Tempo di lettura: 1 minuto

(Adnkronos) – "Si è creato un grande equivoco con i fischi risuonati ieri sera all'Ariston dopo l'annuncio della classifica della serata cover: la vittoria di Geolier non è stata fischiata perché lui è napoletano, è stata fischiata perché il pubblico aveva preferito il bellissimo omaggio di Angelina Mango al papà Pino, che quel palco lo ha calcato tantissime volte, lasciando un segno profondo. Il Teatro aveva tributato la standing ovation ai Mango, che per chi non lo sapesse sono di Lagonegro, a sud di Napoli. Quindi il razzismo settentrionale non c'entra nulla". Lo dice all'Adnkronos Alba Parietti, stupita dalle accuse di razzismo ai fischi sulla vittoria di Geolier.  "Sicuramente – aggiunge Parietti, da sempre appassionata del festival di Sanremo – è stato un fischio anche generazionale, perché la platea dell'Ariston non è fatta di teenager ma di persone più adulte che preferivano l'omaggio a Pino Mango. Geolier poi canta in un dialetto strettissimo che non tutti in sala comprendono ma questo non gli impedisce di essere l'artista che ha venduto di più in tutta Italia nel 2023. E per ottenere quel risultato è seguitissimo in tutta Italia, anche dai ragazzi del nord che cercano online le traduzioni dei suoi testi dal napoletano all'italiano, come noi cerchiamo quelle dall'inglese all'italiano. Geolier lo votano pure i ragazzini di Aosta. Quindi smettiamola con questa polemica sui fischi a Napoli, non è quello il punto", sottolinea. Ma, conclude, "la performance di Angelina Mango merita di vincere ieri. La sua non è stata solo una bellissima canzone cantata bene: è stata un'emozione potentissima, che ci porteremo dietro per sempre. Uno dei momenti più emozionanti della storia della storia del Festival, rimarrà negli annali della kermesse".  —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.