Tempo di lettura: 3 minuti

"Giuseppe-Vacca"E’ in undici anni che si gioca il destino intellettuale, politico e umano di Antonio Gramsci, segretario politico del Pci sotto il fascismo: dal momento dell’arresto, l’8 novembre del 1926, a quello della morte, sempre in stato di detenzione, il 27 aprile del 1937. In quel lasso di tempo, una delle menti più acute del "secolo breve" italiano – e non solo, vista la popolarità ovunque del suo pensiero politico – fu sottoposto ad una pressione inimmaginabile, stretto tra il carcere fascista, la lotta all’interno del suo partito e la sostanziale "inazione" del movimento comunista internazionale, a partire dall’Unione Sovietica, votato (a parole) alla sua liberazione.Vacca – che è storico del pensiero politico e presidente della Fondazione Istituto Gramsci – ricostruisce in maniera dettagliata e precisa, grazie a documenti inediti, questi anni mettendo a fuoco in maniera definitiva alcuni passaggi chiave (e misteri) delle vicende gramsciane. A cominciare dall’intreccio "familiare" tra Gramsci, la moglie Giulia Schucht e la sorella Tatiana: un viluppo di legami nei quali quest’ultima fu tramite quasi esclusiva (insieme all’economista Piero Sraffa, altro interlocutore principe) con Antonio recluso in Italia. Un rapporto nel quale l’aspetto emotivo-sentimentale contò molto, mettendo nel conto anche la fragilità nervosa di Giulia. Si passa poi all’isolamento in carcere che il suo stesso partito riservò a Gramsci dal momento in cui la sua elaborazione intellettuale divenne sempre più critica sullo sviluppo della rivoluzione in Unione Sovietica, sul ruolo e la politica di Stalin e sulle sorti del movimento comunista internazionale.E’ in questo versante che Gramsci , abilmente imbeccato dai giudici fascisti e prostrato dalla delusione di sforzi mai risolutivi a favore della sua libertà (compresa la famosa lettera del compagno di partito Ruggero Grieco che dava per scontato l’esito positivo della lotta), cominciò a dubitare fortemente che il Pci lo volesse fuori della prigione. Per questo Vacca scrive: «dopo il suo arresto, la guida del partito era passata nelle mani di Togliatti. Stalin aveva avuto modo di apprezzare la flessibilità e lo zelo con cui Togliatti era disposto ad applicare la politica sovietica anche quando non era del tutto convinto. Inoltre, dalla metà del 1934, Togliatti era assurto ad un ruolo primario nel vertice del Komintern. Quale sarebbe stato il vantaggio di cavare fuori dalle carceri fasciste un comunista eterodosso che formalmente era pur sempre ‘il capò del partito italiano?». E aggiunge: «Insomma da qualunque angolazione si consideri il problema, non si vede quale potesse essere l’interesse di Stalin a liberare Gramsci». L’ultimo dato riguarda il destino dei "Quaderni dal carcere", corpus intellettuale del segretario del Pci, analisi raffinata e attualissima della società italiana e non solo. Anche in questo, le sorelle Schucht – che avevano i "Quaderni" – tentarono con ogni mezzo di sottrarre l’eredità del marito-cognato al partito italiano, contrastando fino in fondo il disegno di Togliatti che considerava invece ‘suò quel lascito.Andò a finire come le sorelle non volevano: il 23 dicembre del 1940 l’esecutivo dell’Internazionale comunista assegnava ad una Commissione della quale faceva parte lo stesso Togliatti il compito di «elaborare proposte concrete circa l’uso del patrimonio letterario di Gramsci». «Come risulta evidente dalla composizione della Commissione – conclude Vacca – il destino dei "Quaderni" era finito nelle mani di Togliatti, per di più con l’avallo di Stalin».Giuseppe Vacca: «Vita e pensieri di Antonio Gramsci. 1926-1937» (Einaudi; pp.367; 33 euro)

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.