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"Jean-Claude
Padre Jean-Claude Kazadi Muamba ha 37 anni. E’ un frate francescano, e dal 2005 lavora presso l’ONU come coordinatore per il Congo dell’ONG "Franciscans International". Oggi, è nuovamente sui banchi di scuola per frequentare un master presso l’Université Cattolique di Lione in materia di diritto intrernazionale. Noi di LSDmagazine siamo riusciti ad intervistarlo.

Padre, lei è un girovago: Italia, Francia, Svizzera, Congo (sua terra d’origine) sono solo alcune delle mete dei suoi continui spostamenti. Molti invidierebbero il suo lavoro, specie chi sogna di viaggiare per il mondo, ma quante lingue conosce?

Essendo nato in Congo l’ex Zaire, conosco le quattro lingue nazionali: ciluba, Kikongo, Kiswahili e Lingala. Chiaramente parlo il Francese, che in Congo è la lingua ufficiale nelle scuole e per chi lavora nella pubblica amministrazione, poi l’inglese, l’italiano ed infine mastico un pò di spagnolo.

Nella sua lunga carriera di studente universitario, ha studiato anche in Italia, giusto?

Si, ho frequentato per un anno l’Università degli studi di Bari, presso la facoltà di Giurisprudenza, per comprendere un’pò cosa oggi significa "diritto" in Italia, la terra dove è nato il diritto romano, cioè il primo sistema giuridico nella storia inteso in senso moderno.

In cosa consiste il suo lavoro?

Promuovere il rispetto della creazione, la costruzione della pace e di conseguenza la risolouzine dei conflitti
nel mondo, fermo restando la vocazione caritatevole e l’attenzione ai più poveri ed ai vulnerabili. Siamo convinti che sono queste le priorità (lotta alla povertà, alla guerra ecc.) che corrispondono anche agli obbiettivi definiti dalla carta dell’Onu e dalla sua Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.

Il suo lavoro è basato sulla promozione dei diritti umani, ma in concreto come si esplica?

Quando ho formato il mio ultimo rapporto poi visionato all’Onu, dal titolo "Le tensioni tra i partiti politici durante la campagna elettorale del 2006" per le prime elezioni democratiche tenutesi in Congo, ero il coordinatore di un équipe ed il mio compito consisteva nell’investigare le tensioni e gli scontri tra i "partigiani" (sostenitori armati) delle due coalizioni. Bisognava valutare e monitorare come si stesse sviluppando la campagna elettorale e il dirtto di voto rispetto alla concezione del libero stato di diritto, che consiste nella libera possibilità per ogni cittadino di scegliere il proprio candidato. Durante le tensioni tra questi due gruppi chiedevo alle autorità, alla popolazione locale, come fossero nate le tensioni e le violenze che hanno portato in quel periodo anche a numerosi morti; inoltre tenevamo dei corsi di formazione aperti a tutti nelle scuole, nelle parrocchie, per far conoscere alla gente i propri diritti civili.
Parafrasando, il mio compito consiste nel valorizzare la dignità della persona umana, dei malati di Aids, delle donne stuprate, e combattere il traffico degli esseri umani, in particolare dei bambini soldato e dei bambini di strada.

"Jean-ClaudeHa mai corso pericoli svolgendo il suo lavoro?

Il pericolo è sempre presente, nel senso che essendo un lavoro di denuncia contro chi sfrutta e calpesta la dignità dell’uomo, si corre spesso il rischio per la propri incolumità di essere poi oggetto delle vendette da parte delle persone denunciate che talvolta sono militari, le multinazionali, i membri del governo, oppure il Governo stesso. Con la gente non proprio amichevole che ti chiede spiegazioni sulla tua presenza, sul perché fai così tante domande puntandoti contro un arma, bisogna saper dialogare, o meglio bisogna saper essere convincenti nel dare la spiegazioni.
Chebeya ad esempio era il direttore dell’ONG, V.S.V. cioè "Voix-des-Sans-Voix" (la voce dei senza voce, in italiano) è stato ucciso, si pensa, per aver denunciato forse un membro del governo il 25 giugno 2010, mentre si recava a fare un’intervista ad un alto esponente della gerarchia militare congolese.

Dalla dittatura di Mubuto, agli scontri per le elezioni del 2006, cosa è cambiato in Congo in materia di rispetto dei diritti umani?

Oggi nella Repoublique Democratique du Congo molto è cambiato, poichè dal 2006 finalmente lo stato è divenuto un vero e proprio stato di diritto rappresentativo. L’organo legislativo si articola in Camera dei deputati e Senato, come negli stati di diritto più evoluti a differenza di ciò che avveniva durante la dittatura dove l’iter formativo di una legge era stretta prerogativa del dittatore. Per ciò che concerne il rispetto dei diritti della persona, finalmente riconosciuti dalla giovane costituzione, possiamo registrare passi in avanti purtroppo non ancora così importanti da poter definire lo stato congolese uno stato garante dei diritti dei cittadini.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.