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Leone d’Oro a Julie Andrews a Venezia

Tutta la sala al ritmo di Supercalifragilistichespiralidoso ad abbracciare idealmente la tata di tutti, Mary Poppins per sempre Julie Andrews, con una standing ovation da dieci minuti in Sala Grande per il Leone d’oro alla carriera. E’ l’immagine emozionante della sesta giornata di Venezia 76. Applausi anche a Martin Eden di Pietro Marcello, il secondo film italiano in concorso, con Luca Marinelli nei panni dell’avventuriero del romanzo di Jack London. Ottima accoglienza per il fuori concorso The King di David Michod con Timothée Chalamet, Enrico V.
Sul red carpet anche Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese, protagonisti della favola, evento speciale alle Giornate degli Autori, Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipati, mentre a Sconfini è passato Effetto Domino di Alessandro Rossetto. Per il concorso anche il racconto animato da Hong Kong No 7 Cherry di Yonfan. Tra un film e l’altro si è svolto il primo seminario sulla disuguaglianza di genere nel cinema: i dati resi noti, italiani ed europei, evidenziano un gender gap noto – solo il 15% di registe donne tra tutti i film italiani realizzati nell’ultimo decennio, per dare una cifra su tutte – e una lieve inversione di tendenza, nelle nuove opportunità legislative (mini-quote, ossia incentivi alle donne per l’accesso ai finanziamenti ministeriali) e nei progetti che arrivano sia ai fondi europei Eurimages e sia alla selezione della Biennale. L’obiettivo 50|50 nel 2020, ossia tra un anno, possiamo anticiparlo è davvero lontano.
«Ancora mi meraviglio, sono stata una ragazza fortunata che ha potuto recitare ruoli bellissimi» ha detto Julie Andrews ricevendo il riconoscimento accompagnato dal montaggio di alcuni dei suoi film più importanti, come tutti Insieme appassionatamente o Victor Victoria, dall’appassionata laudatio di Luca Guadagnino che della 83enne dama del cinema e del teatro inglese, «artista sovversiva che ha ridefinito la sua carriera più volte», ha dimostrato di sapere tutto. Un pensiero speciale ai giovani talenti emergenti: «Chiedo loro di rimanere fedeli ai loro sogni e alla loro visione, le gratificazioni in questo modo saranno incomparabili».
Ai giovani, che magari non hanno letto il romanzo di formazione di Jack London, vuole parlare anche Martin Eden (dal 4 settembre in sala con 01) con protagonista un attore amato dai ragazzi come Luca Marinelli (lo ‘zingarò pazzoide di Jeeg Robot e lo sfrontato cocainomane di Ostia di Non essere cattivo e prossimo Diabolik). Con bellissimo materiale d’archivio, alternato alla finzione, Pietro Marcello ha messo in scena una “storia universale, un ragazzo che si emancipa, si riscatta con la cultura, perché la storia di Martin Eden è di tanti di noi, e però ne viene stritolato». L’avventuriero Martin Eden «che affronta a viso aperto la vita, colpito dalla fascinazione per la cultura – aggiunge Marinelli – con quella vuole riscattarsi anche socialmente, ma arrivando in cima alla montagna che ha faticosamente scalato, ne è deluso, fino a perdersi». L’anarchico eroe negativo Martin Eden diventa vittima del successo come fu Jack London nella realtà e questo «ci ricorda in epoca più recente – dice il regista – altri personaggi che hanno tradito le loro classi di appartenenza e sono crollati per esigenze di successo, da Fassbinder a Michael Jackson». Nel film c’è la partecipazione, nei panni di un intellettuale anarcoide che poi si suicida, del grande Carlo Cecchi. «Ciascuno ha i propri archetipi, se quello di Carlo Cecchi è Amleto, il mio, perdonatemi, è Indiana Jones», conclude Marinelli, gettando in una divertita disperazione Cecchi.
Timothée Chalamet, l’attore di Chiamami col tuo nome, interpreta un fragile ed amletico Enrico V in The King diretto da David Michôd, (al cinema e dal 1 novembre su Netflix). “Volevo raccontare la vita del buon principe Hal. Un giovane pieno di fragilità che lotta con il peso della sua discendenza. Enrico V non è un gladiatore, lui stesso non crede nella battaglia, nella guerra. E’ stato bello però interpretare un uomo, in un’epoca di mascolinità tossica che non sia la caricatura di questo genere». Al centro del film la grandiosa battaglia in campo aperto sulla strada per Calais il 14 agosto del 1415, quando Enrico V, alla testa dell’esercito inglese batte i nemici francesi, uccidendo il Delfino del re (Robert Pattinson). Una battaglia straordinaria, realistica, potente e in mezzo al fango, con un evidente rimando alle battaglie del Trono di spade. Nel cast anche Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, che nel film è Caterina di Valois, figlia del re di Francia e futura moglie di Enrico V.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.