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Quando si inizia a raccontare, sia in forma verbale che scritta, una favola o una fiaba, solitamente utilizziamo come incipit l’espressione C’era una volta</em>; questo incipit decade quando si racconta della radio: la radio non c’era, ma c’è e continuerà ad essere una presenza costante nelle nostre vite.
Lo stesso Marconi, inventore della radio (ma non è stato il solo in quanto tanti altri scienziati hanno contribuito ad inventare altre componenti dell’oggetto radio) non poteva minimamente immaginare del potenziale che lo strumento radiofonico possedeva. L’inizio non è stato certo dei migliori, anche perché si stava sperimentando e ampliando la nuova invenzione e successivamente si passò ad un pubblico di ascoltatori elitario: non tutti potevano permettersi di acquistare la magic box o la talking box (espressioni che in seguito verranno attribuite alla televisione).

Tuttavia la funzione più significativa della radio si contraddistingue proprio nell’importanza che essa ha avuto all’interno della società di massa, quindi nella sua funzione sociale.
La storia del medium radiofonico, dalla sua fase embrionale fino ai giorni nostri, dimostra una differente modalità di ascoltare la radio.

Il modello americano degli anni Venti incentivava alla rincorsa al consumo di massa che ha decretato l’acquisto di apparecchiature tecnologiche, (e tra queste  rientrava la radio), dando vita ad un ascolto domestico, invece, il modello europeo dava vita ad un ascolto controllato dalla censura. Infatti, La radio era considerata uno strumento di maggiore incisività e questo grazie, al contributo della Voce, entrava nelle case di tutti raggiungendo, a differenza dei giornali, anche zone periferiche; ciò rendeva più partecipe ed informato il destinatario del messaggio fascista. Questo viene ben rappresentato nel film “Una giornata particolare” (E. Scola, 1977) dove, Marcello Mastroianni interpreta i panni di un annunciatore dell’Ente Italiana Audizioni Radiofoniche (E.I.A.R).

Analizzando l’evoluzione della radio nel corso dei decenni si riscontra che paradossalmente il medium radiofonico, nato per essere ascoltato, ascolta quelle che sono le esigenze del pubblico contribuendo a “dare voce a chi non ha voce”. In realtà questo è stato il motto di Radio Alice, la sua storia è raccontata nel film del 2004 di Guido Chiesa dal titolo “Lavorare con lentezza” che descrive la funzione mediologica di quello che le radio libere hanno rappresentato in Italia. È grazie ad esse che il comparto radiofonico è riuscito a ritagliarsi il suo spazio inizialmente offuscato dall’avvento della televisione. La radio, quindi, è stata capace di circoscrivere il proprio spazio dando vita alle subculture giovanili. Questo lo si deve anche al ruolo svolto da Radio Luxemburg, la prima radio europea a diffondere la musica Rock. Questo ha rappresentato un evento mediologico importante: con il rock (genere musicale proveniente dagli Stati Uniti) si è dato voce a tutti coloro che, nelle fasi precedenti hanno subito discriminazioni come per esempio neri, omosessuali, donne. Un riscatto della periferia sulla città, un riscatto della cultura underground che si apprestava a raggiungere l’isola felice del pop.

  L’ascolto domestico tipico degli anni Venti, lascia spazio, a partire dagli anni Cinquanta, ad un ascolto individuale.

In Italia la libertà radiofonica è stata raggiunta solo nel 1976, anno in cui la Sentenza della Corte Costituzionale regolamentò e riconobbe l’esistenza di quelle stazioni, di quelle voci, di quei ragazzi che, desiderosi del bello, dell’indipendenza musicale, della libertà sessuale, religiosa e sociale, avevano dato vita ad un comparto radiofonico clandestino, o sarebbe meglio dire alternativo e anticonformista. Questo passaggio – la storia della radio è caratterizzata da passaggi – non si è ancora concluso: infatti lo streaming rappresenta un’ulteriore strumento di scelta e di opportunità sia per chi fa la radio, sia per chi ne gode. L’approdo della radio sul web comporta un’ulteriore evoluzione, infatti si assiste al passaggio  dall’analogico al digitale. La nascita dello streaming permette all’apparecchio radiofonico di penetrare all’interno dei dispositivi tecnologici.  La radio si presenta sotto una veste nuova. Oggi il podcast, decreta anche un cambiamento circa la modalità di ascolto: oggi l’ascolto lo si può stoppare.

Il segreto della longevità della radio sta nella sua versatilità, infatti essa è stata capace di ritagliarsi il proprio spazio e di convivere con gli altri mezzi di comunicazione, rinnovandosi e dettando nuove mode e nuovi linguaggi.

Giovanni Salesiano

Giovanni Salesiano

Redattore di LSDmagazine. Laureato in Scienze Storiche e Sociali con una magistrale in Scienze dell'Informazione Editoriale. Appassionato di storia della radio, di letture introspettive, classici del neorealismo italiano e documentari storici e biografici. Curiosità, educazione ed ironia sono le caratteristiche che mi contraddistinguono.