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"PATMETENY"

12 luglio – PAT METENY UNIT BAND

Sul palco dell’Arena Santa Giuliana, e arrivato uno dei chitarristi più amati al mondo, Pat Metheny con la nuova PAT METHENY UNITY BAND. Per la prima volta in 30 anni di carriera, Pat inserisce nella sua formazione un sax tenore, e lo fa scegliendo un sassofonista di altissimo livello, Chris Potter. Al suo fianco anche il suo affiatato batterista Antonio Sanchez, e un nuovo talento, il giovanissimo Ben Williams al contrabbasso. La prima considerazione che mi è venuta in mente, ascoltando il concerto, è stata: Pat Metheny è un genio. That’s all! Ogni cosa che fa è l’evoluzione di qualcosa. I brani hanno sempre un crescendo. Non intendo solo nella gestione delle intensità sonore, ma mi riferisco all’intensità emozionale. Le sue composizioni creano sempre pathos e aspettative, mai deluse perchè regalano sempre una sorpresa. In questo concerto Pat ha presentato l’ultimo disco, prodotto appunto con la sua UNITY BAND, ma ha anche inserito in scaletta dei pezzi storici, come 2 folk songs, One quiet night, Al the things you are, Are you going with me, e persino un pezzo realizzato con la sua mitica invenzione Orchestrion. Ascoltare Signal Orchestrion Sketch nel fantastico scenario dell’Arena Santa Giuliana, con la chiesa illuminata nello sfondo, con le ampolle dell’organo ad acqua che si accendevano col variare delle note, e con i mille suoni di questa geniale invenzione che riempivano l’aria calda di questa notte d’estate, è stato davvero molto emozionante. Dopo infiniti percorsi nel suo personalissimo universo creativo, Pat ritorna alle origini del Jazz col suo ultimo lavoro. Duetta con ogni elemento della band, lasciando spazio ad ognuno di essi, ponendosi all’inizio in un ruolo quasi di accompagnamento, e prendendo il controllo gradualmente, per esplodere in un trionfo sonoro finale. La folla emozionata abbraccia il palco per il bis, e lui si ripresenta da solo, con in mano la sua chitarra classica, regalando un dolcissimo e intenso finale.

"SonnyRollins"

13 luglio – SONNY ROLLINS 

È la volta di una leggenda vivente, ossia del Saxophone Colossus Sonny Rollins. L’uomo al quale Perugia, il giorno prima del concerto, ha donato il Baiocco d’oro, ossia le “chiavi della città”. Il grande maestro del Jazz difatti si può ben definire chiave di volta del festival perugino, per le diverse performances che ha regalato negli anni. Ha promesso anche che ci sarà per il quarantesimo anno di Umbria Jazz, che si svolgerà nel 2013.
Ma sul palco questa volta si concede poco, negando il bis al pubblico che lo acclamava.
Arriva un po’ trafelato, con una luccicante camicia di seta chiara e i capelli cotonati a nuvola. Gli 82 anni quasi compiuti ci sono e si vedono, il che all’inizio non è rassicurante e non lascia presagire nulla di positivo. Ma nell’istante in cui comincia a suonare, la sua energia passa attraverso l’ottone del sassofono e viene fuori tutta. Ci sono persone che l’arte l’hanno nel Dna, nel sangue, ed esprierla è come respirare.
Lo accompangnano in cinque: Clifton Anderson al trombone, il grande chitarrista Peter Bernstein, il giovane talentuoso Kobie Watkins alla batteria, Sammy Figueroa alle percussioni e il fedelissimo Bob Cranshaw al contrabbasso.

"RitaMarley"

14 luglio – REGGAE NIGHT

Anche la giornata di sabato, dedicata al Raggae, è stata preannunciata da un evento il giorno prima, ossia la presentazione del film Marley che ha visto il tutto esaurito nella sala del Teatro del Pavone. La musica Raggae si sa che ha un potere aggregativo molto forte, e in più questo film-documentario ti lascia proprio con la voglia di rivivere quell’energia e quel valore che Marley ha saputo creare, senti il bisogno di quel “messaggio d’amore”! Sabato quindi c’era tantissima gente, di tutte l’età, che ha popolato l’Arena Santa Giuliana gia dal pomeriggio, dove sul palco è salito il figlio di Marley, Stephen. L’atmostera era molto calda, in tutti i sensi, considerato il sole ancora alto, ma ben conciliava con il mood afro americano che si respirava.
Col calare del sole i C-Sharp fanno da ingresso alla tanto attesa Rita Marley che arriva come una regina africana. L’unica delle sette donne di Marley ad essere diventata sua moglie ed ad essergli stata accanto, sia nella vita, che sul palco (facendo parte delle coriste I Threes).
Le canzoni sono quelle di Bob, e l’emozione sale. Ma le strofe intonate da Rita sono spesso poi "cantate" dal pubblico, più che da lei. Non è lei ad emozionare, o la sua voce, ma il ricordo di lui, del mito, dell’uomo che ha fatto della musica un messaggio d’amore, Bob Marley.
Non è più Perugia, non è più l’Umbria Jazz, ma è la Jamaica che fa da padrone, e per concludere la serata sale un’altro artista rappresentativo del reggae, Alpha Blondy, e la danza continua.

"sting"

15 luglio – STING 

L’umbria Jazz si chiude con un meraviglioso concerto che, nonostante il costo elevato del biglietto, ha fatto il Sold Out già molto tempo prima dell’inizio del festival. Arriva STING. Sono cresciuta con la musica dei Police e di Sting e ho seguito tutto il percorso evolutivo che questo grande artista ha fatto negli anni. Un percorso di ricerca, nel quale ha voluto sperimentare e conoscere diversi universi musicali, arrivando a comporre o mischiare diversi generi, fino a fondersi con la musica classica o antica. Negli anni i suoi concerti divenivano sempre più sofisticati e ricercati, creando delle atmosfere di pura poesia che sapevano suscitare un’emozione altissima. Parlando con un grandissimo critico musicale alla fine del concerto, lui mi ha detto “non mi sono emozionato in questo concerto, come tante altre volte”. Sarà pur vero, il concerto all’Arena Santa Giuliana, (e poi nelle altre tappe del tour) non rientra nel percorso artistico di Sting degli ultimi quindici anni, ma è un vero e proprio tuffo nel passato. E se ritornando indietro nel tempo (il nome del tour è difatti Back to Bass) ha perso un po’ di eleganza, certo è che ha riacquistato un’energia incredibile, ancora più forte di quella di 30 anni fa! Sessanta anni compiuti e una forza, una carica e (diciamolo) una bellezza ed un fascino invidiabili.
Due ore nelle quali ha ripercorso tutti i più grandi successi dei Police e personali. Accanto a lui una incredibile band: il suo chitarrista storico, Dominic Miller, David Sancious alle tastiere, il giovane ed energico violinista Peter Tickell, la bella vocalist australiana Jo Lawry e alla batteria il grandissimo maestro Vinnie Colaiuta.

Foto di Mariagrazia Giove, riproduzione riservata.

Mariagrazia Giove