontiamo anche la crisi dei cinquantenni, quella mia e di Franz, e cosa succede in amore alla nostra età. Non mancheranno anche i due vecchietti che abbiamo portato a Zelig». Le situazioni comiche, ai limiti dell’esilarante, sono bilanciate dalle canzoni di JannacciGaberVanoniCochi e Renato, parole e musica che diventano il finale delle singole scene: così “Una fetta di limone”, “La libertà”, “E la vita la vita”, “Ma Mì”, “Parlare con i limoni”, sono la colonna sonora di uno spettacolo che vede in scena una tra le migliori coppie comiche in circolazione, un sodalizio – “un matrimonio riuscito”, come l’hanno definito più volte i due artisti – che dura da quasi trenta anni. “Comincium” è un titolo che identifica perfettamente lo spirito dello spettacolo: è l’inizio, un nuovo inizio, dopo il lungo distacco forzato dalle scene.

C’è molta musica anche a intervallare tre lunghi sketch che animano il palcoscenico. Nella prima storia un uomo ossessionato dal politically correct, dall’attenzione ai problemi ambientali e dalla comunicazione sempre più governata dagli algoritmi che ci spiano sul web, rimprovera uno sconosciuto, come lui presente alla fermata dell’autobus. La salvezza del pianeta, il dovere civico, la responsabilità etica, sono diversi i temi sviscerati nel discorso. Nel secondo, due cinquantenni si ritrovano insieme sulla famosa panchina. L’incontro non è casuale: entrambi hanno ricevuto la proposta di un appuntamento alla stessa ora dalla medesima donna. Alice è la figlia di uno dei due, nonché fidanzata dell’altro. La complicità tra i due uomini che, sebbene qualche differenza caratteriale, sembrano condividere vari modi di interpretare la vita, si rompe quando scoprono di essere tra loro suocero e genero. Il terzo sketch vede protagonisti due anziani che si incontrano al bar per scrivere una lettera di protesta al Presidente della Repubblica giacché uno dei due è stato richiamato al servizio militare; tra ricordi bellici e amnesie dovute all’età, solo alla fine scoprono che il richiamo di cui si parla è quello del vaccino.

Redazione

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