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«Se avessimo raddoppiato le nostre fonti rinnovabili avremmo potuto —nonostante l’aumento del prezzo del gas— dimezzare la bolletta, che invece oggi è proiettata verso i 57 miliardi di euro» avvertono gli analisti di EnergRed.com, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane con un particolare focus sulle fonti rinnovabili.

La responsabilità dell’aumento del costo dell’energia non è delle rinnovabili ma di gas e petrolio su cui si sta facendo un’incredibile speculazione. Se non avessimo perso tempo in una strategia energetica fossile-centrica, oggi la situazione sarebbe ben diversa: ora invece, con un costo della materia prima che potrà oscillare tra i 180 ed i 210 euro per MWh, la bolletta del comparto produttivo italiano è proiettata verso i 57 miliardi di euro se si tengono presenti anche i settori agricoli e dei servizi.

 

A metterlo in evidenza è un’analisi di EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane con un particolare focus sulle fonti rinnovabili e sul solare.

 

Oggi l’Italia ha un mix rinnovabile pari a circa il 40% sul totale della generazione elettrica. Ma se avessimo raddoppiato le fonti rinnovabili avremmo potuto —nonostante l’aumento del prezzo del gas— dimezzare la bolletta.

 

«L’aumento è ora del 47% sul già salatissimo 2021» commentano gli analisti della E.S.Co., secondo i quali —però— l’introduzione di soluzioni fotovoltaiche distribuite per autoconsumo potrebbe portare il comparto a risparmiare dai 13,5 ai 19 miliardi di euro, mediante l’installazione di circa 50 GWp.

Questa strada porterebbe il solare dall’attuale 11% ad una quota pari al 35% della produzione totale di energia elettrica, riducendo la necessità di gas naturale dell’11%.

Auto-consumando per le necessità giornaliere l’energia degli impianti fotovoltaici distribuiti nelle nostre imprese produttive, inoltre, la dipendenza dell’Italia dal gas russo diminuirebbe del 29%.

«Si tratta di una scelta di estrema importanza strategica, ma anche e soprattutto significativa da un punto di vista economico ed ambientaleoggi produrre energia da impianti fotovoltaici costa un sesto rispetto alla produzione nelle centrali turbogas (anche di ultima generazione) e permette una riduzione delle emissioni di gas climalteranti per un volume pari a 33 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti al 10% del totale prodotto sul nostro suolo» sottolineano gli esperti di EnergRed.com.

Con la metodologia Energred Care&Share®, il passaggio alle rinnovabili per le imprese può avvenire oggi a costo zero, potendo godere direttamente di un beneficio economico e di una maggiore resilienza operativa.

«Grazie al solare e grazie alla nostra volontà di creare e condividere direttamente e fin da subito i benefici generati da una scelta di sostenibilità che guarda tanto alla situazione presente quanto al futuro, oggi è possibile superare la dipendenza dalle materie prime fossili e dunque liberarsi dalla sudditanza verso i Paesi esteri che non condividono i nostri stessi valori» commenta Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.

«Insomma —sintetizza Scarchini— la libertà geopolitica passa certamente per le rinnovabili e per il fotovoltaico in autoconsumo».

«La nostra metodologia già da oggi è in grado di garantire energia da tecnologia fotovoltaica alle imprese ad un prezzo omni-comprensivo di 150-160 euro per MWh. E in alcuni casi —aiutati da una maggiore disponibilità di risorsa solare che caratterizza alcune zone del nostro Paese— siamo riusciti a spingerci anche ad un prezzo di 100 euro per MWh, rendendo l’energia solare in autoconsumo la fonte più rapida da implementare e più conveniente per i bilanci delle aziende e per l’ambiente» aggiunge Giorgio Mottironi, responsabile marketing di EnergRed.

«Con le attuali efficienze della tecnologia fotovoltaica, un’azienda può attendersi, nel corso della vita minima garantita, un beneficio di 3.500 euro per kilowatt di potenza installata. Ma la verità è che, se ben realizzato, non sappiamo quanto possa durare un impianto fotovoltaico, avendo potuto appurare che anche dopo 25 anni ancora produce l’80% dell’energia rispetto al suo primo giorno di utilizzo. I benefici di questa tecnologia hanno dunque una prospettiva ancora da esplorare» sottolinea Paolo Cecchini, direttore tecnico di EnergRed.

Redazione

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