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Dopo oltre cento rappresentazioni teatrali nel mondo, e decine di premi internazionali il regista Fabio Omodei si appresta ad una nuova avventura teatrale che lo porta questa volta negli USA.

Sono quaranta i ballerini/performers provenienti da tutto il mondo previsti per il nuovo spettacolo di Omodei, uno dei registi italiani più apprezzati nel panorama teatrale internazionale.

Le prove del nuovo spettacolo sono blindate, ma c’è già tanta aspettativa per lo spettacolo che troverà casa negli Stati Uniti

Sono passati già due anni dal debutto al Teatro Argentina di Roma della Compagnia Sofia Amendolea, diretta dallo stesso Fabio Omodei, e da Paolo Alessandri e Monica Raponi, con lo spettacolo Jerusalem Romeo Juliet, il cui tour internazionale fu interrotto a causa del Coronavirus. 

Tra le date in programma c’era il debutto in Terra Santa, ad Amman, in Giordania, a pochi Km da Gerusalemme, città in cui era ambientato lo spettacolo.

E poi il Coronavirus ha fermato anche un’altra produzione della Sofia Amendolea, che avrebbe dovuto debuttare al Teatro Nazionale di Alessandria d’Egitto

Veniamo da un periodo di paralisi molto lungo per le nostre produzioni teatrali. Un periodo che ha portato malessere e sconforto in molti addetti ai lavori. Dobbiamo andare oltre la regia, oltre la recitazione, oltre il lavoro ed insegnare soprattutto alle nuove generazioni ad andare avanti e reagire – continua Omodei – perché in questo momento fermarsi earrendersi potrebbe rivelarsi un grave errore”. 

Ma il teatro potrebbe puntare sulle nuove generazioni di attori? Sui giovani soprattutto? 

Penso sia necessario fare una separazione, abbiamo bisogno di dividere i giovani attori in due gruppi molto diversi tra loro: da una parte c’è chi si è fermato, si è arreso, ha mollato o comunque fa fatica a tenere il passo, dall’altra parte ci sono dei giovani attori molto forti, inesauribili, molto motivati che vivono per il palcoscenico. Ecco nel teatro bisogna, da una parte stimolare ed aiutare chi è rimasto indietro, ma dall’altra bisogna puntare su chi ha la forza di non mollare mai. In questo momento il teatro ha bisogno di attori con la A maiuscolavere e proprie macchine da guerra. Credo sia la chiave per andare avanti in questo momento così difficile e delicato”, spiega Omodei

Ci può dire qualcosa in più sul nuovo progetto? 

“Posso dire molto poco. Posso dire ad esempio che il cast sarà costituito da persone professionalmente ed umanamente meravigliose e posso anche dire che dopo 25 anni sono tornato a ballare. Sarà un’esperienza incredibile per chi ne farà parte, perché sarà uno spettacolo che deve rimanere in scena per molti anni”. 

Ma adesso, bisogna incrociare le dita e sperare che nel mondo quanto prima tutto torni alla normalità, perché tutti noi, nel teatro, nel cinema, nella danza, nella pittura, nella sculturanella musica, nella fotografia ed in tutta l’arte in generale, abbiamo bisogno di tornare a lavorare finalmente con serenità” conclude Fabio Omodei.

Redazione

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