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Continua la carrellata di attori, registi, scrittori, autori, produttori al Bif&st di Bari.

Stamattina al Teatro Margherita nella sezione “Incontro con gli autori e gli attori del film in programma”, sono intervenuti Neri Marcorè, per il film Zamora , Tamer Ruggli per Retour en Alexandria e Luc Merenda per Pretendo l’inferno.

Ciascuno a raccontare curiosità, chicche ed episodi dietro le quinte delle loro rispettive produzioni cinematografiche.

A cominciare Neri Marcorè, che con la sua infinita simpatia e leggero sarcasmo ha deliziato la platea con il racconto relativo alla nascita del suo film. Insieme a lui il produttore Agostino Saccà e l’attore protagonista Alberto Paradossi.

Come ha scoperto il libro?- ha chiesto il moderatore a Neri Marcorè

Zamora è il titolo del libro, autore Roberto Perrone, venuto a mancare un anno fa circa, senza aver potuto vedere il film ultimato, ma fortunatamente ha avuto modo di vederne almeno la sceneggiatura. Ambientato negli anni ’60, narra una storia contemporanea, vedi i personaggi femminili, tutte donne moderne che danno la dritta a uomini, su come comportarsi”.

La vera novità del film sta nell’esordio alla regia di Neri Marcorè .

Il film Zamora, infatti, dedicato a una storia delicata e tenera che sta perfettamente nelle corde del regista, al punto che “quando mi ha proposto il film”- ha detto il produttore- ho acconsentito a patto che fosse lui il regista. Ho fatto diversi film con Neri e ho sempre intravisto la sua propensione a fare questo ruolo. E’ molto empatico e riesce a stabilire con tutti quelli del cast un rapporto di empatia”.

Neri che al contrario era meno sicuro di fare il regista, non solo c’è riuscito con successo, ma ha anche avuto il merito di realizzare il film nei tempi previsti, senza ricorrere a tempi straordinari di lavorazione che nella produzione dei film sono costosissimi, dimostrando così rispetto e delicatezza per i soldi pubblici dello Stato- Rai.

Regista e produttore hanno condiviso tutte le scelte del film, solo in una non si sono trovati d accordo, quella della sorella del protagonista :il produttore Augusto Saccà aveva proposto Anna Ferraioli Ravel, l’attrice napoletana che nel film “I fratelli De Filippo”, interpreta la sorella Titina.

-Non ero d’accordo- ha detto Marcorè,- perché è napoletana e il film richiedeva una “sciura” , una “sciurina” milanese, però alla fine mi sono ricreduto e Anna ha centrato il personaggio.

Per quanto riguarda poi il modo di fare il regista, Marcorè non ha tralasciato nessun personaggio da Alberto Paradossi , il protagonista, fino all’ultimo figurante, affinché venisse fuori la professionalità di tutti. “Perché bisogna dare spazio a chi investe in questo mestiere, e io come il mio maestro Pupi Avati sono stato vicino alla macchina da presa dall’inizio alla fine”.

Zamora narra con leggerezza una vicenda ambientata negli anni ‘60 , gli anni che sono stati la bella epoque del nostro paese, gli anni del boom in cui si passa dalla ruralità all’industrializzazione. E’ un film che sprizza gioia, tenerezza, a cominciare dalla colonna sonora che già dall’inizio ci riporta in quella spensieratezza degli anni ‘60. La canzone “Che freddo fa” di Nada ha introdotto il pubblico del Teatro Piccinni, dove è stato proiettato il film, alla storia.

Walter il protagonista, ingegnere professionista di un’azienda di Vigevano si ritrova a un certo punto catapultato in un’azienda nella moderna Milano e al servizio di un imprenditore moderno e bizzarro, il cavalier Tosetto (Giovanni Storti). Walter si adatta subito al nuovo lavoro, ma deve fare i conti con il suo boss che adora il football e obbliga fantozzianamente tutti i suoi dipendenti a sfide settimanali ‘scapoli contro ammogliati’. Walter, che non ama il calcio, si inventa così portiere, ma è totalmente imbranato e diventa oggetto di sfottò dei colleghi; tra questi, l’ingegner Gusperti lo ribattezza con ironia ‘Zamora’ (di qua il titolo del film), grande portiere spagnolo degli anni ’30. Walter sopporta tutto, ma quando si innamora della sua segretaria, Ada (Marta Gastini), cerca un riscatto. Si fa dare così lezioni da un ex portiere (Neri Marcoré), ormai caduto in disgrazia, per diventare quel campione che non è mai stato.

Due personaggi, ciascuno con le sue debolezze che alla fine si motivano l’un l’altro, grazie a quella solidarietà tipica degli anni in cui si svolge il film. Frasi come “Ti basta un piccolo insuccesso per mollare” che Zamora dice a Walter quando questo offeso vuole mollare e tornare al paesello o ancora “lasci sempre le cose in sospeso senza parlare”, “I rimpianti sono una brutta bestia”, rappresentano quella solidarietà tipica degli anni in cui si svolge il film, e oggi non farebbero presa, visto l’individualismo che opprime la nostra epoca.

Foto di Raffaella Fasano (riproduzione riservata)

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.