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"Foto-di-Scena"Ultima replica al teatro Bravo’ venerdì 3 febbraio alle ore 21 per una delle più note e divertenti commedie di Oscar Wilde "L’importanza di chiamarsi Ernesto" nell’adattamento di Antonio Bellino e la regia di Giordano Cozzoli. Dallo stile ironico e sagace del noto drammaturgo irlandese, una classica commedia degli equivoci in cui le parole mostrano tutta la loro potenza soggiogando gli animi vacui e smascherando la loro natura duplice ed effimera.Un testo che strizza l’occhio a temi attuali senza dimenticare la società nobiliare che ha ispirato il suo autore e a questa collegata attraverso sonorità jazz, costumi e scenografie ispirate agli anni Cinquanta e ai quadri di Fontana o De Chirico.

Lo spettacolo, realizzato dalla Nikolaus Production in collaborazione con La Differance, Ciarli Ceplin T, Piccolo Teatro “Eugenio D’Attoma” e la romana Ars Millennia, vede in scena, fatta eccezione per la lucana Lucrezia Rossetti, tutti attori pugliesi: Dario Diana, Annamaria La Stella, Giordano Cozzoli, Tiziana Gerbino, Lia De Andri, Luciano Maggi e Nietta Tempesta.

La storia:Ambientato nella società nobiliare e alto borghese, Algernoon (Dario Diana) e Jack (Giordano Cozzoli) sono due amici che vivono nella menzogna. Algernoon ha creato un personaggio di nome Bunbury che dice essere un suo amico molto malato e che gli permette di sfuggire a eventi mondani con la scusa di andare ad accudirlo.

Jack, tutore della giovane Cecily (Lucrezia Rossetti), ha invece inventato Earnest, uno scapestrato fratello che vive in città e da cui corre quando deve rimediare alle sue bravate. Uno stratagemma, in realtà, per avere un’alternativa alla noiosa routine della sua tenuta in campagna. Earnest è anche il nome con cui Jack è conosciuto in città dove vive l’amata Gwendolyn (Tiziana Gerbino), la cui madre, Lady Bracknell (Nietta Tempesta) però lo rifiuta come pretendente poichè orfano senza passato.

A un certo punto Algernoon, fingendo di essere Earnest, lo sbandato fratello di Jack, piomba nella villa di campagna e si innamora di Cecily, fanciulla sospesa tra sogno e realtà, che ha sempre desiderato fidanzarsi con un uomo che si chiamasse appunto Earnest. Da qui, una serie di equivoci, scambi di persona e incastri che rendono la commedia esilarante e intrigante, fino alla sua ironica e lieta conclusione.

Note del curatore dell’adattamento:“La scrittura di Oscar Wilde è ricca di nonsense, equivoci, ironia e giochi di parole. Il nome Earnest, tradotto in italiano corrisponderebbe al nome Franco, sinonimo di onesto, sincero, ed è proprio questo a rendere arguta la commedia che si fonda sulla contraddizione tra il falso nome con cui sono conosciuti i due protagonisti, Earnest, e la loro vera natura di abitudinari menzogneri.

Cecily e Gwendolyn non li avrebbero mai sposati se non si fossero chiamati così; Earnest è un nome che le fa vibrare, fremere di gioia e soddisfa le loro fantasticherie adolescenziali, durante le quali, favoleggiano di un uomo che le ami, sincero, onesto, ma che soprattutto corrisponda a quel nome, ispiratore di cieca fiducia. Un divertente siparietto in cui le donne risultano superficiali, vendicative, passionali, ma anche volubili mentre gli uomini bugiardi, un po’ vittime un po’ manipolatori.

Un quadretto che attacca con stile le convenzioni del suo tempo, la stupidità delle etichette sociali, la comica ipocrisia dell’alta società, la vacuità che si annida nel romanticismo infantile di alcune adolescenti. Profonda e, come tutte le opere d’arte, sempre attuale”. (Antonio Bellino)

Scenografie: Rosa Lorusso

Costumi: Angela Varvara

Fonico e Luci: Giuseppe Dentamaro

Aiuto regia: Lucrezia Rossetti

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.