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"LaE’ stata la notte della musica salentina. Violini, viole, contrabbassi, percussioni, ma soprattutto tamburelli hanno accompagnato le più belle canzoni in griko, il dialetto della Grecia salentina. Da ieri sera fino all’alba, quando il sole ha dominato sul concertone finale della ‘Notte della Tarantà e ha scacciato i ‘tarantolatì. Oltre centomila gli spettatori che hanno ballato nella magnifica piazza dell’ex convento degli Agostiniani dando vita alle ‘rondè, così come si chiama il ballo a suon di pizzica.

Mauro Pagani, al suo terzo anno da maestro concertatore, ha diretto l’orchestra composta da 30 musicisti e i tanti ospiti che, anche quest’anno, hanno intrattenuto i centomila spettatori, tra cui molte famiglie con bambini al seguito. Ben 30 i brani in scaletta, tra classici della musica popolare salentina e inediti degli ospiti: atmosfere world, venature jazz, suggestioni arabe, musica d’autore italiana e sonorità africane. Il maestro Pagani ha inoltre tributato un omaggio a Fabrizio De Andrè proponendo Monti di Mola con Emanuele Licci.

Eugenio Finardi, primo degli ospiti a calcare il gigantesco palco, ha interpretato L’Acqua della funtana mentre Simone Cristicchi, accompagnato dal coro dei minatori di Santa Fiora, ha eseguito Volemo le bambole (brano del coro dei minatori) e Lu fattore. Spazio anche agli ospiti stranieri con Noa che prima ha interpretato una versione di Damme nu ricciu in un impeccabile griko e, a seguire, la ormai celebre There must be another way in duetto con la cantante palestinese Mira Awad. A seguire Alessandra Amoroso, la giovane salentina vincitrice di ‘Amicì, che ha fatto esplodere i centomila con una versione blues di Ferma zitella.

Rivelazione del concertone – secondo gli organizzatori – è stata la cantante inglese ‘Z star‘ che, oltre alla sua canzone No love lost, ha intonato una versione rock di Ndo ndo ndo (con un coinvolgente inciso reggae). Poi, assieme a Mauro Pagani, si è esibita in Domani, brano destinato alla raccolta di fondi per i terremotati dell’Abruzzo. Ultimo ospite della serata la straordinaria Angelique Kidjo, icona della musica world mondiale che ha cantato Aremu rindineddha, in compagnia di Alessia Tondo, e Africa.

Alla fine, com’è ormai tradizione, l’inno della Grecia Salentina, Kalinitta, che ricorda tanto il sirtaki, ha segnato la fine della festa e ha lasciato il posto ai bis in cui gli stornelli tipici del Salento fanno da sigla finale del concerto. All’alba, quando è terminato il concertone, nei vicoli di Melpignano si sentiva ancora il riecheggiare dei tamburelli, un richiamo per gli instancabili tarantolati che hanno formato le ‘rondè e hanno ricominciato a ballare.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.