Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) –
Alessandra Amoroso spariglia le carte e, in sala stampa a poche ore dal debutto sul palco ddi Sanremo 2024 con la sua 'Fino a qui', si commuove raccontando gli ultimi anni della sua vita, in cui si è sentita travolta da una valanga di odio 'social' che l'ha portata ad un esilio volontario fuori dall'Italia per metabolizzare quanto le stava accadendo. "Nell'ultimo anno – dice – sono caduta e oggi sono qui a raccontarvi la mia versione di questa storia. Mi sono sentita sopraffare da situazioni che in 15 anni di carriera non mi ero mai trovata a dover affrontare. E che non ero preparata ad affrontare. Una valanga d'odio mi ha investita da un giorno all'altro".  "Non parlo dei meme su cui ho sempre scherzato per prima, ma parlo degli insulti molto gravi e delle minacce di morte che mi arrivavano quotidianamente -dice la Amoroso, leggendo un testo che la aiuta a tenere a bada l'emozione- Quella valanga è iniziata qualche giorno prima che affrontassi uno dei momenti più importanti della mia carriera. Ero talmente concentrata su quello che non mi sono resa conto subito di tutto ciò che stava succedendo intorno a me". Dopo il tour a San Siro, l'adrenalina ha cominciato a scendere e parallelamente ho iniziato a percepire davvero quale fosse la gravità della situazione". L'artista pugliese sceglie dunque di leggere alcuni degli insulti più forti che le sono arrivati (Video). "Mi sono sentita messa all'angolo. Ho portato a termine il tour, ogni sera dovevo salire sul palco e avere la carica per dare il meglio, per chi lavora con me e che e mi ha sempre sostenuta. Ma alla fine mi sono concessa finalmente di non stare bene, e di allontanarmi. Sono scappata in Colombia". Poi il ritorno, il percorso di psicoterapia e la risalita. "In quel periodo mi hanno contattato Takagi e Ketra", spiega. "Rappresentava esattamente il momento che stavo vivendo". Ora la Amoroso rivela di essere serena, e di aver capito come affrontare la vicenda, senza però mai voler rivelare i motivi scatenanti. "Ho deciso che non conta la caduta, e nemmeno l'atterraggio, ma come ci si rialza -dice- E soprattutto cosa si decide di imparare da quella caduta. Così è nata la mia 'Fino a qui'. E sulla gara, sottolinea: "Al festival vorrei un podio tutto al femminile. Qui sono venuta a raccontare e a raccontarmi, poi se dovessi vincere, perché no? Schifo non mi fa". —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.