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«So solamente che da quando siamo giunti ad Ahrìa qualcosa dentro di me graffia per uscire, una forza oscura, scalpitante in un angolo remoto dell’animo. Nel bosco mi ha aiutato, donandomi la sua energia per generare il fuoco e salvarci, ma ora come ora temo questo potere ignoto. Se ne scoprissi l’origine forse potrei controllarlo, capire da dove deriva»: il giovane Piro è il protagonista del fantasy d’esordio di Daniele Iannetti dal titolo “Otto regni. La furia del vento, il sussurro dell’acqua”. È il primo volume di una saga che già si preannuncia ricca d’azione e di sorprese: ci troviamo in un universo in cui in principio vi erano il regno della luce, Oraèh, e quello delle tenebre, Thèros, a convivere più o meno pacificamente; nel reame della luce vivevano creature pure, che trascorrevano le giornate a godersi lo spettacolo che solo gli elementi naturali potevano formare. Ghiaccio, acqua, terra, vento, fuoco, elettricità, tempo e sangue si equilibravano fra di loro, senza prevalere l’uno sull’altro; la gente che viveva in quel luogo favoloso aveva cominciato a servirsene per scopi positivi: «Gli abitanti di Oraèh iniziarono a dominare quest’energia, incanalandola e usandola per creare montagne, boschi, laghi, mari, fiumi, per innalzare intere città con strade e castelli, per formare una civiltà basata sull’aiuto verso il prossimo, la generosità e la condivisione». Nel mentre, nel reame delle tenebre il suo governante era invidioso di quella possibilità, e cercava di dominare anch’esso gli elementi: il sovrano Obscurion, esperto di magia nera, tramava di espandere il proprio territorio e fu così che durante una notte fredda, l’esercito delle tenebre attaccò. Orà, la regnante del mondo della luce, aveva inoltre creato otto reami, ciascuno corrispondente a uno degli elementi, e alcuni di essi si schierarono con lei nella grande battaglia ma altri presero invece le parti delle tenebre. Da questa lunga e distruttiva guerra ne uscirono in molti sconfitti, tra i quali gli otto regnanti dei mondi creati da Orà, che vennero privati dei loro poteri ed esiliati sul pianeta Terra senza ricordi di ciò che erano stati. Solo al compimento dei loro diciott’anni umani, gli otto ex regnanti cominciano a ricordare il loro passato, a causa di una maledizione che li vuole tormentati dalle colpe commesse in guerra; tra di essi vi è Piro, sovrano del regno del fuoco che, insieme ai suoi amici Leyla, Nato, Reiji, Elettro, Blù, Fannì e Siria, scopre di dover tornare indietro perché una grave minaccia sta dilagando nel loro universo. È solo l’inizio di un’affascinante e pericolosa avventura.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.