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"parker"Secondo giorno di primavera, primo giorno di inizio della VI edizione del Bif&st e se “il buongiorno si vede dal mattino”, quello di quest’oggi a Bari, in occasione della settimana del cinema, non potrebbe che promettere meglio. Nel fitto calendario di appuntamenti che animeranno questi giorni, imperdibili sono le proiezioni che si terranno alle 09:00 nella prestigiosa cornice del tempio della musica e della drammaturgia barese: il Teatro Petruzzelli. A seguire delle stesse (a partire dalle h.11:30) gli spettatori sono invitati a non perdersi un altro momento cruciale legato alla pellicola stessa: le master class tenute dai registi dei lungometraggi poco prima proiettati, durante le quali maestri del cinema d’autore metteranno a disposizione dei presenti le loro esperienze, raccontandosi e raccontando cosa abbia valso per loro dedicarsi alla settima arte, in una sorta di dichiarazione d’amore e passione. Il primo appuntamento di oggi ha previsto la proiezione di una pietra miliare della cinematografia mondiale: “Midnight Express” (USA, 1977) di Sir Alan Parker, per la sceneggiatura di Oliver Stone. Gremito di spettatori il Teatro Petruzzelli in questa assolata mattinata di Marzo, tutti accorsi per vedere uno di quei film che assai difficilmente lascia indifferenti e che, a distanza di circa quarant’anni, continua a colpire “alla pancia” il pubblico invitandolo ad una riflessione sul tema dell’ingiustizia.

Il film – Liberamente ispirato ad una storia vera, il calvario del giovane turista americano Bill Haes incarcerato in una prigione turca a seguito del fallito tentativo di lasciare il paese con dell’hashish, Midnight Express è la cronaca di un sistema che ignora i diritti civili trasformando le carceri da centri di riabilitazione in luoghi di massacro, in cui la disumanità fa da padrona. Sullo schermo prigionieri vittime di maltrattamenti e violenze che si trasformano nei fantasmi delle persone che erano un tempo, assumendo i connotati di animali inferociti a seguito delle brutalità commesse ai loro danni. Uomini spogliati di identità e della loro stessa umanità, “macchine che non sanno di non funzionare”, citando lo stesso film. Non più persone ma animali o tuttalpiù macchine rotte, nutriti dai loro aguzzini di un odio che degenera in follia e nella completa assenza di speranza, rinchiusi come bestie in gabbia. E come spesso, amaramente accade, la libertà, o apparente tale, assume un prezzo, che può corrispondere ad una banconota o alle soffiate ai secondini per giovare di un “soggiorno” più indolore. Sino al finale, quando il protagonista, animato da uno spirito vitalistico e di autoconservazione dopo aver rivisto la donna che amava, ri-animato quindi dall’amore, trova la forza per un ultimo disperato tentativo di fuga che, finalmente, ha successo.

La master class – Uno scroscio di applausi accoglie l’ingresso in sala del regista Alan Parker accompagnato da Felice Laudadio sul palco. A moderare l’intervento un altro ospite d’eccezione, il critico cinematografico Derek Malcolm. Ascoltare le parole del “Sir” equivale a respirare arte allo stato puro, rivivendo assieme a lui le tappe di una splendida carriera che a livello cinematografico ha toccato i generi più disparati, nel tentativo di non ripetersi mai. Scrittore sul passaporto, conosciuto al grande pubblico come regista e fumettista e pittore per passione, Alan Parker torna con la memoria agli esordi della sua attività, quando dal mondo pubblicitario decise di dedicarsi esclusivamente all’universo cinematografico. “All’inizio la mia intenzione era quella di scrivere, non volevo fare il regista. Ho iniziato da copywriter nella pubblicità, è stata quella la mia università, è da lì che ho imparato la tecnica cinematografica”, commenta Parker. La conversazione tocca tutti gli aspetti possibili legati al mestiere e ai processi di lavorazione, in merito ai quali il regista più volte ribadisce l’importanza di un clima positivo sul set che permetta a tutti i singoli addetti alle varie mansioni di sentirsi parte di una sola unità. Alla domanda di Malcolm su cosa pensi del ruolo del regista, Parker spiega: “il regista è l’identità del film ma, al di là di questo, alle volte gli vengono riconosciuti troppi meriti. Non esiste film che sia stato fatto da una persona sola, tutte le figure professionali coinvolte sono fondamentali”. In merito alla situazione attuale del cinema contemporaneo, invece, afferma amaramente: “ho fatto film per 40 anni. È da 10 anni che non è più l’era dei registi ma degli effetti speciali e dei blockbusters. Questa è l’era dei produttori esecutivi, non c’è più spazio per i piccoli film indipendenti. Midnight Express è stato un film piccolo prodotto da una grande casa cinematografica, la Columbia Pictures, ma stento a credere che oggi lo produrrebbero”. Il Sir regala poi al pubblico qualche aneddoto circa le sue collaborazioni con Oliver Stone e Madonna per “Evita”: “con Oliver Stone non ci piacevamo molto, ha scritto la sceneggiatura di Midnight Express nel ripostiglio del mio ufficio e poi non ci siamo più visti sino agli Oscar, non è stata una collaborazione cordiale ma ha fatto un lavoro straordinario. Quando girai Evita mi posi la domanda se fosse più opportuno impiegare un’attrice che sapesse cantare o una cantante che sapesse recitare. Madonna mi scrisse una lettera di cinque pagine per convincermi che fosse l’interprete più adatta per quel ruolo, e così poi è stato”. La master class si conclude con l’invito di Parker alla “resistenza”, la chiave con cui perseguire il sogno di diventar regista per chiunque nutra questa passione, la resistenza a non mollare e con impegno cercare di affermare le proprie opere convincendo i produttori della loro validità, perché il segreto del buon regista è “avere la sensibilità di un poeta e la resistenza di un muratore”. E come non credere alle parole di Sir Alan Parker? La dimostrazione in carne ed ossa di una passione che ha dato i suoi fecondi frutti, intramontabili al di là degli anni e di ogni tempo.

Filmografia Alan Parker – “Piccoli Gangsters” (1976), “Midnight Express” (1977), “Fame” (1980), “Pink Floyd The Wall” (1982), “Spara alla luna” (1982), “Birdy” (1984), “Angel Heart” (1987), “Missisipi Burning” (1988), “Benvenuti in Paradiso” (1990), “The Commitments” (1991), “Morti di salute” (1994), “Evita” (1996), “Le ceneri di Angela” (1999), “The life of David Gale” (2003).

 

Ph. Credits: Oronzo Lavermicocca

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.