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Ironia e leggerezza sono state le parole chiave di “Nymphomaniac Vol. 1”. Due tratti che hanno fatto sperare in un secondo capitolo altrettanto bello. Invece non è così. “Nymphomaniac Vol. 2” è un film lento e nel complesso abbastanza noioso. Le riflessioni simpatiche e divertenti della prima parte lasciano il posto a paragoni più profondi, ma non sempre d’immediata comprensione. Parallelamente, il dialogo tra la ninfomane Joe (Charlotte Gainsbourg) e il vecchio scapolo Seligman (Stellan Skarsgard) si fa più serio. Attraverso le parole pacate della protagonista, Lars Von Trier costruisce una critica più aspra della società contemporanea. Invita lo spettatore a riflettere su abitudini e modi di pensare che, dal punto di vista di Joe, appaiono sciocchi.

La serietà della cornice, non trova un bilanciamento nemmeno all’interno dei tre capitoli che compongono questa seconda parte della storia. Joe è ormai adulta e la sua vita diventa cruenta e difficile. Il sesso sfocia nella violenza. L’incapacità di provare piacere si fa drammatica. La figura di Seligman che nel “Vol. 1” non aveva detto quasi niente di sé comincia invece a definirsi. La sua esistenza è opposta di quella di Joe, eppure non sembra essere troppo felice. Persino le sue argomentazioni a sostegno della ‘normalità’ della ninfomane appaiono più deboli.

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Anche nel “Vol. 2”, il sesso è ovviamente l’ingrediente principale. E amplessi, masturbazioni, sesso orale occupano lo schermo senza troppi veli (benché questa sia la versione censurata). Questa volta però la pellicola rinuncia quasi del tutto alla comicità che rimane relegata a pochi momenti del racconto. A ciò si aggiunge un montaggio lento (in alcuni casi troppo!) e privo dell’originalità del precedente volume.

Insomma “Nymphomaniac Vol. 1” e “Nymphomaniac Vol. 2” sembrano quasi non essere parte dello stesso lavoro. La continuità è ovviamente nella trama. Nel sentimento di empatia che siamo spinti a provare verso la protagonista e in una generale assenza di volgarità (nonostante il tema trattato!). La luce che illumina la storia però è diversa. L’atmosfera è più pesante, si ride di meno. Ogni capitolo si trascina lento, quasi a fatica, e dopo un’ora si è praticamente annoiati. Anche il finale non ha la forza che ci si aspetterebbe. Riesce a strappare un sorriso, ma è abbastanza scontato per uno spettatore che ha colto gli indizi lanciati durante il dialogo tra Joe e lo scapolo. Non si può dire che, nel complesso, “Nymphomaniac Vol. 2” sia un brutto film. Certo però non soddisfa le aspettative create dai primi cinque capitoli. E per questo all’uscita dal cinema, lascia un po’ di amaro in bocca.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.