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L’inganno dell’Oriente”, il romanzo d’azione a sfondo fantapolitico di The Hawk, si apre su un prologo interessante: Louis Baileys viene rapito e trasportato prima su un furgone e poi su un aereo; coloro che l’hanno preso lo tranquillizzano dicendogli di non preoccuparsi, perché quell’approccio estremo serve solo per garantire la sua sicurezza, dovendo incontrare delle persone “importanti” che vogliono parlare con lui. Louis è stranito: cosa mai vorranno questi individui da un semplice impiegato delle poste? La risposta arriva ben presto: Louis aveva più volte scritto delle lettere alla Marina Militare americana per proporre dei suoi progetti navali ma era sempre stato ignorato. Di punto in bianco, invece, si ritrova a un tavolo insieme a Robert Carter, il segretario alla difesa, al Generale Barry Cole, comandante delle forze sottomarine e a Scott Hendley, ingegnere navale – «Louis non sapeva che ormai da tempo la sua vita era “sotto la lente” dei Servizi. Ogni singolo episodio della sua vita, quasi dal momento della nascita, era stato scrupolosamente preso in esame. La sua casa era disseminata di microspie e videocamere nascoste, tutto il suo materiale era stato fotografato e acquisito. Inoltre, da parecchio tempo, era pedinato quotidianamente». Cinque anni dopo questo incontro, Louise ha realizzato il suo sogno: in base ai suoi progetti è stato costruito un sottomarino dalle forme, capacità e soluzioni rivoluzionarie, in quanto può navigare a profondità oltre tre volte maggiore di quella degli altri sommergibili militari e può raggiungere una velocità di crociera di oltre ottantacinque nodi, pur restando completamente silenzioso e non rilevabile dai radar. Una vera e propria arma nelle mani del governo americano, che sarà preziosissima nell’avvincente storia che l’autore ci racconta in questo romanzo, che trae spunto dai conflitti esistenti tra gli Stati Uniti d’America e la Corea del Nord. Eric Moore, il presidente americano, e Kin Lee, il dittatore coreano, si stuzzicano e si minacciano tramite le loro flotte navali e aeree, che non superano mai i limiti consentiti ma sono sempre in prossimità dei confini altrui, rendendo i capi delle due nazioni decisamente indispettiti; quando quindi si propone un incontro per arrivare a una tregua, entrambi colgono la palla al balzo per cercare di appianare i conflitti. O così almeno appare ad occhi esterni, perché in realtà il dittatore coreano ha ben altri piani, tanto grandiosi quanto pericolosi. L’autore ci racconta lo sviluppo di tali macchinazioni, in un libro pieno di colpi di scena ed estremamente accurato nella descrizione delle tattiche militari.

Redazione

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