Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Avrebbe progettato di uccidere la pm Antimafia Carmen Ruggiero durante un interrogatorio. Il 42enne Pancrazio Carrino era detenuto nel carcere di Lecce dopo essere stato arrestato nell'operazione 'The Wolf' del luglio scorso della Dda di Lecce e dei carabinieri di Brindisi contro il clan Lamendola-Cantanna operante nel brindisino.  Dopo aver finto di voler collaborare con i magistrati, l'uomo si presentò per un interrogatorio il 31 luglio, a due settimane dall'arresto, davanti alla pm Ruggiero che aveva condotto le indagini nel blitz per cui era stato arrestato. Come raccontato nell'interrogatorio, avvenuto il 23 ottobre nel carcere di Terni, nel quale era stato trasferito, la sua intenzione era quella "di tagliare la gola al Pubblico Ministero che si sarebbe presentato se avesse dato seguito alla mia richiesta di collaborazione". Durante l'interrogatorio, racconta lui stesso, "ero seduto davanti alla pm e cercavo di capire se mi trovavo a una distanza sufficiente per poterle tagliare la giugolare senza essere bloccato".  "Mi preparo un pezzo di ceramica del bordo interno del water della cella di isolamento – spiega Carrino al pubblico ministero Raffaele Pesiri, sostituto procuratore del tribunale di Terni, delegato dalla Ruggiero – e lo avvolgo in una busta nera di plastica della spazzatura". Carrino avrebbe aver chiesto, poi, di andare in bagno, dove, racconta, "mi infilai nel retto il pezzo di ceramica imbustato per non farlo trovare in caso di perquisizione". Mi ricordo che chiesi di andare in bagno per poterlo estrarre. Mi venne concesso e fui accompagnato da un agente della Polizia penitenziaria. Ricordo che, dopo essere uscito dal bagno, mi sono trovato in una stanza, dove è entrato il tenente di San Vito dei Normanni e mi ha trovato il pezzo di ceramica che avevo nascosto nella parte alta della mutanda".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.