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Lunedì 15 febbraio alle 20.30Roberto Ottaviano con il suo “Eternal love” sarà il protagonista del “Cartellone” di Rai Radio3 Suite. Nel concerto, registrato il 30 novembre 2919 nell’Auditorium Parco della Musica per il Roma Jazz Festival, il sassofonista e compositore barese è affiancato da Marco Colonna (clarinetti), Alexander Hawkins (pianoforte), Giovanni Maier (contrabbasso) e Zeno De Rossi (batteria). In scaletta i brani di “Eternal Love“, disco prodotto nel 2018 dall’etichetta salentina Dodicilune, che si apre con la tradizione africana di Uhuru e propone due brani originali di Ottaviano (“Questionable 2” ed “Eternal Love”) e le reinterpretazioni di sei pezzi di Abdullah Ibrahim (“African Marketplace”), Charlie Haden (“Chariman Mao”), Dewey Redman (“Mushi Mushi”), Elton Dea (“Oasis”), John Coltrane (“Your Lady”) e Don Cherry (“Until the rain comes”).
«Quando Françis Bebey, musicista, scrittore e giornalista camerunense, che ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere, agitava la sua Mbira lasciando risuonare al suo interno dei frammenti di ossa come dei sonagli, amava dire che quello è il suono dei morti che non sono morti, nel senso che non ci abbandonano ma anzi ci guidano nel peregrinaggio della nostra esistenza. Nella cosmogonia Africana questo è l’Eternal Love», sottolinea Ottaviano. «Come in una preghiera o una evocazione, il suono di questo gruppo come quello della Mbira di Francis, richiama ad una presenza tangibile tutta la bellezza fiera e battagliera della madre terra e delle sue migliori anime per celebrare in questi tempi difficili, la speranza e la voglia di riscatto del genere umano. È la prima volta che sento il bisogno di un “bagno mistico” in cui il Jazz si fa infine Musica Totale, ma sopratutto travalica l’idea fine a sè stessa di fare musica, per scavare a fondo nel nostro ego e per capire se esiste un “noi” universale da cui ripartire».

Nel 2020, dalla collaborazione tra Roberto Ottaviano e la Dodiciluneè nato “Resonance & Rhapsodies“. Il doppio cd è stato nominato miglior disco dell’anno per il Top Jazz 2020, referendum annuale promosso dal mensile Musica Jazz, tra le più autorevoli e longeve testate specializzate in Europa, dove Ottaviano (che aveva già vinto nel 2017 con “Sideralis“, sempre firmato Dodicilune) ha anche conquistato il secondo posto come miglior musicista e miglior gruppo. Dopo i dischi prodotti sempre da Dodicilune, “Un Dio Clandestino” (2008), “Arcthetics. Soffio Primitivo” (2013), “Forgotten Matches. The Worlds of Steve Lacy” (2014), “Astrolabio” (2015), “Sideralis” (2017) ed “Eternal Love” (2018), in “Resonance & Rhapsodies” – sostenuto da Puglia Sounds Record 2020/2021 – il musicista e compositore è affiancato dal quartetto “Eternal Love” composto da Marco Colonna (clarinetti), Giorgio Pacorig (piano, rodhes), Giovanni Maier (contrabbasso) e Zeno De Rossi (batteria) ampliato dall’Extended Love con la presenza anche di Alexander Hawkins (piano), Danilo Gallo (contrabbasso e basso acustico) e Hamid Drake (batteria).

Attivo sulla scena jazzistica internazionale da quasi quarant’anni, Roberto Ottaviano (Bari, 21 dicembre 1957) ha suonato e inciso con alcuni tra i più importanti musicisti americani ed europei a cavallo tra diverse generazioni. A cinque anni prende lezioni di clarinetto al Conservatorio “Niccolò Piccinni” di Bari poi studia sassofono classico a Perugia con Federico Mondelci, armonia e composizione classica con Walter Boncompagni, Giacomo Manzoni e Luigi Nono. Un fortuito incontro con Steve Lacy lo spinge ad approfondire lo studio del sax soprano. In America studia composizione jazz e arrangiamento con Ran Blake, Bill Russo, George Russell collaborando con Buck Clayton, Ernie Wilkins, Benny Bailey, Sal Nistico; poi è membro dell’orchestra di Andrea Centazzo, collabora con Gianluigi Trovesi, Theo Jörgensmann, Franz Koglmann, Carlo Actis Dato, Radu Malfatti, Carlos Zingaro, Franz Koglmann, Georg Gräwe, Ran Blake, Tiziana Ghiglioni. Nel 1983 pubblica il suo primo album (“Aspects”) con Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Carlo Actis Dato. Nel 1986 costituisce un quartetto con Arrigo Cappellatti. Nel 1988 fonda l’ensemble di ottoni “Six Mobilies”, nel 1988 incide un omaggio a Charles Mingus (Mingus – portraits in six colours ), nel 1990 incide “Items from the old earth”. Dal 1979 collabora con numerosi musicisti jazz come Dizzy Gillespie, Art Farmer, Mal Waldron, Albert Mangelsdorff, Chet Baker, Enrico Rava, Barre Phillips, Keith Tippett, Steve Swallow, Irene Schweizer, Kenny Wheeler, Henry Texier, Paul Bley, Aldo Romano, Myra Sant’agnello, Tony Oxley, Misha Mengelberg, Han Bennink, Mario Schiano, Trilok Gurtu, Samulnori, Pierre Favre. Suona in moltissimi jazz festival europei e americani. Si esibisce in Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Francia, Danimarca, Norvegia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Yugoslavia, Albania, Romania, Russia, India, Giappone, Messico, Tailandia, Marocco, Algeria, Costa d’Avorio, Senegal, Cameroun, Stati Uniti, Canada, ed ha inciso per Red, Splasc(h), Soul Note, Dodicilune, Hat Art, Intakt, ECM, DIW ed Ogun. Da didatta ha tenuto corsi a Woodstock N.Y., nei conservatori di Città del Messico, Vienna, Groningen, presso le istituzioni culturali di Urbino, Cagliari, Firenze, Roma, Siracusa. Ha fondato il corso Musica Jazz nel Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari e di cui è coordinatore da quasi 30 anni. È autore del libro, “Il sax: lo strumento, la storia, le tecniche” (Muzzio editore, 1989).

L’etichetta Dodicilune, fondata da Gabriele Rampino e Maurizio Bizzochetti è attiva dal 1996 e dispone di un catalogo di oltre 250 produzioni di artisti italiani e stranieri. Distribuiti nei negozi in Italia e all’estero da IRD, i dischi Dodicilune possono essere acquistati anche online, ascoltati e scaricati sulle maggiori piattaforme del mondo grazie a Believe Digital.

Redazione

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