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Un’energica spruzzata di farina che investe i 30 spettatori a tavola, riempie il pavimento, e accorcia immediatamente le distanze in quello che è un unico palcoscenico per pubblico e attori. La sensazione è quella di essere catturati nell’impasto, che non è solo quello del pane, è scenico, ma anche di essere incensati, accolti in un percorso che sa di mistico, di sapori e di gesti che toccano delicatamente in profondità, dentro di noi.
Lo spettacolo debutta a Milano nel 2001. E nel 2007 viene rimesso in piedi per i Festival Opera Estate in Veneto e Vie Scena Contemporanea Festival di Modena per l’Ert.
Nato dall’idea iniziale di Valentino Infuso e Claudia Spina, e arricchito sempre più di maggiori dettagli ed elementi nel corso del tempo. Dalla colonna sonora composta da Giovanni Venosta, alla quale si sono aggiunte le sonorità dal vivo eseguite da Roberto Zanisi che iniziò a suonare piatti di metallo, bicchieri di vetro e cucchiai di legno, alla parte squisitamente enogastronomia, basata su suggerimenti raccolti qua e là, al fine di arricchire un menù la cui esecuzione però riuscisse a coniugare tempi di cottura e ritmi teatrali. E a cui nel 2003 ha contribuito il cuoco Davide Oldani, un vero artista della composizione culinaria.
L’allestimento è strutturato con la tavolata a ferro di cavallo al centro della scena, mentre l’attrezzeria è frutto di lunghe e meticolose ricerche nei mercatini di tutt’Italia e nelle botteghe artigiane campane e toscane.
Non si è trattato di una drammaturgia già definita, né di una lista delle pietanze da seguire, non c’è stata una linea sicura o già scritta da cui partire, ma una fusione contemporanea di tutti gli elementi che costituiscono lo spettacolo, rispettando i tempi teatrali e conciliandoli con quelli di cottura, di fruizione e di degustazione.
Ironia, nostalgia, qualche sprazzo di improvvisazione, emozioni, parole, suoni e profumi sono gli ingredienti che danno sapore alla vita e, sapendoli dosare, si può cucinare uno spettacolo divertente e originale, e contemporaneamente, una cena ispirata alla tradizione della cucina italiana.
Alla fine, caffè per tutti e applausi agli chef – Valentino Infuso e Elisabetta Faleni, fondatori del Teatro in Polvere e ideatori dello spettacolo – ma anche agli altri interpreti. Insomma un vero e proprio spettacolo-convivio con musica, canto, danza e un laboratorio gastronomico in diretta che annuncia le cinque sfiziose portate ispirate alla cucina popolare italiana, accompagnate da quattro ottimi vini regionali.
Non è una cena e non è uno spettacolo teatrale, né una semplice unione delle due cose messe insieme. E’ un’esperienza completa, totalizzante, dove alla fine cibo, musica, parole e profumi si scambiano i ruoli reciprocamente. Quando il sipario cala, ci si accorge di aver perso la cognizione del tempo e dello spazio, dispersi in quel non luogo della mente riservato ai sogni e alle emozioni.